Ristorazione, Confcommercio Marche Nord: “L’abusivismo va fermato. Stesso mercato, stesse regole”
“Stesso mercato, stesse regole anche nella ristorazione”. Confcommercio Marche Nord chiede ancora una volta il rispetto del principio anche nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, in particolare quello legato alla ristorazione. Lo fa con il direttore Agnese Trufelli e il presidente dell’associazione Ristoratori Mario di Remigio, dove ormai da tempo l’abusivismo dilaga: “Siamo di fronte a una vera e propria piaga – esordisce Trufelli – con conseguenze assai negative per un settore che altresì va in ogni modo tutelato perché rappresenta un’eccellenza assoluta della nostra nazione. Ogni anno il fenomeno, a ridosso delle festività, si arricchisce di nuove forme: pranzi e cene in ogni dove, anche in mezzo ai campi, senza alcun rispetto per la sicurezza dei clienti e l’igiene del “locali”. Non importano i servizi igienici, la presenza di spazi per il personale, gli ambienti di lavorazione idonei, il rispetto delle normative di Pubblica Sicurezza, tasse e tariffe. Una concorrenza sleale, inaccettabile, con gravi contraccolpi a livello economico e d’immagine in un territorio che vuole essere a vocazione turistica richiamando eccellenze e qualità. Se vogliamo puntare decisi sul turismo, e ne abbiamo tutte le carte in regola viste la bellezza del territorio e dell’intera regione Marche, è fondamentale una ristorazione di pregio. Chiediamo a chi di dovere maggiori controlli per tutelare il settore”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Di Remigio: “Sono sempre più sul territorio le iniziative e forme di somministrazione di alimenti e bevande in cui non vengono rispettate le più elementari regole, dalle norme igienico-sanitarie e di sicurezza, fino a quelle fiscali. Noi ristoratori dobbiamo rispettare leggi, regole, regolamenti, autorizzazioni e abbiamo costi di gestione sempre più difficili da sostenere, anche perché questa concorrenza sleale sottrae inevitabilmente clientela. Di questo passo i ristoranti, quelli veri, quelli che tengono alta la qualità, rischiano seriamente di chiudere. E’ necessario immediatamente intervenire. Non è la prima volta che lanciamo l’allarme. Finora però non è stato fatto nulla”.