Profughi o migranti stretti nell’ipocrisia della politica
Abbiamo ancora negli occhi e nelle orecchie le immagini di una bambina che sbarca portando in mano un
orsacchiotto di pelouche, come di un’altra piccola che invece è annegata con modalità che hanno destato
scalpore e toccato, finalmente, qualche coscienza. Ma invece di concentrarsi su come evitare queste
tragedie pare che la nostra classe politica sia molto più interessata a rilasciare dichiarazione improbabili e
cercare spazi sui media che ad affrontare seriamente il problema.
Nuovamente il Segretario Generale della CEI, Mons. Galantino, è intervenuto attraverso una intervista poi
non portata a termine per motivi di opportunità ambientale, sull’argomento. Le sue dichiarazioni sono state
sferzanti investendo i politici identificati come “politica è un piccolo harem di cooptati e furbi”, ad un
silenzio da parte di Salvini, probabilmente il suo vocabolario di offese mostra le corde, hanno fatto eco
invece le solite trivialità di madama Santanché. Ma su queste affermazioni dobbiamo inserire anche le
recenti polemiche scatenate dal Presidente del Consiglio Renzi e dal sottosegretario Gozi su “regole UE da
rifare”, presunti abbandoni da parte della Comunità Europea, tutto sulla scia di altrettante dichiarazioni di
parti politiche dell’opposizione, insomma il solito proliferare di strumentali sciocchezze utili solo a gettare
fumo negli occhi.
Per avere una cornice esatta ricordiamo anche alcune altre notizie passate in questi giorni, marocchini
sbarcati che verranno rimpatriati in quanto non aventi diritto, iracheni e siriani sbarcati assieme ed i siriani
che hanno diritto a salire sul traghetto prima degli iracheni, perché tutto questo? La situazione è figlia di
accordi presi liberamente ed altrettanto volutamente sottoscritti da un gruppo di paesi europei e noti come
il Trattato di Dublino nelle sue versioni I, II e III. Oltre il normato del suddetto Trattato va considerato l’art. 1
della Convenzione di Ginevra che sancisce il diritto all’asilo politico, e qui arriviamo ai motivi che stanno nel
diverso trattamento a seconda della nazionalità di origine.
Se si proviene da un paese che è inserito nella lista di quelli dove vi è una situazione di guerra allora si può
chiedere lo status di asilo politico, questo è il caso della Siria e non lo è dell’Iraq ad esempio, casualità che
differenziano stessi cittadini del mondo accomunati da bombe e violenze, divisi dalla burocrazia. Triste
vedere che gli stessi politici che firmano i trattati poi li rinneghino alla prova dei fatti, resta il fatto che i
profughi che accedono alla richiesta devono essere identificati tramite il sistema EURODAC nel paese di
approdo e che la procedura completa per rilasciare lo status e farli proseguire verso la nazione scelta dura
circa 10 mesi.
L’ipocrisia di questa classe politica che firma evidentemente senza leggere o comprendere quanto
sottoscritto, salvo poi innescare polemiche artificiose, è disarmante. Ed altrettanto è necessario
sbugiardare questi personaggi salviniani con i numeri, La tanto vituperata Germania accoglie circa 580mila
rifugiati ed il Regno Unito circa 290mila, mentre i Paesi Bassi e la Francia ne ospitano rispettivamente
80mila e 160mila, l’Italia appena 47mila. In Danimarca, Paesi Bassi e Svezia i rifugiati sono tra i 4,2 e gli 8,5
ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, nel Regno Unito quasi 5, mentre in Italia appena 0,7, ovvero 1 ogni
1.500 abitanti.
MAURIZIO DONINI