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Risorgono i borghi antichi

Il primo flusso migratorio di target elevato è stato registrato nel nostro Paese a partire dagli anni “80 e aveva come obiettivo primario abitazioni rurali, vecchi casali abbandonati per lo più distanti dal centro abitato. L’avvento di internet consentiva a questi pionieri di mantenere i contatti con il Paese di origine e financo di continuare un’attività lavorativa. Principalmente si trattava di professionisti o piccoli imprenditori, inglesi, tedeschi, svizzeri o francesi. Nel corso degli anni i flussi si sono fatti più intensi e sono radicalmente cambiate le abitudini di acquisto, come tra l’altro avevamo ampiamente previsto in un nostro pezzi di alcuni anni addietro. Infatti ci eravamo imbattuti spesso in proprietari di immobili, siti in centri storici, anche di piccoli centri, che avevano ricevuto offerte assai congrue per l’acquisto delle loro abitazioni o palazzi non più utilizzate all’interno degli antichi borghi. Dapprima il fenomeno aveva interessato la Toscana, parte dell’Emila e della Romagna per poi riversarsi prepotentemente verso le Marche e in maniera più selettiva verso l’Abruzzo. Altro target ed altre tipologie di investimento quelle che hanno interessato ed interessano la Puglia. Così negli anni, anche grazie la forte ascesa dei prezzi in regioni come la Toscana e l’Emila, i nuovi investitori stranieri si sono rivolti prevalentemente verso le Marche e in questo quadro alle abitazioni nei borghi storici dei piccoli paesi dell’interno. Investitori con molteplici interessi nel settore immobiliare. Registriamo infatti un segmento qualificato interessato all’acquisto di immobili con ampie metrature e magari di pregio al fine di realizzare strutture ricettive, bed&breakfast, e una loro piccola abitazione privata per le vacanze o per trascorrervi gli anni della pensione. Così come assistiamo ad investitori che oltre alle abitazioni nei borghi storici delle Marche investono in attività turistiche, enogastronomiche attirando frotte di connazionali verso quelle località, dando vita ad un fenomeno molto interessante per il quale molti di questi clienti a loro volta valutano e poi realizzano un loro investimento immobiliare contribuendo sensibilmente alla rivitalizzazione dei nostri piccoli comuni e alla loro economia. Negli ultimi tempi oltre ad essere saliti i prezzi, è salito sensibilmente il numero degli investitori, con una prevalenza marcata di olandesi, i quali apprezzano notevolmente le nostre colline ed anche i borghi a ridosso dell’Appennino che stanno tornando a nuova vita e ad una vitalità inaspettata fino a pochi anni addietro, con volumi di compravendite che non si vedevano da anni e prezzi molto interessanti per pezzature fino a ieri non collocabili sul mercato. Il fenomeno non tiene conto di comodità, servizi, ma trae il suo successo da un insieme di fattori, i costi contenuti di recupero e ristrutturazione degli immobili, le ampie cubature disponibili per alloggi ed eventuali strutture ricettive, l’amenità dei luoghi, il clima favorevole, le offerte enogastronomiche e non ultimo come ci confessava pochi giorni addietro un manager olandese le opportunità di business nei settori più svariati, dall’alimentare, alle calzature, ai cappelli, all’agricoltura, ai prodotti per l’agricoltura biologica, alla meccanica e via di questo passo. Siamo, per quanto attiene ai nostri centri minori, in termini di abitanti e territorio, ad un vero e proprio risorgimento, un trend che andrebbe assecondato, come stanno facendo in maniera proficua alcuni sindaci, Petritoli in testa, ma le opportunità sono ancora tante, forse pure smisurate, se pensiamo a gioielli ancora parzialmente inesplorati come Montalto, Ortezzano, Carassai, Montefiore dell’Aso, mentre al top sono oggi Moresco e Campofilone. Fermo che fa? Con la sua Rocca di Montevarmine potrebbe rappresentare un polo d’eccellenza per attrarre turismo di qualità, a patto di realizzare in un luogo unico e unitario alcune strutture poste tra l’altro a poche decine di  minuti dal mare e poche decine di  minuti  dalla montagna.

ARES