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Da Infolampo: Bluff austerità espansiva e antibioticiIl grande bluff dell’austerità espansiva

austeritàDanilo Barbi (Cgil) ai microfoni di RadioArticolo1. “Italia in deflazione? Purtroppo ce l’aspettavamo. E tra un po’ arriveranno nuovi dati negativi sul lavoro. Si può ripartire soltanto con gli investimenti pubblici”

Prezzi in deflazione a febbraio. La flessione registrata dall’Istat è dello 0,3%. “Non siamo sorpresi: vuol dire che l’economia reale non si sta riprendendo, purtroppo. Da tempo, anche inascoltati, lanciamo l’allarme sulla deflazione: è ovvio che il calo dei prezzi riflette la debolezza della domanda”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, intervistato da RadioArticolo1 nella trasmissione ‘Italia Parla’ (qui il podcast).

Un ragionamento, il suo, che parte dalle politiche europee. “Il concetto di austerità flessibile – osserva il dirigente sindacale – è ambiguo. Come dire che bisogna ingrassare e dimagrire contemporaneamente. Guardiamo i dati del bilancio dello Stato italiano: in questi anni il governo ha continuato a ridurre gli investimenti pubblici per affidarsi a quelli privati che, invece, dall’inizio della crisi sono calati del 31 per cento nonostante tutte le decontribuzioni e gli sconti fiscali a pioggia. Nel frattempo, gli investimenti pubblici sono scesi a 32 miliardi da 56, questo è il dato finale del 2015. Fra poco, purtroppo, ci saranno i primi dati negativi anche sull’occupazione”.

“Il governo italiano – prosegue Barbi – ha mandato in Europa un documento scritto tutto inglese, magari sperando che così in Italia non lo leggesse nessuno, nel quale si ammette che la ripresa non c’è e però si conferma il bisogno di riforme strutturali. Riforme che puntano sempre sulla riduzione dei diritti e del costo del lavoro che alla fine aumentano la disoccupazione e riducono la domanda”.

Si può uscire da questa spirale di contraddizioni? “Noi continuiamo ostinatamente a dire di si”, sottolinea Barbi: “La Cgil non a caso a inizio della crisi presentò il suo Piano per il lavoro in cui prevedeva un rilancio degli investimenti pubblici per creare occupazione giovanile”. Quanto al tema delle tasse, “non è vero che sono tutte troppo alte. Alcune lo sono, altre no, e mi riferisco a quelle sui grandi patrimoni che continuano a essere bassissime. Anche i più ricchi mangiano tre volte al giorno, non è che se gli riduci le tasse mangiano dieci volte, questo è noto sin dagli anni Trenta”.

Infine, una riflessione sul piano di investimenti targato Juncker, praticamente una meteora: “È stato un bluff – conclude il sindacalista – perché pretendeva, con soli 8 miliardi, di avere una leva finanziaria di 17 volte: una cosa assolutamente iperbolica e impossibile. Noi abbiamo detto con la Ces che ci vorrebbe un piano di investimenti da 260 miliardi all’anno per dieci anni in Europa, finanziato anche dalla Banca centrale europea. E invece la Bce continua a stampare migliaia di miliardi per prestarli alle banche o per comprare titoli pubblici alle banche”.

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Antibiotici, allarme sull’abuso: i rischi per la salute

In Italia 27,8 dosi ogni mille abitanti: troppe. Così i batteri diventano più resistenti. Garattini a L43: «Si rischia di tornare all’era pre penicillina».

di Marino Petrelli

In Italia 27,8 dosi di antibiotici ogni mille abitanti: troppe.

Basta una leggera febbre o un mal di denti per fare uso di antibiotici.

Come nel caso di un giovane ristoratore veneziano che, per il timore del dentista, ha trascurato per anni i problemi della sua dentatura e praticava una pericolosa cura “fai da te” con antibiotici di vario genere.

Che hanno avuto il solo effetto di selezionare, nella sua bocca malata, germi particolarmente aggressivi e resistenti alle comuni terapie.

È stato “salvato” dall’equipe del reparto di Otorinolaringoiatra dell’ospedale di Venezia con un lungo e delicato intervento.

LA RICERCA ARRANCA. I super batteri stanno aumentando. Complice il cattivo uso degli antibiotici, negli animali come nell’uomo.

Mentre la ricerca e lo sviluppo di nuove molecole segnano il passo.

La resistenza agli antibiotici causa 25 mila morti l’anno in Europa, cifra che potrebbe raggiungere 10 milioni nel 2050, più del numero dei decessi attuali per cancro.

L’OMS LANCIA UN PIANO. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato un “Piano d’azione globale” in cinque punti per evitare il dilagare dei decessi.

Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” e uno dei massimi esperti in materia, spiega a Lettera43.it: «Gli antibiotici si assumono spesso per situazioni, come l’influenza o altre malattie respiratorie virali, in cui non possono esercitare alcun effetto terapeutico. Le cattive abitudini continuano anche nel presente, perché è ormai quasi istintivo usare un antibiotico, senza consultare il medico, quando si sente un po’ di febbre».

SERVONO PIÙ CONTROLLI. Cosa fare, dunque? «Occorrono più controlli sulle prescrizioni, ricordando che l’abuso di antibiotici determina resistenza da parte dei batteri. Se gli antibiotici diminuiscono il loro effetto, si rischia di ritornare all’era pre penicillina».

In Ue siamo al quinto posto per consumo: 27,8 dosi ogni mille abitanti

L’utilizzo eccessivo di antibiotici spinge l’Italia ai primi posti tra i Paesi dell’Unione europea.

Infatti, secondo il rapporto annuale dell’European center for diseases control (Ecdc), redatto con i dati del sistema di sorveglianza Esac-Net dell’Unione europea, nel 2014 il consumo medio europeo fuori dagli ospedali è stato di 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti: la più virtuosa è stata l’Olanda (con 10,6 dosi) e la maglia nera è andata alla Grecia, con 34,6.

L’Italia si piazza al quinto posto, con 27,8 dosi, dietro a Francia, Romania e Belgio.

CARBAPENEMICI RESITENTI. A preoccupare è anche l’aumento della resistenza ai carbapenemi, una classe di antibiotici di seconda linea, quelli utilizzati quando gli altri non funzionano più per combattere, tra gli altri, i ceppi di escherichia coli e klebsiella pneumoniae.

Secondo recenti dati diffusi dalla Ears-Net Surveillance, l’Italia, con Grecia e Malta, e dal 2015 anche la Turchia, è il Paese con la maggior resistenza, ormai endemica.

DAL 2000 L’USO DI FARMACI A +60%. In Italia, poi, secondo Aifa e ministero della Salute, dal 2000 a oggi il consumo di farmaci è aumentato di oltre il 60% in parte legato all’abuso di antibiotici.

E un italiano su cinque assume farmaci senza prescrizione medica, percentuale che sale al 40% nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni.

Nell’ultimo rapporto Aifa emerge che la spesa farmaceutica territoriale pubblica si è attestata, nei primi nove mesi del 2015, a quota 9 miliardi 727 milioni di euro (circa 159 euro pro capite), con un aumento del 9,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Gli italiani hanno consumato 1.041,1 dosi ogni mille abitanti in regime di assistenza convenzionata con un lieve incremento rispetto all’anno precedente (+0,5%).

«USIAMO QUEI SOLDI PER IL SSN». «Esiste un abuso di farmaci in Italia, considerando che la spesa aumenta ogni anno. Gli italiani, unici al mondo, non si fidano dei farmaci equivalenti e tanto meno dei biosimilari, mentre non esistono prove che indichino una loro minore efficacia o maggiore tossicità», aggiunge Garattini.

«Occorre tener presente che l’impiego di questi farmaci potrebbe liberare molte risorse economiche senza

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