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Da Infolampo: Pensioni in 60.000 a Roma – Jobs Act si cambi

pensionatiromaPensioni, 60 mila in piazza a Roma

“A testa alta: tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensionati”, questo lo slogan della

moblitazione nazionale di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. I sindacati chiedono potere d’acquisto,

parificazione fiscale e modifica della legge Fornero

Piazza del Popolo, a Roma, è strapiena. “Siamo in 60 mila” hanno detto dal palco allestito per la

manifestazione nazionale di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. “A testa alta: tutti insieme per rivendicare

diritti e dignità dei pensionati”: questo lo slogan della

mobilitazione, il cui obiettivo è l’apertura formale di una

grande vertenza finalizzata a ridare potere d’acquisto ai

pensionati e un futuro dignitoso ai giovani. I tre sindacati

chiedono a governo, partiti politici e Parlamento il rispetto

dei diritti che fino ad ora sono stati negati: difesa delle

pensioni di reversibilità, tutela del potere d’acquisto e

recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione.

Ma anche la separazione tra previdenza e assistenza, la

parificazione fiscale tra pensionati e dipendenti, e

l’estensione degli 80 euro alle pensioni più basse. Per far

ciò, secondo Spi, Fnp e Uilp, è però necessaria una

modifica della legge Fornero che permetta più flessibilità in

uscita e l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro. Ma

anche più risorse per l’invecchiamento della popolazione e una legge quadro sulla non autosufficienza.

“Siamo in piazza oggi per chiedere di pagare meno tasse e di avere una rivalutazione giusta per i

pensionati. Chiediamo anche una risposta di flessibilità equa per i lavoratori affinché possano andare in

pensione”. A dirlo è Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil, parlando ai microfoni di rassegna.it.

“Al governo – ha aggiunto – chiediamo di cambiare politica e di investire sullo sviluppo e

sull’occupazione per le nuove generazioni. Chiediamo, soprattutto, che gli anziani siano trattati meglio,

non come un bancomat”.

Un risultato, però, i sindacati lo hanno ottenuto già prima della manifestazione. Il ministro del Lavoro e

delle politiche sociali Giuliano Poletti ha infatti invitato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil a un

incontro sui temi della previdenza e delle politiche del lavoro il 24 maggio. Lo ha confermato un

comunicato ufficiale diffuso lunedì 16 maggio, annunciando la convocazione a Roma, presso la sede del

VIDEO: Sarò in piazza perché… | Da Fabriano a Roma in bici

Il 24 i sindacati incontrano Poletti

Pensionati tartassati: 70 miliardi di euro annui allo Stato

«Disposti al dialogo, ma ora vogliamo i fatti»

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Cgil, Governo cambi verso e corregga errori Jobs act

Sorrentino: Soldi a pioggia a imprese non danno risultati apprezzabili

Roma, 18 maggio – “Che fine hanno fatto i milioni di posti di lavoro creati con il Jobs

act?”. Questa la domanda posta dalla segretaria confederale della Cgil Serena Sorrentino

alla luce dei dati diffusi oggi dall’Osservatorio precariato dell’Inps, accompagnata

dall’hastag #Polettirispondi.

“Potremmo commentare che a noi i conti tornano, visto che avevamo stimato sia l’effetto

doping del Jobs act che il decalage delle assunzioni”, dichiara Sorrentino. “Avevamo

infatti previsto – spiega – che l’occupazione sarebbe cresciuta di circa la metà rispetto a

quanto annunciato dal Governo e che ci sarebbe stato un considerevole rallentamento con

la riduzione degli incentivi, calcolo confermato oggi dall’Inps, che nel primo trimestre

registra un calo delle assunzioni su base annua pari al 12,9%, da imputare soprattutto al

crollo verticale dei tempi indeterminati”. “Ma avere ragione – prosegue – non è una

soddisfazione perché parliamo di circa 15 miliardi di risorse pubbliche investite male e di

tante speranze deluse per milioni di giovani italiani”.

“Il Governo, come diciamo da mesi, può correggere gli errori e cambiare sia il

meccanismo della decontribuzione che le norme del Jobs act”. La segretaria confederale

della Cgil sottolinea quindi gli interventi prioritari per il sindacato di corso d’Italia:

“l’abolizione dei voucher, che continuano a crescere in virtù della liberalizzazione (nel

trimestre gennaio-marzo sono aumentati del 45,6% rispetto allo stesso periodo del 2015),

la regolazione del tempo determinato e la modifica al sistema degli incentivi, che devono

diventare selettivi”.

“Ci hanno spiegato che liberalizzando i licenziamenti sarebbe aumentata l’occupazione,

ma hanno dato soldi a pioggia alle imprese e ignorato chi rappresenta il lavoro senza alcun

risultato apprezzabile: le imprese non stanno investendo in lavoro e innovazione e la

ripresa non c’è”, continua la dirigente sindacale.

“Bisogna cambiare verso perché quello del Jobs act è sbagliato. Noi ne abbiamo indicato

uno: stiamo raccogliendo le firme per la Carta dei diritti universali del lavoro, che riscrive

il diritto del lavoro in nome di un principio di uguaglianza, – ricorda in conclusione

Sorrentino – e abbiamo presentato da tempo una proposta di progetto per il rilancio e lo

sviluppo del Paese, il Piano del Lavoro”.

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