Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno reso sempre più evidente il fatto che siamo di fronte ad un vero e proprio rovesciamento dell’alleanza tra Stati Uniti ed Europa. L’Amministrazione americana in carica, addirittura, mette a pentimento la sicurezza europea insieme a quella ucraina stabilendo rapporti diretti con Putin, minaccia guerra sul piano commerciale e attacca il modello democratico europeo.
L’UE sinora ha retto, senza dividersi, nel momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina e si sta dimostrando forte nel momento in cui Trump manifesta la sua ostilità al progetto europeo; ma ora è tempo che l’UE rafforzi la sua unità ei suoi poteri, e che si doti di una politica estera e di sicurezza.
Il Presidente Emanuel Macron ha convocato, l’11 marzo, a Parigi, una riunione dei Capi di Stato maggiori dei paesi UE e della Gran Bretagna (osservatori: Canada, Australia, Giappone e Nuova Zelanda). Il 12 marzo si è riunita una coalizione di paesi composta, oltre che dal Regno Unito, da Francia, Germania, Italia e Polonia, in quanto paesi dotati delle maggiori capacità militari, per valutare la possibilità di costituire una forza di interposizione in Ucraina, a partire dal momento in cui sarà stato raggiunto un accordo con la Russia. Sabato 15 ha avuto luogo un’altra riunione dei cosiddetti “volonterosi”, che ha già programmato per giovedì una riunione operativa. Nel frattempo, la Commissione ha presentato il suo Piano ReArm Europe , che ha anche ricevuto l’approvazione unanime del Consiglio europeo e quella politica del Parlamento europeo.
La gravità della situazione e la necessità di assumere decisioni nell’immediato non consentivano un percorso diverso, dato che, pur essendo passati tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’UE non ha fatto passi decisivi verso il rafforzamento delle proprie istituzioni e neppure nel settore della politica di difesa. Siamo ancora in un quadro in cui la sovranità, in particolare in questi ambiti, è nelle mani degli Stati.
La risposta europea alle sfide del nuovo quadro mondiale, però, non può fermarsi al livello nazionale e neppure al formato di una maggior cooperazione intergovernativa, sia pure sostenuta dal comune interesse a difendersi dall’aggressione russa . Le decisioni assunte a Parigi, nel corso dell’incontro dei Capi di Stato maggiori dei paesi disponibili, dovranno a brevissimo essere affiancate dall’iniziativa nel quadro UE per avviare il processo di costruzione di una vera difesa comune.
Francia, Germania, Italia e Polonia, con la Spagna e con gli altri Paesi disponibili, possono aprire la via. I Trattati prevedono la possibilità di notificare al Consiglio e all’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza l’intenzione di avviare una cooperazione strutturata permanente (PESCO) volta all’istituzione di una forza multinazionale europea. Questa, se gli Stati partecipanti lo vorranno, potrà essere posta, transitoriamente, alle dipendenze delle attuali istituzioni europee; gli Stati partecipanti potranno decidere di procedere a maggioranza e attribuire poteri esecutivi e di mandatario alla Commissione o all’Alto Rappresentante. Sarà necessario stabilire le modalità di coordinamento con il Comitato politico e il Comitato militare dell’UE e dovrà essere previsto un rapporto periodico al Parlamento europeo sull’andamento della missione. La forza multinazionale europea potrà beneficiare di una parte degli introiti del previsto prestito europeo di 150 miliardi di euro contenuto nel piano presentato da Ursula von der Leyen; ma potrà anche prevedere la creazione di un nuovo fondo europeo per la difesa, finanziato con l’emissione di debito garantito dai bilanci nazionali dei paesi partecipanti. Il fondo servirà a finanziare l’ammodernamento degli eserciti dei paesi partecipanti, nonché i progetti industriali coordinati a livello di PESCO.
Il MFE chiede al Governo italiano di farsi parte attiva nella promozione di questa PESCO, ricordando anche che più volte il Presidente del Consiglio si è espresso a favore del fatto che la difesa dovesse diventare una competenza comune europea. Chiede a tutte le forze politiche di sostenere a loro volta questa proposta (leggi la nota della presidenza del MFE inviata agli esponenti politici in occasione delle comunicazioni del Presidente Meloni alle Camere in vista della riunione del Consiglio Europeo del 20 marzo).
Nello stesso tempo, il MFE chiede al Parlamento europeo di rilanciare la sua posizione sulla riforma dei Trattati e di concentrarsi sulle riforme più urgenti, in particolare in materia finanziaria e fiscale e di politica estera e di difesa.
L’avvio del processo di costruzione di una forza multinazionale da parte di un’avanguardia di Paesi e la costruzione di una sovranità europea democratica sono due misure urgenti e sinergiche. Tutte le istituzioni nazionali ed europee e tutte le forze europee dovrebbero concentrarsi su questo duplice obiettivo.
Pavia-Firenze, 18 marzo 2025