Attualità a cura di Maurizio Donini

La de-culturizzazione non conosce stagioni!

000cricca“Il sole a picco illumina file di ombrelloni colorati uniti come in un rosario pagano, pescherecci troppo

sottocosta si mescolano a motoscafi d’altura sotto improbabili bandiere; bambini sovrappeso si ingozzano

di rifiuti sotto lo sguardo compiaciuto di matrone apprensive come critters liberati dentro un fast-food;

padri imbolsiti da mesi di divano si inventano sport incestuosi fondendo il nobile tennis con la sappia

popolina; in lontananza lo stridio tragico di un violino celebra la fine della società responsabile.”

Alla citazione riportata dovremmo doverosamente aggiungere l’affannosa ricerca di un segnale mobile

accettabile anche fuori dai maggiori centri urbani, perfino in località turistiche invidiate dal resto del mondo

basta uscire dalle spiagge più cool per vedere sparire le agognate barrette. E’ il risultato dei piani sulla

banda larga che i governi che si susseguono continuano a riempire di speranze e vuotare di finanziamenti.

Un giorno il governo rimanda i 4,6 miliardi destinati al 2016, il giorno seguente le Regioni minacciano di

spendere egualmente il loro 2 miliardi in conto, il terzo giorno, redivivo Lazzaro toscano, il nostro buon

premier annuncia un piano di investimenti da 12 miliardi, teatrale dimostrazione che l’annuncite non

conosce stagioni.

Ma una banda larga sempre così disponibile potrebbe servire alla crescita culturale come tanti presunti

esperti vagheggiano? I presunti esperti sono come i tuttologi degli anni ’80, non mancano mai!! Basta

sentire quante volte al risposta ad una domanda logica è: “Lo dicono tutti!!”. Dove questo tutti in realtà è

un magma mediatico composto da imbarazzanti post di Facebook assurti a verità intangibili sulla base

dell’assunto che più una notizia viene ripetuta, più la stessa acquista veridicità.

Abbiamo visto alcuni milioni di “presunti esperti” votare un referendum dove in due righe si condensavano

34 pagine di memorandum di macro-economia, le probabilità che uno solo degli amici greci che si sono

recati a votare si sia letto il documento in toto è inferiore alla possibilità di trovare una vergine

maggiorenne a Manhattan. Ovviamente miriadi di italici “presunti esperti” non hanno fatto mancare i loro

non richiesti pareri accompagnando il tutto con viaggi sulle spiagge elleniche.

Il definitivo funerale della cultura lo abbiamo avuto con la desolante vicenda Azzollini, senza entrare nel

merito politico, desta sicuramente sgomento sapere che non tutti i cittadini sono come recita la

Costituzione, “uguali davanti alla legge”, ci sono quelli uguali a prescindere e quelli che per essere uguali

hanno necessità del proprio personale assenso. Una vicenda già triste di per sé, che diventa persino

paradossale leggendo lo spregio di Renzi, “non siamo i notai dei magistrati di Trani”, particolare visione

della separazione dei poteri da parte del Presidente, per finire ai proclami giustificativi del capogruppo del

PD Lorenzo Guerini. In questo strano PD dove esce Civati ed entra Verdini, il dott. Guerini nasce

democristiano e diventa segretario del maggiore Partito della Sinistra (sinistra?). Il nostro in questione, in

merito alla decisione sul caso Azzollini, ha dichiarato di “avere visto le carte”. Ora sarebbe interessante

capire esattamente cosa questo voglia dire, si è letto tutti i faldoni? E se l’ha fatto la sua competenza con

una laurea in Scienze Politiche ed un passato da consulente assicurativo gli permette di vagliare e cassare le

decisioni dei magistrati?

E’ la nascita della non-cultura, la de-culturizzazione di un paese dove la tecnologia sta livellando al basso

l’intellighenzia e la fantasia, il genio e la sregolatezza, una deriva culturale che trova piena espressione nella

pochezza della classe politica dirigente.

MAURIZIO DONINI