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Covid-19: Milioni di lavoratori domestici senza lavoro

Aiuti economici, cassa integrazione, appello alla solidarietà delle famiglie. I Paesi europei sono chiamati ad
affrontare anche la situazione di emergenza di milioni di lavoratori domestici che sono rimasti senza lavoro e quindi
senza reddito, a causa della crisi sanitaria. Yoopies, piattaforma internazionale di incontro fra domanda e offerta di
servizi domestici – che registra più di 200 mila lavoratori fra baby sitter, collaboratrici domestiche e assistenti
domiciliari – fornisce una panoramica delle misure adottate in diversi Paesi.
Mentre Francia, Germania e Spagna hanno già attuato misure specifiche per tutelare i lavoratori di questo
settore, – che si riconfermano fondamentali per sostenere le famiglie europee nella cura e nell’assistenza delle fasce
più giovani e più anziane della popolazione – l’Italia o il Portogallo non hanno ancora approvato ammortizzatori
sociali che rispondano alle necessità del settore. Un punto in comune fra I Paesi analizzati, oggetto di discussione e
dibattito, è l’opportunità di favorire ed incoraggiare la regolarizzazione dei rapporti professionali di questi lavoratori
in modo che possano ricevere gli aiuti pubblici proposti agli altri lavoratori autonomi dichiarati.
Nel caso della Francia, il Ministero dell’Economia ha lanciato un provvedimento che consente ai datori di lavoro di
richiedere lo Chomage Partiel (dispositivo simile alla cassa integrazione) per i loro lavoratori domestici, per evitare
che alcune famiglie interrompano il pagamento del salario per le ore non lavorate; i datori di lavoro pagheranno così
al dipendente l’80% del salario netto per le ore non lavorate, importo che sarà rimborsato entro circa 15 giorni. D’altra
parte, i lavoratori domestici assunti dalla Germania possono ricevere una compensazione a breve termine chiamata
Kurzarbeitergeld che ammonta al 60% dello stipendio netto e al 67% per chi ha figli. In Spagna il governo ha
approvato la creazione di un sussidio di disoccupazione straordinario, al quale gli operatori domestici possono avere
accesso se vengono licenziati o se vedono ridotte le loro ore di lavoro. Questo beneficio, del 70% della base
contributiva, è destinato a chi era già regolarmente registrato prima dello stato di emergenza presso l’Istituto
Nazionale della Seguridad Social.
Italia: operatori dei servizi alla famiglia dimenticati?
Per l’Italia sappiamo che il lavoro domestico non è incluso tra le attività professionali sospese dal governo. Le
collaboratrici domestiche, le badanti e le tate potranno quindi continuare a prestare i loro servizi. Tuttavia, se a causa
della crisi le famiglie volessero interrompere i loro servizi, non è stata ancora fornita una misura sociale che li protegga
dal licenziamento, lasciando di fatto alla solidarietà e alla possibilità economica delle famiglie la possibilità di concedere
ferie o permessi retribuiti.
“A fronte delle misure di tutela prese nei Paesi sopra citati, rimaniamo in attesa di sapere se la categoria dei lavoratori
domestici sarà inclusa tra i beneficiari di un reddito di emergenza o se il governo prenderà altri provvedimenti”

afferma Maria Elena Magro, Country Manager Italia per Yoopies.

Il confronto europeo completo disponibile alla pagina:
https://yoopies.it/c/covid-lavoratoridomestici

Maria Elena Magro Country Manager for Southern Markets