Economia

L’industria italiana si mostra più resiliente del previsto

La produzione industriale italiana è aumentata a sorpresa in aprile, di ben 1,6% m/m (era attesa
una significativa correzione), dopo lo 0,2% di marzo. Su base annua (corretta per gli effetti di
calendario), l’output ha mostrato una accelerazione a 4,2%, dal precedente 3,2%. L’output si
attesta così significativamente al di sopra dei livelli di febbraio 2020 (+4,8%), a differenza di
quanto sta accadendo negli altri principali Paesi dell’Eurozona (Spagna: +0,8%, Germania -7,3%,
Francia -5,4%).
Nel mese, il rialzo è trainato da beni non durevoli e intermedi (entrambi +2% m/m), oltre che
dall’energia (+1,4% m/m), mentre i beni strumentali sono rimasti invariati e i beni durevoli sono
scesi di -0,6% m/m. Su base annua, i beni di consumo non durevoli sono trainanti (12,5%), mentre
i beni strumentali sono aumentati solo dello 0,7% (in termini tendenziali corretti per gli effetti di
calendario).
Rispetto a un anno prima, i settori più vivaci sono il tessile e abbigliamento (23,4% a/a),
probabilmente favorito dalla “normalizzazione” dei comportamenti di consumo dopo lo shock
COVID, e il farmaceutico (19,8%), sostenuto dalla vivacità dell’export, specie verso gli Stati Uniti.
Sul fronte opposto, alcuni settori sono rimasti in rosso sull’anno, tra cui i metalli (-2,3%), i prodotti
chimici (-1,5%) e i mezzi di trasporto (-0,7%).
Nel complesso, il dato di aprile è stato molto sorprendente; un ruolo potrebbe essere stato
giocato dagli effetti del calendario vista la collocazione della Pasqua a inizio mese (e il mancato
ponte festivo del 25 aprile). In ogni caso, il manifatturiero italiano si sta dimostrando più resiliente
del previsto allo shock bellico e inflazionistico. Il punto è che l’industria è entrata nel nuovo
scenario postbellico partendo da livelli di attività fortemente espansivi (il fatturato a marzo ha
raggiunto un massimo dall’inizio delle serie storiche nel 2000); la fiducia delle imprese
manifatturiere è stata impattata dal nuovo shock, ma il morale appare lontano da un crollo
(rimane in territorio espansivo e al di sopra della media storica). Inoltre, il settore manifatturiero
italiano sembra meno colpito dalle difficoltà di approvigionamento di materie prime e
componentistica, rispetto a quanto accade negli altri grandi Paesi dell’Eurozona (probabilmente
grazie a una minor quota della catena di produzione basata in Asia o in Europa dell’Est, e grazie
al minor peso del settore automotive sul valore aggiunto totale dell’industria).
In prospettiva, ci aspettiamo che l’attività manifatturiera possa comunque indebolirsi nei prossimi
mesi (la produzione industriale potrebbe correggere già a maggio). Tuttavia, l’impatto del nuovo
shock sembra meno drammatico di quanto si temesse, almeno in questa fase. Inoltre, è in atto

una tendenza alla ripresa nei servizi (e nel commercio al dettaglio) che, insieme alla fase ultra-
espansiva nel settore delle costruzioni, potrebbe più che compensare la debolezza attesa per il

settore manifatturiero.
In breve, confermiamo la nostra stima del 3% sul PIL italiano quest’anno (che è attualmente
superiore al consenso), in linea con la proiezione fatta lo scorso marzo all’indomani dello scoppio
della guerra. I rischi rimangono al ribasso, ma l’eventualità di uno scenario recessivo di “worst
case”, risultante da un embargo sul gas russo, sembra essersi ridotta nelle ultime settimane.

10 giugno 2022

Direzione Studi e Ricerche

Macroeconomic Research

Paolo Mameli
Economista – Italia

Macro Rapid Response 10 giugno 2022

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 2
Rallenta la fiducia delle imprese, ma tiene la produzione
industriale

I settori che mostrano il maggior recupero rispetto ad aprile 2021
sono tessile e farmaceutico

Nota: media mobile a 3 mesi della variazione % a/a dell’indice
destagionalizzato di produzione industriale. Fonte: Intesa Sanpaolo, Istat, S&P
Global

Fonte: Intesa Sanpaolo, Istat

L’Italia è l’unico tra i 4 principali paesi dell’Eurozona a mostrare un
significativo recupero della produzione industriale rispetto ai livelli
pre-pandemici

Sulla base dell’indagine di fiducia Istat sulle imprese
manifatturiere, l’industria è in una fase di rallentamento, non di
recessione

Nota: Febbraio 2020=100. Fonte: Eurostat, Intesa Sanpaolo Nota: indici Istat di fiducia delle imprese manifatturiere, indicazioni sulla
produzione attuale e futura (dati mensili da maggio 2020 a maggio 2022).
Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
-30
-20
-10
0
10
20
30

-70 -50 -30 -10 10
Produzione futura

Produzione attuale
Rallentamento
Espansione

Recupero

Recessione

Macro Rapid Response 10 giugno 2022

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 3
Appendice
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Macro Rapid Response 10 giugno 2022

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 4
Metodologia di valutazione
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realizzate dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, tramite modelli econometrici dedicati. Le previsioni sono ottenute mediante
l’analisi delle serie storico-statistiche rese disponibili dai maggiori data provider ed elaborate sulla base anche dei dati di consenso tenendo
conto delle opportune correlazioni fra le stesse.
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Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche – Responsabile Gregorio De Felice