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Fermo e le priorità

lauretanaIl fermento intorno al necessario rilancio del centro storico non deve far dimenticare altre problematiche o pensare che tutto ruoti intorno allo stesso centro storico. L’operazione è importante, ma per riuscire necessita di impegni e attività pianificate sul medio e lungo periodo, con la ricucitura innanzitutto del rapporto con il territorio e la riattivazione di flussi importanti di clienti/visitatori dall’entroterra, attratti da eventi, manifestazioni e promozioni. Non bisogna comunque dimenticare il resto, in una città complessa, articolata, con decine di frazioni, una viabilità arretrata e a tratti fatiscente, un territorio ferito da scelte dissennate, per non dire altro delle passate amministrazioni. Un esempio vale per tutti. Fermo, senza riscontro alcuno, non solo nelle Marche, ma pensiamo nel resto del Paese ha cinque zone artigianali/industriali, San Marco alle Paludi, Campiglione, Girola, Ete Caldarette, Ete Sacri Cuori, più insediamenti sparsi sulla Pompeiana a San Girolamo. Frutto evidente di politiche contraddittorie, prive di pianificazione e programmazione o più efficacemente sostenute da iniziative private e particolari, in barba ad una sana politica di sviluppo socio economico. Lasciamo da parte i costi di queste operazioni e l’efficacia legata allo scollamento tra le varie zone produttive, nessuna in grado di dare una risposta unitaria ed utile alle imprese del territorio. Uno sguardo, vorremmo che i nostri amministratori lo volgessero verso il mostro informe residuo della vecchia Ceramica Lauretana. Un comparto sul quale molto si è discusso in passato senza trovare una soluzione idonea e possibile, per evitare l’incuria e il degrado di un pezzo di storia economica importante della città. E’ un insediamento privato, ma a guardarlo nel suo scheletrico stato attuale induce ad un forte senso di malinconia e di passione, per quello che poteva essere e non è stato. Tra i tanti mali di questa città c’è anche l’abbandono di una parte della sua storia, ed allora senza favoritismi o clientele si affronti con dignità il destino di quell’area e si tenti anche per la vecchia ceramica la via di una rinascita, sotto altre forme, altre intraprese.

r.an