INTESA SANPAOLO: EXPORT E SALDO COMMERCIALE RECORD PER I DISTRETTI NEL 2024; AVANZO COMMERCIALE SUPERA I 100 MLD
• Fatturato stabile a quota 344 mld, l’EBITDA margin all’8,1%; prosegue il
rafforzamento patrimoniale (+3% rispetto all’anno precedente).
• Export sale a 163,4 mld (+0,9%); boom agro-alimentare (+7,1%).
• Le imprese champion, più giovani e innovative, sono l’8% del totale, ben
rappresentate in ogni settore.
• Si esporta in mercati più lontani e si diversificano gli sbocchi commerciali:
distanza media export sale a 3.434 km.
• Innovazione tecnologica, investimenti green e capitale umano rimangono
fondamentali per la crescita.
Milano, 17 aprile 2025 – Nel biennio 2023-2024 la competitività dei distretti industriali
italiani è rimasta elevata con un nuovo record delle esportazioni e del saldo commerciale,
nonostante un rallentamento della crescita del fatturato. È quanto emerge
dalla diciassettesima edizione del Rapporto Economia e Finanza dei Distretti Industriali
– redatto dal Research Department di Intesa Sanpaolo – che mostra una fotografia aggiornata
della situazione economico-reddituale delle imprese distrettuali. Il rafforzamento
patrimoniale degli ultimi anni e le abbondanti disponibilità liquide rappresentano le
precondizioni per una ripresa degli investimenti e per migliori risultati di
crescita nell’arco dei prossimi anni.
Si tratta di obiettivi non semplici, anche alla luce dei dazi da poco annunciati sulle merci
importate negli Stati Uniti. Per le imprese italiane diventa più difficile esportare in un
mercato dinamico, ricco e vasto che nel 2024 ha assorbito l’11% dell’export dei distretti.
Possono però contenere la frenata sul mercato americano puntando sulla qualità delle loro
produzioni e, al contempo, cogliere opportunità di crescita in nuovi mercati. Già nel 2024,
tra i primi mercati per crescita in valore dell’export dei distretti vi erano Turchia, Emirati
Arabi Uniti, Arabia Saudita, Vietnam, Messico, Brasile, India. Se poi verrà adottata un’azione
di rilancio degli investimenti europei in infrastrutture, innovazione e autonomia
strategica, allora potranno aprirsi nuovi spazi di crescita anche in Europa che resta la
principale destinazione commerciale delle esportazioni distrettuali. Quanto emerso
nell’edizione di quest’anno del Rapporto conferma che il tessuto produttivo distrettuale ha
le risorse per affrontare le sfide di un contesto competitivo esterno sempre più complesso.
Fatturato stabilizzato a 344 miliardi, migliora l’EBITDA margin
L’analisi dei bilanci di 22.700 imprese distrettuali evidenzia come, dopo il balzo del
biennio 2021-22, nel 2023 il fatturato si sia stabilizzato su circa 344 miliardi di euro (-0,5%).
La redditività, misurata dall’EBITDA margin, è invece migliorata, tornando a superare l’8%
(8,1% vs 7,6% del 2022). È proseguito il rafforzamento patrimoniale, con l’incidenza del
patrimonio netto sul passivo salita al 34,4%, tre punti percentuali in più rispetto all’anno
precedente e sei sopra la percentuale del 2019. Il miglioramento ha caratterizzato tutte le classi
dimensionali e le filiere settoriali. Le disponibilità liquide sono rimaste su livelli
storicamente elevati (hanno sfiorato il 10% dell’attivo), risorse cruciali per autofinanziare
gli investimenti futuri e affrontare incertezze e rischi dello scenario. Dopo la frenata del
fatturato stimata per il 2024 (-3,5%), le prospettive per il 2025 sono condizionate dall’esito
delle tensioni commerciali in corso che rischiano di annullare gli effetti positivi del
rientro dell’inflazione e dei tassi di interesse europei.
Export record a quota 163,4 miliardi (+0,9%), avanzo commerciale oltre i 100 miliardi
Gli ultimi dati disponibili di commercio estero confermano la competitività dei distretti. Il
2024 si è chiuso con un nuovo record per l’export, a quota 163,4 miliardi (+0,9%). Il
contemporaneo calo dell’import (-1,9%, dopo il -9,3% del 2023), ha spinto l’avanzo
commerciale oltre la soglia dei 100 miliardi, una cifra mai toccata prima. Si è messa in
evidenza la filiera agro-alimentare che sta conoscendo una crescita ininterrotta sui mercati
esteri e che nel 2024 ha registrato un aumento dell’export a prezzi correnti pari al 7,1%.
Anche le altre filiere distrettuali hanno mostrato una buona competitività sui mercati
internazionali. Negli ultimi anni, infatti, l’export si è portato su livelli storicamente elevati
nei distretti della meccanica, della filiera dei metalli, dei beni di consumo della moda e dei
prodotti e materiali da costruzione.
Si esporta più lontano e si diversificano di più gli sbocchi commerciali
L’analisi di lungo periodo conferma la capacità delle imprese distrettuali di ampliare il
proprio raggio d’azione: la distanza media percorsa dall’export è passata da 3.150 chilometri
nel 2005 a 3.434 nel 2023. Al contempo, è aumentata la diversificazione degli sbocchi
commerciali.
Migliori risultati per chi ha puntato su qualità, innovazione e sostenibilità
È rimasta alta la dispersione dei risultati: la quota di imprese distrettuali con EBITDA
margin superiore al 20% è salita al 13,3% nel 2023, dall’11,5% del 2019, mentre la
percentuale di imprese con marginalità negativa è passata dall’8,2% al 10%. La dispersione
è particolarmente alta tra le microimprese. È significativo il legame tra strategie e
performance: chi, ad esempio, ha puntato sui certificati di qualità ha visto salire l’EBITDA
margin al 10,2% nel 2023, dal 9,3% nel 2022. Le altre imprese distrettuali si sono fermate
all’8,4%. Le imprese distrettuali con impianti di autoproduzione di energia hanno registrato
un EBITDA margin pari al 10,3%, quasi due punti in più rispetto alle altre. Questi vantaggi
hanno interessato anche chi ha in portafoglio marchi o brevetti o certificati ambientali.
Posizionamento strategico, rafforzamento patrimoniale, abbondante liquidità negli attivi e
presenza di giovani nei board sono fattori decisivi nello spiegare la continuità aziendale. È
questa l’evidenza emersa in un’analisi di lungo periodo che ha messo a confronto la situazione
economico-reddituale e strategica nel periodo 2011-2013 tra imprese ancora oggi attive e
imprese operative in quegli anni, ma nel frattempo uscite dal mercato.
Le imprese champion, più innovative e più internazionali, sono l’8% del totale
Si è messo in evidenza un nucleo di imprese definite come “champion” in base alle loro
performance nel periodo 2021-23: sono quasi l’8% del totale, ben rappresentate in ogni
settore. Sono imprese particolarmente attive in termini di innovazione e
internazionalizzazione e mostrano una maggiore presenza di giovani e donne nei consigli di
amministrazione. I dati confermano che le imprese distrettuali che hanno saputo portare avanti
con successo il passaggio generazionale si sono rafforzate, con benefici in termini di
competitività.
L’innovazione tecnologica e gli investimenti green rimangono fondamentali
L’innovazione tecnologica gioca un ruolo determinante: dopo il 2020, grazie alla spinta
del piano Transizione 4.0, si è assistito a un aumento della diffusione di tecnologie, con
vantaggi significativi in termini di efficientamento dei processi, produttività, miglioramento
di sicurezza e flessibilità. A sostenere le aziende hanno contribuito soprattutto i fornitori, sia
di tecnologie che di impianti, in una logica di filiera che è tipica del tessuto distrettuale
italiano. Altrettando importanti sono gli investimenti green: le aziende si stanno
concentrando su tecnologie per ridurre i consumi energetici e accrescere l’autoproduzione
di energia da fonti rinnovabili (indicate dal 43,6% e dal 33,8% delle imprese). Un’evidenza
che riflette anche la necessità delle imprese di cercare soluzioni all’aumento dei costi
energetici degli ultimi anni. In alcuni territori è evidente poi un maggior ricorso al trasporto
ferroviario che risulta strategico per ridurre le emissioni di CO2, l’inquinamento e la
congestione delle strade. Nei distretti toscani del sistema moda tra il 2001 e il 2023 la quota
di export trasportata via gomma è scesa al 90% (dal 97%); al contempo, l’incidenza del
trasporto ferroviario è cresciuta di tre punti percentuali.
La qualità del capitale umano è centrale per un percorso di crescita
Il capitale umano è centrale in questo percorso: tra il 2011 e il 2023 gli addetti con alte
competenze impiegatizie e manageriali nei settori ad elevata intensità distrettuale sono
saliti di 94.182 unità, passando dal 21,3% al 24% del totale. Una spinta è venuta anche
dall’ingresso di giovani nel board, più attivi negli investimenti digitali e green. È
fondamentale trattenere e attrarre competenze in azienda, puntando su miglioramento
delle condizioni lavorative e welfare. Già oggi nei distretti l’incidenza degli infortuni è
inferiore alla media manifatturiera (18,5 eventi per 1.000 addetti vs 19,2). Le iniziative di
welfare aziendale sono attese in crescita nei prossimi anni, soprattutto tra le imprese più
grandi.
L’analisi proposta fa dunque emergere il virtuoso percorso di riposizionamento
competitivo realizzato nel tempo dalle imprese distrettuali, ma anche le priorità da affrontare:
su tutte la “difesa” del mercato americano e la ricerca di opportunità in nuovi mercati,
l’innovazione e la tecnologia, la sostenibilità ambientale, sociale e della governance. Si
tratta di un mix articolato di strategie che, come evidenziano alcuni approfondimenti di questo
Rapporto, può essere adottato con più facilità proprio nei distretti dove ancora vi sono
vantaggi localizzativi, legati a una maggior diffusione di competenze professionali, alla
presenza di enti di formazione e di centri di ricerca e di analisi dei materiali o dei prodotti,
alla vicinanza ai mercati di approvvigionamento, alla prossimità delle filiere di fornitura e dei
servizi di trasporto, alla maggiore riconoscibilità internazionale.
TAVOLE
Fig. 1 – Distretti: evoluzione del fatturato (variazione % a prezzi
correnti, valori mediani)
Fig. 2 – Distretti: EBITDA margin (%, valori mediani)
Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)
Fig. 3 – Distretti: EBITDA ed EBIT margin (%, valori mediani):
differenza tra 2019 e 2023 per classe dimensionale
Fig. 4 – Distretti: produttività del lavoro (valore aggiunto per
addetto, migliaia di euro a prezzi correnti, valori mediani)
Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)
23,9
13,4
-0,5
12,2
-5
0
5
10
15
20
25
30
2021 2022 2023 2023 vs 2021
8,1
7,6
8,1
6
7
8
9
2021 2022 2023
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
Micro
imprese
Piccole
imprese
Medie
imprese
Grandi
imprese
EBITDA Margin EBIT Margin
52,9
59,0
61,3
65,0
65,1
0 20 40 60 80
2008
2019
2021
2022
2023
Fig. 5 – Distretti: export, import e avanzo commerciale, miliardi di euro
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Fig. 6 – I distretti migliori per performance di crescita e redditività e patrimonializzazione (punteggio da 0 a 100)
Nota: i colori attributi ai distretti fanno riferimento alla zona in cui operano: verde Nord-Est, blu Nord-Ovest, giallo Centro, arancione Mezzogiorno. Fonte: Intesa
Sanpaolo Integrated Database (ISID) e Istat
Fig. 7 – Distretti: quota imprese con EBITDA margin > al 20% Fig. 8 – Distretti: quota di imprese con EBITDA margin negativi (%)
Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)
163,4
62,8
100,6
0
30
60
90
120
150
180
Export Import Saldo
11,5
13,1
12,2
13,3
0
5
10
15
2019 2021 2022 2023
8,2 8,4 9,2
10,0
0
5
10
15
2019 2021 2022 2023
Fig. 9 – La diffusione delle imprese champion distrettuali per
macro-area geografica (%)
Fig. 10 – La diffusione delle imprese champion distrettuali per
classe dimensionale (%)
Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)
Fig. 11 – La diffusione delle imprese champion nei distretti per
tipologia del board per età dei componenti (%)
Fig. 12 – La diffusione delle imprese champion nei distretti per
tipologia del board per genere dei componenti (%)
Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)
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