Attualità a cura di Maurizio Donini

Profughi o migranti stretti nell’ipocrisia della politica

000profughiAbbiamo ancora negli occhi e nelle orecchie le immagini di una bambina che sbarca portando in mano un

orsacchiotto di pelouche, come di un’altra piccola che invece è annegata con modalità che hanno destato

scalpore e toccato, finalmente, qualche coscienza. Ma invece di concentrarsi su come evitare queste

tragedie pare che la nostra classe politica sia molto più interessata a rilasciare dichiarazione improbabili e

cercare spazi sui media che ad affrontare seriamente il problema.

Nuovamente il Segretario Generale della CEI, Mons. Galantino, è intervenuto attraverso una intervista poi

non portata a termine per motivi di opportunità ambientale, sull’argomento. Le sue dichiarazioni sono state

sferzanti investendo i politici identificati come “politica è un piccolo harem di cooptati e furbi”, ad un

silenzio da parte di Salvini, probabilmente il suo vocabolario di offese mostra le corde, hanno fatto eco

invece le solite trivialità di madama Santanché. Ma su queste affermazioni dobbiamo inserire anche le

recenti polemiche scatenate dal Presidente del Consiglio Renzi e dal sottosegretario Gozi su “regole UE da

rifare”, presunti abbandoni da parte della Comunità Europea, tutto sulla scia di altrettante dichiarazioni di

parti politiche dell’opposizione, insomma il solito proliferare di strumentali sciocchezze utili solo a gettare

fumo negli occhi.

Per avere una cornice esatta ricordiamo anche alcune altre notizie passate in questi giorni, marocchini

sbarcati che verranno rimpatriati in quanto non aventi diritto, iracheni e siriani sbarcati assieme ed i siriani

che hanno diritto a salire sul traghetto prima degli iracheni, perché tutto questo? La situazione è figlia di

accordi presi liberamente ed altrettanto volutamente sottoscritti da un gruppo di paesi europei e noti come

il Trattato di Dublino nelle sue versioni I, II e III. Oltre il normato del suddetto Trattato va considerato l’art. 1

della Convenzione di Ginevra che sancisce il diritto  all’asilo politico, e qui arriviamo ai motivi che stanno nel

diverso trattamento a seconda della nazionalità di origine.

Se si proviene da un paese che è inserito nella lista di quelli dove vi è una situazione di guerra allora si può

chiedere lo status di asilo politico, questo è il caso della Siria e non lo è dell’Iraq ad esempio, casualità che

differenziano stessi cittadini del mondo accomunati da bombe e violenze, divisi dalla burocrazia. Triste

vedere che gli stessi politici che firmano i trattati poi li rinneghino alla prova dei fatti, resta il fatto che i

profughi che accedono alla richiesta devono essere identificati tramite il sistema EURODAC nel paese di

approdo e che la procedura completa per rilasciare lo status e farli proseguire verso la nazione scelta dura

circa 10 mesi.

L’ipocrisia di questa classe politica che firma evidentemente senza leggere o comprendere quanto

sottoscritto, salvo poi innescare polemiche artificiose, è disarmante. Ed altrettanto è necessario

sbugiardare questi personaggi salviniani con i numeri, La tanto vituperata Germania accoglie circa 580mila

rifugiati ed il Regno Unito circa 290mila, mentre i Paesi Bassi e la Francia ne ospitano rispettivamente

80mila e 160mila, l’Italia appena 47mila. In Danimarca, Paesi Bassi e Svezia i rifugiati sono tra i 4,2 e gli 8,5

ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, nel Regno Unito quasi 5, mentre in Italia appena 0,7, ovvero 1 ogni

1.500 abitanti.

MAURIZIO DONINI