Rapporto Ecomafia 2020
Nel 2019 crescono le illegalità ambientali: rispetto all’anno precedente le Marche
scendono di un gradino in classifica nazionale, posizionandosi al 15° posto, ma
aumentano i numeri a danno dell’ambiente con 990 reati accertati (2,9% del totale), 1042
persone denunciate, 4 arrestate e 280 sequestri
L’iniziativa promossa da Legambiente Marche, Libera Marche, Fillea Cgil Marche
Il “virus” dell’ecomafia non si arresta né conosce crisi. Nel 2019 nel Paese aumentano i reati
contro l’ambiente, anche nelle Marche che scendono in classifica nazionale dell’illegalità
ambientale piazzandosi al 15° posto ma con un aumento dei i numeri rispetto allo scorso anno.
Sono infatti 990 i reati (il 2,9% del totale) con 1.042 persone denunciate, 4 arresti e 280
sequestri. Nel ciclo del cemento sono 238 i reati registrati con 264 persone denunciate, 3
arrestate e 40 sequestri. Nella filiera dei rifiuti sono 194 i reati accertati con 225 persone
denunciate e 73 sequestri. Nella classifica delle archeomafie le Marche si posizionano
tredicesime in classifica nazionale con 12 opere rubate (2% del totale). Per quello che riguarda i
reati contro la fauna, le Marche al nono posto con 383 reati (4,7% del totale), 360 persone
denunciate, 1 arresto e 133 sequestri. La Provincia di Ancona si posiziona 13° tra le 20 più
interessate dal fenomeno con 170 reati accertati. Nella classifica nazionale sugli incendi, le
Marche sono sedicesime con 49 reati (1,3% del totale), 15 persone denunciate e 5 sequestri.
Tutti i dati al sito www.noecomafia.it
“I numeri di questa nuova edizione del rapporto Ecomafia 2020 – dichiarano Enrico Fontana,
responsabile Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente e Francesca Pulcini,
presidente di Legambiente Marche – descrivono un quadro preoccupante, in cui aumentato i
reati ambientali ma, grazie agli ecoreati introdotti nel Codice penale, anche la pressione dello
Stato. Non bisogna però abbassare la guardia, perché le mafie sfruttano la crisi economica e
sociale causata dalla pandemia per estendere ancora di più la loro presenza. Nelle Marche
bisogna monitorare con impegno la ricostruzione e, più in generale, è fondamentale completare
il quadro normativo per contrastare gli affari sporchi dell’ecomafia”.
“Nell’ultimo anno, in piena emergenza Covid le mafie si sono fatte sempre più forti ed in un
momento di rilancio e ripartenza del Paese è fondamentale l’azione delle Forze dell’Ordine, ma
anche un’azione culturale preventiva: per questo è fondamentale che il rispetto delle regole, la
trasparenza e l’attenzione ad una economia sana possono preservare anche la nostra regione
dalla pervasività della criminalità organizzata” dichiara Libera Marche.
“Il combinato della ricostruzione, del recovery plan e del 110% faranno arrivare nella nostra
regione centinaia di milioni dedicati al settore edile – commenta Daniele Boccetti, Segretario
Generale Fillea Marche -. Senza contare infrastrutture ed edilizia ospedaliera che già erano in
programma. Per cui l’attenzione deve essere massima così come i controlli che devono essere
capillari. È importante qualificare il settore (imprese-lavoratori-materiali) e investire sulla
sicurezza e sulla formazione”.
Alla presentazione del rapporto Ecomafia (in diretta facebook e youtube), hanno preso parte:
Enrico Fontana, Responsabile dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente;
Peppe Ruggiero, Ufficio Presidenza Libera; Daniele Boccetti, Segretario Generale Fillea CGIL
Marche; Giancarlo Marchetti, Direttore Generale Arpa Marche; Gianpiero Andreatta,
Comandante Carabinieri Forestali Marche; Enrico Moretti, Comandante Direzione Marittima
Marche; Daniele Paci, Magistrato Direzione Distrettuale Antimafia Ancona; Francesca Pulcini,
Presidente di Legambiente Marche e Paolo Gasperini di Libera Marche.
L’Ufficio Stampa di Legambiente Marche