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Caro-spesa e speculazione: la segnalazione all’Antitrust

Altroconsumo ha inviato una segnalazione all’Antitrust con la richiesta di un’indagine su possibili speculazioni nella filiera dei prezzi per i prodotti alimentari vittime di continui rincari. Ma cosa ha spinto l’associazione per la tutela e difesa dei consumatori a rivolgersi all’Autorità?

Gli aumenti, secondo Altroconsumo, sarebbero di gran lunga superiori a quelli imputabili al solo conflitto. A supporto della tesi, il fatto che un recente studio abbia evidenziato come gli aumenti siano iniziati molto tempo prima dello scoppio della guerra.

In aggiunta, sul sito di Altroconsumo è stata lanciata una raccolta firme gratuita. Con’essa, si chiede al Governo di intervenire con misure più efficaci a favore delle famiglie italiane per far fronte agli aumenti del prezzo degli alimentari.

Tra le richieste, c’è quella di rafforzare i “buoni spesa”, ovvero:

  • alzando la soglia massima Isee per i beneficiari da 12.000 a 20.000 euro,
  • semplificando le modalità di erogazione e di fruizione.

Rincaro degli alimentari: quanto ha inciso la guerra tra Russia e Ucraina?

La crisi economica causata dalla pandemia si è rivelata essere solo l’inizio di uno scenario ancora più buio causato dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Infatti, come ben sappiamo, il conflitto ha causato ulteriori rincari sulla bolletta del gas e dell’energia, sul costo dei carburanti e anche degli alimentari.

Fabbriche e aziende sono anch’esse vittime di questi rincari. Ciò si traduce costi di produzione maggiori e, conseguentemente, in un aumento del costo finale del prodotto che viene destinato alla vendita.

Si pensi, ad esempio, a come il rincaro del prezzo dell’energia comporti spese maggiori per tutte quelle aziende che fanno parte di una filiera produttiva o come il rincaro sui carburanti possa incidere sui costi di trasporto e distribuzione.

Una recente indagine svolta da Altroconsumo, resa possibile grazie alla rilevazione prezzi fornita da IRI Italia, mostra come il conflitto bellico tra Russia ed Ucraina stia giocando il suo ruolo (almeno in parte) sui rincari che stanno interessando il settore alimentare.

Lo studio registra un progressivo aumento dei prezzi di 7 dei 10 prodotti alimentari monitorati nell’ultimo anno.
Banane, latte e passate di pomodoro sono gli unici prodotti tra quelli monitorati con prezzo stabile nel tempo.

D’altra parte, farina 00zucchine e pasta di semola hanno registrato un aumento del 17% nell’ultimo anno.

Si continua con l’olio extra vergine d’oliva, più caro dell’11% rispetto al 2021, ma già vittima di un rincaro del 9% tra febbraio 2021 e febbraio 2022 e zucchero di barbabietola (+7,4%).

Preoccupante il rincaro sul caffè, il cui costo registra un aumento del 4% tra marzo e aprile 2022.

La guerra giustificherebbe, in parte, alcuni rincari come quello su semi di girasole e derivati. Infatti, parliamo di prodotti largamente esportati da entrambi i Paesi interessati nel conflitto, e che registrano un aumento del 15% solo tra febbraio e marzo di quest’anno.

Ciò che però maggiormente preoccupa Altroconsumo è il fatto che l’olio di girasole registri un rincaro complessivo del 43% rispetto all’anno scorso. Non solo, ma come fosse già aumentato del 28% tra dicembre 2020 e dicembre 2021, ben prima dello scoppio della guerra.

In conclusione, i rincari degli ultimi mesi su prodotti quali semi di girasole e grano mostrano chiaramente come lo scoppio del conflitto abbia influenzato i prezzi di alcuni prodotti alimentari, non solo in Italia, ma in gran parte dell’Europa.

Come dimostra l’analisi di Altroconsumo, però, diversi aumenti sono iniziati in piena pandemia. Speculazione dei prezzi? Lo scopriremo a breve con l’esito dell’indagine dell’AGCM.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/rincari-alimentari-antitrust/