Attualità a cura di Maurizio Donini

Moto bolognesi del 1950-1960 al Museo del Patrimonio

Evento di assoluto interesse che parte dal 17 ottobre 2021, fino al 15 maggio 2022, presso il
Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. Sarà possibile ammirare la mostra sulle Moto
bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile, realizzata grazie al
contributo dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale e della Fondazione Aldini
Valeriani e che si inserisce nel progetto ‘Moto bolognesi’ portato avanti dal Museo. Nel corso della
mostra, grazie alla collaborazione con il Museo Ducati, saranno presentati uno scooter e 6
motociclette, di cui 5 inserite a rotazione mensile presentate con speciali dirette sulle pagine
Facebook dei due musei, tra i più importanti esemplari da corsa del decennio, provenienti
direttamente dalla collezione permanente del museo di Borgo Panigale.
Se la prima mostra nel 2004 aveva analizzato il tessuto produttivo degli anni 1920-1930, formato
da piccole officine meccaniche che si occupavano di costruire o assemblare i primi prototipi su due
ruote da cui emersero i primi nomi gloriosi dell’industria bolognese, nel 2006 oggetto di
attenzione era stato il periodo 1930-1945 in cui le aziende e i piccoli costruttori locali affrontarono
le ristrettezze del mercato e i vincoli imposti in quegli anni con caparbia vitalità e sorprendente
inventiva, per poi proseguire, nel 2008 con la storia degli anni difficili della ricostruzione post-
bellica 1946-1950 e la ripresa delle attività industriali indirizzate soprattutto verso i micromotori e
le piccole-medie cilindrate. Negli ultimi anni sono stati dedicati ad alcuni focus monografici sulle
marche M.M, Italjet e, nel 2018, sulla C.M attiva dal 1929 al 1959.
Delle 55 marche di motocicli finiti, solo alcune si avviano ad avere un assetto e una organizzazione
produttiva moderni, con significativi riscontri economici: le lombarde/bolognesi F.B Mondial e MI-
VAL, in città Ducati e Moto Morini, la DEMM a Porretta Terme. Marche storiche prestigiose come
C.M e M.M., con alti livelli qualitativi in tutte le lavorazioni, soffrono i mutamenti in corso e
affrontano il declino. Altre sono agli inizi, destinate ad un futuro brillante, come Cimatti, Testi e
Malanca. Accanto a piccolissimi produttori, sono molte le ditte che, con un esiguo numero di
addetti, producono motocicli interessanti e di buona qualità, come, ad esempio, Berneg, COMET,
F.B.M., DKW-Cavani. Attorno a loro continua ad esistere una molteplicità di officine in grado di
soddisfare le esigenze legate alla componentistica.
Dal punto di vista delle competizioni agonistiche – vetrina strategica per propagandare la
narrazione vittoriosa dei marchi nel mercato commerciale – i Campionati Italiani e quello
Mondiale, le gare nazionali e internazionali, così come quelle di gran fondo su strada, assurgono a
eventi sportivi per eccellenza, gli unici in grado di assicurare prestigio e notorietà. Nelle cilindrate
da 125 a 250, primeggiano Ducati, Mondial, Moto Morini, aziende che possono permettersi gli
elevati costi delle squadre corsa. In particolare, la Mondial dal 1949 al 1951 si fregia del titolo di
Campione del Mondo 125 conduttori e marche; vince il Campionato Italiano 125 dal 1950 al 1952
con Ubbiali e dal 1955 al 1957 con Provini. La Morini si aggiudica, invece, il Campionato Italiano
125 nel 1953 e 1954 con Mendogni. La storia sportiva Ducati, appena iniziata, vede già molte
importanti affermazioni, come il Motogiro del 1956 con la 125 Marianna di Maoggi e il
Campionato Italiano 125 nel 1957 con Spaggiari. Grandissimo seguito hanno la Milano-Taranto e il
Motogiro d'Italia. La prima si disputa su un percorso che prevede anche il passaggio da Bologna. La
Mondial si aggiudica nel 1954 il primo posto assoluto con la 175 di Remo Venturi. Il Motogiro,
organizzato dal quotidiano sportivo bolognese “Stadio”, si corre in più tappe con partenza e arrivo
a Bologna. Per tutte le sue 5 edizioni, ha un seguito grandissimo: vere e proprie folle di
appassionati si accalcano nella settimana di gara lungo gli oltre 3.000 km del percorso. I mezzi di

informazione (i quotidiani sportivi e non, le riviste del settore, la radio, la televisione, i cinegiornali)
lo seguono con grandissima attenzione e ne riverberano l’importanza, esaltando le gesta di piloti e
moto. Una visibilità che attira subito l’interesse delle case costruttrici, sia le piccole presenti in
gran numero, ma soprattutto quelle più importanti a livello nazionale, organizzate con meccanici e
attrezzature al seguito. Nelle edizioni 1955, 1956 e 1957 si classificano primi assoluti Provini su
Mondial, Mendogni su Morini, Maoggi su Ducati. Merita attenzione anche il crescente entusiasmo
per il motocross, in cui si cimenta con successo MI-VAL e Mondial, vincitrice del Campionato
Italiano 1957 con Ostorero.
Il percorso espositivo, oltre alle 32 motociclette, è arricchito da una serie di materiali multimediali,
tra i quali i sette contributi filmati provenienti dall’Istituto Luce, di cui uno a colori incentrato sul
“Motogiro” del 1957 e sulla fabbrica Ducati, che restituiscono il mondo competitivo e variegato
che circondava la produzione e l’agonismo. Da segnalare anche tre multi-visioni che presentano le
inserzioni pubblicitarie apparse sulle riviste del settore; un album fotografico del motociclismo
bolognese con gare, ambienti e i protagonisti e una selezione di immagini dedicate alle attività
sportive della Ducati negli anni 1955-1960. Una banca dati multimediale, consultabile secondo vari
percorsi di indagine, racchiude inoltre schede tecniche, immagini, marchi e note informative dei 98
produttori di motociclette attive sul territorio dal 1904 al 1960. Si tratta di un’esaustiva
“enciclopedia” del motociclismo bolognese che restituisce gli studi intrapresi in questi anni per il
progetto, ed è stata resa possibile dal contributo del mondo del collezionismo che ha conservato e
offerto a disposizione una ricca documentazione composita: fotografie d’epoca, pubblicità, riviste
del settore, manuali, cataloghi e molto altro.
MAURIZIO DONINI