INTESA SANPAOLO: IL COMPARTO DEL MOBILE HA RESISTITO MEGLIO DEL MANIFATTURIERO ALLE DIFFICOLTA’ DEL 2024
Cauto ottimismo per il 2025, soprattutto per quanto riguarda l’Eurozona,
anche se il contesto internazionale presenta rischi al ribasso sulla crescita
Milano, 7 aprile 2025 – Il settore del mobile ha resistito meglio alle difficoltà riscontrate dai
mercati nel 2024 rispetto al manifatturiero nel suo complesso. È quanto emerge da uno
studio del Research Department di Intesa Sanpaolo preparato in occasione del Salone del
Mobile.
Le imprese del mobile sono riuscite a limitare i danni chiudendo il 2024 con un calo di
fatturato pari all’1,2% a prezzi correnti (fonte Istat), decisamente inferiore alla contrazione
registrata dal manifatturiero nel suo complesso (-3,4% al netto del settore dei prodotti
petroliferi). Il mercato interno, per quanto in fisiologico rallentamento dopo l’exploit degli
anni pandemici, ha potuto beneficiare ancora della presenza degli incentivi fiscali a supporto
delle ristrutturazioni edilizie (con un tetto di spesa di 5 mila euro per mobili e grandi
elettrodomestici). Il fatturato domestico (fonte ISTAT) ha registrato una lieve contrazione (-
0,8%).
Sul fronte delle vendite estere (-2,6% a prezzi correnti) si è osservata una buona tenuta degli
Stati Uniti (+1,2%), divenuti il secondo sbocco commerciale (alle spalle della Francia e
davanti la Germania, dove la contrazione è stata particolarmente significativa, -7,9%).
Ottimi i risultati dei mercati medio-orientali: Emirati Arabi Uniti (+23,4%) e Arabia Saudita
(+18,5%) rientrano ormai stabilmente nei primi 15 paesi di destinazione dei mobili Made in
Italy. A fare da traino sui mercati internazionali è soprattutto la fascia alta della gamma
produttiva dove le imprese italiane sono molto competitive, con una quota di mercato
sull’export mondiale di prodotti a prezzi elevati che, nel caso del mobile, raggiunge nel
2023 quasi il 10% (a fronte di una quota del 4,7% sui prodotti di fascia medio-bassa).
Dietro questo risultato c’è la forza delle filiere del Made in Italy, con la produzione
altamente concentrata in aree ad elevata specializzazione, dove si tramandano know-how e
competenze artigianali, coniugate con l’elevato livello estetico delle produzioni di design. Il
design rappresenta una competenza chiave per il Made in Italy, a servizio di un ampio
spettro di attività. Oltre agli elevati investimenti interni alle imprese, l’Italia, infatti, è il
primo Paese europeo per le attività di design specializzato: 6,3 miliardi di euro di fatturato
(il 16,4% del totale UE27), con poco meno di 70 mila addetti, quasi il 20% del totale
europeo (segue la Francia con 55mila addetti e la Germania con 53mila).
Le prospettive per il 2025 sono di cauto ottimismo, soprattutto per quanto riguarda la ripresa
dell’eurozona. Il progressivo rientro dell’inflazione e il taglio dei tassi d’interesse
dovrebbero consentire un recupero dei consumi europei, con ricadute positive anche sulla
filiera del mobile. Il contesto internazionale resta però denso di rischi al ribasso sulla
crescita. Tra i fattori più destabilizzanti, in primo piano l’evoluzione delle politiche
commerciali dell’amministrazione USA. Le stime basate sull’elasticità al prezzo delle
importazioni americane evidenziano, a fronte di un dazio del 20%, un rischio di riduzione
delle esportazioni italiane di legno-arredo tra l’1,5% dei mobili per ufficio ed il -2,8% dei
mobili imbottiti. Si tratta di stime che però non tengono conto del fatto che l’offerta italiana,
come già ricordato, è costituita perlopiù da prodotti di design di fascia alta e della capacità
di reazione delle imprese italiane, sia nell’aggiustare i propri listini sia nel cercare nuove
destinazioni.
La continua ricerca di nuovi mercati, già in atto da diversi anni, potrà essere ulteriormente
accelerata da un contesto internazionale dove i rischi geopolitici continueranno ad essere
largamente protagonisti. A conferma di questa tendenza, un’indagine Intesa Sanpaolo
condotta sfruttando la rete degli specialisti all’internazionalizzazione, evidenzia come le
imprese italiane si stiano già muovendo su questo fronte, guardando con crescente
attenzione a nuove rotte commerciali vicine e lontane, tra le quali spiccano India e Nord
Africa.
Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo:
“Nonostante un quadro commerciale meno prevedibile, i mercati internazionali
continueranno, infatti, a svolgere un ruolo chiave per la crescita dell’industria italiana
dell’arredamento. La propensione all’export del settore del mobile si confermerà infatti
elevata, collocandosi attorno al 45% nell’orizzonte del 2025, per un valore delle
esportazioni che potrà raggiungere i 11,7 miliardi di euro (sostanzialmente in linea con il
2024). Si manterrà ampiamente positivo anche il saldo commerciale, che nel 2025 si
attesterà a 8,6 miliardi, in forte crescita sul 2019 (+ 744 milioni euro)”.
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