‘Marche, il gusto del biologico – Costruiamo insieme un mondo sostenibile’
Il Distretto Biologico delle Marche entra nel vivo per conquistare sempre più la fiducia dei consumatori
Il Distretto Biologico delle Marche, tra i distretti più grandi d’Europa nonché modello di riferimento in Italia, è pronto
a mettere in atto le linee strategiche. Con duemila imprese agricole che rappresentano oltre il 75% della superficie
agricola, di cui il 25% coltivata a biologico, il Distretto Biologico delle Marche entrerà in attività nelle prossime
settimane. Riconosciuto ufficialmente dalla Regione Marche nel 2021, e a seguito del progetto finanziato dal
Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Decreto DG PQA prot. n. 573899 del
30/10/2024), il Distretto biologico delle Marche intende valorizzare la sua grande vocazione territoriale sinonimo di
circa 92 mila ettari investiti in agricoltura biologica, uno dei valori percentuali più elevati fra le regioni italiane,
raggiungendo con cinque anni di anticipo l’obiettivo europeo fissato dalla strategia From Farm to Fork per il 2030.
“Per molti anni il settore bio ha visto una domanda crescere molto più velocemente dell’offerta – spiega il
presidente del Distretto, Giovanni Battista Girolomoni – quindi, l'attenzione era quella di garantire la coerenza e
la fiducia del processo di certificazione e di avere politiche che aiutassero la conversione all’agricoltura bio. Oggi
questo, pur rimanendo importante, non è più sufficiente. Per continuare a far crescere l’agricoltura biologica, unico
modello di agricoltura sostenibile riconosciuto dai regolamenti, è necessario che il bio esca dalla nicchia per
diventare sempre più la normalità dei consumi delle persone. Fondamentale diventa quindi far crescere la
consapevolezza sia tra gli agricoltori, sia tra i consumatori, insieme a tutti gli altri attori portatori di cambiamento. È
questo a cui si punta con l’avvio del progetto il Distretto Biologico Marche” – conclude Girolomoni.
I traguardi da raggiungere sono ambiziosi: il progetto, della durata di due anni, mira a mettere a terra, entro fine
2026, una serie di attività per diffondere la cultura del biologico come modo di pensare e di produrre, con ai primi
posti la qualità del cibo, la salute e il benessere, l’etica del lavoro e il rispetto della biodiversità. Una nuova alba per
l’economia circolare della nostra regione, perché l’agricoltura biologica rappresenta uno degli strumenti più efficaci
per promuovere la sostenibilità ambientale e migliorare la qualità dei prodotti alimentari e poi perché il distretto
unisce tutti i soggetti economici e sociali interessati: imprese agricole, università, centri di ricerca, enti locali,
cittadini e altre realtà del settore agricolo.
Il progetto entrerà nel vivo con azioni di informazione, attività di consulenza e promozione delle produzioni
biologiche, sia alle imprese aderenti e non, con l’obiettivo di diffondere le conoscenze scientifiche sui prodotti
biologici e il metodo di produzione, rafforzando così l’identità del marchio ‘Bio’ e conquistando sempre più la fiducia
dei consumatori, messa a rischio da un mercato che trabocca di certificazioni green ingannevoli.
L’informazione avrà come perno i temi che ruotano intorno al mondo bio come, per esempio, la conversione
all’agricoltura biologica e l’uso sostenibile delle risorse naturali nei processi produttivi, l’integrazione delle attività
agricole biologiche con altre attività economiche o la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e il divieto di
diserbanti per la pulizia di strade e aree pubbliche.
La consulenza è rivolta a gruppi di aziende in materia di filiere corte biologiche al fine di incentivare la produzione
locale o sulla semplificazione e il supporto nell’applicazione della normativa sulla certificazione biologica, per citare
alcuni esempi. Infine, ma non per ultimo, la promozione: ‘Marche, il gusto del biologico – Costruiamo insieme un
mondo sostenibile’ è il titolo della campagna di comunicazione utile per comunicare i valori del biologico, diffondere
le conoscenze scientifiche sui prodotti biologici e sul metodo di produzione, considerando che il 50% dei
consumatori non conosce ancora il logo comunitario che identifica il marchio bio. Una campagna di comunicazione
importante che integra offline (pubblicità, affissioni, media) e online (sito internet, canali social) e mira a trasmettere
al pubblico il grande universo del biologico delle Marche, patrimonio di gusto, cultura e sostenibilità.