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Lu trenittu della Valle del Tenna

Se, a bruciapelo, venisse chiesto a un cittadino lombardo – o a un siciliano o a un valdostano, e via
andando – dove si trova la “ Valle del Tenna “, è probabile che, nella stragrande maggioranza dei casi,
riceveremmo come riposta un imbarazzato silenzio. Silenzio espresso plasticamente, è probabile, anche
con un sopracciglio inarcato riscontrabile sul volto dell’interrogato.
La Valle del Tenna ? Ohibò, sarebbe il caso di ricorrere al manzoniano “ Carneade ! “. La Valle del
Tenna la conoscono in pochi, eppure stiamo evocando uno dei luoghi più incantevoli d’Italia, un ferace e
verdeggiante territorio incastrato tra dolci pendii (in territorio fermano) e percorso da un antico e
tranquillo corso d’acqua.
Prendiamo due punti di riferimento : Porto S. Giorgio, centro balneare, e Amandola, centro montano. In
mezzo, la Valle del Tenna, con i suoi antichi paesini, i suoi colori, i suoi declivi, i suoi colori, le sue
tradizioni. Una quarantina di chilometri magici a cui nessun visitatore può rimanere indifferente. Orbene,
una volta i due centri citati (mare e montagna) erano collegati da un trenino che ha tutto il diritto di
entrare nella storia d’Italia. La linea ferroviaria di cui stiamo parlando venne inaugurata il 12 dicembre
dell’anno 1908 con un convoglio a vapore che qualcuno ha pensato bene di voler fare riemergere nel
piccolo mondo antico dei ricordi.
Un quartetto di appassionati fermani di rango (il presidente di Italia Nostra, Fasino; il titolare delle note e
gloriose autolinee Cardinali Pietracci; l’ex presidente di Italia Nostra, Serena; il presidente della Casa
della Memoria di Servigliano, Viozzi; il presidente di Confabitare, Paccapelo; e, infine, lo studioso di
ferrovie antiche, Vesprini) hanno chiesto all’azienda di trasporti abruzzese “ Tua “ e alla Società
Sangritana, l’acquisizione, a titolo gratuito, di un locomotore identico spiccicato a quello che trainò per
quasi mezzo secolo fascinosi e solidi vagoni passeggeri, attraverso la Valle del Tenna. Questa macchina
motrice, la “ 22-25 T.I.B.B. Del 1925 “ giace attualmente stanca e arrugginita, dopo tanti anni di lavoro,
in un deposito semi-abbandonato della città abruzzese di Lanciano. E, allora, perchè non ospitarla a
Fermo ? Rappresenterebbe di certo una nota di indubbio valore culturale e, perchè no, sentimentale (e
Dio sa quanto c’e’ bisogno, in questo momento, di sentimento).
Il locomotore che si sta evocando è quello che garantiva il servizio, a scartamento ridotto, tra la costa
adriatica e Amandola, vale a dire, con la denominazione tecnico-burocratica del tempo, La Linea
Fermana. I magnifici “ Sei dell’Apocalisse “ hanno inoltrato alle aziende abruzzesi una nota formale con
l’impegno, in caso di felice esito, a restaurare opportunamente il mezzo per poi posizionarlo, con una
immensa soddisfazione dei nostalgici, pochini, per la verità, causa anagrafe…, e un forte interesse da parte
dei giovani, proprio davanti all’ex stazione ferroviaria di Porto San Giorgio. Si badi bene, la ex, da non
confondersi con quella attuale. L’ex scalo ferroviario e tutta l’area che lo circonda, poche centinaia di
metri più a nord, sono attualmente proprietà della Ditta Cardinali Pietracci. Ma c’è di più. E cogliamo
quest’occasione perchè la consideriamo propizia per sottolineare un’altra iniziativa : e’ in via di sviluppo
un progetto per realizzare, udite udite !, anche una pista ciclopedonale lungo tutto quell’antico e
suggestivo tracciato ferroviario con il posizionamento, nelle varie stazioncine dove il trenino faceva
tappa, di locomotive e carrozze dell’epoca perfettamente rimesse a nuovo. Chapeau !
La linea ferroviaria che si vuole mettere in vetrina non è più operativa da 65 anni e i binari sono stati
quasi ovunque smantellati. Tuttavia, puntare i riflettori sul progetto di cui stiamo parlando ci sembra un
atto doveroso perchè si tratta di un’operazione squisita sotto tutti punti di vista. Siamo certi che
un’iniziativa del genere otterrebbe, a cose fatte, un lungo e sonoro applauso da tutta la popolazione. Nella
nota inoltrata alle aziende della confinante regione si fa presente, con assoluta inequivocabilità, che delle
spese per il trasporto della motrice (e non stiamo parlando del trasferimento di un divano …) si farebbe
carico la stessa ditta Cardinali, impresa di trasporti onorata e, soprattutto, storica. E tanta sensibilità
morale ci sembra che meriti una certa considerazione. Ordunque. Abruzzo ! Qui, a Fermo, è stato battuto
un colpo. Prego : rispondere ! Grazie.

Fabiano Del Papa