“La gente mormorano” di Piero Massimo Macchini
Sette giorni, sette sold out, altissimo gradimento. C’è grande soddisfazione per la riuscita di
“La gente mormorano”, di Piero Massimo Macchini per la regia di Gabriele Claretti,
spettacolo andato in scena per le festività natalizie all’Auditorium “Giusti” di Sant’Elpidio a
Mare.
Un evento teatrale molto apprezzato, in cui, come sostengono Macchini e Claretti, “si ride
tanto e tanto si riflette”.
“La Gente Mormorano” vuole essere umorismo salvifico, che salva le vite e non che le mette al
tappeto, in un mondo sempre più violento. E a mormorare, in maniera positiva, dobbiamo essere
tanti: quello che ci fa sentire vivi e unici è la maniera in cui ci raccontiamo, grazie al potere
narrativo della parola che dà al nostro essere il vero valore. Se ci fosse stata la possibilità –
commenta Piero Massimo Macchini – avremmo messo in programma almeno altre due serate,
visto l’apprezzamento del pubblico. Ringrazio davvero tutta la squadra che ha lavorato allo
spettacolo, a partire dal regista Gabriele Claretti, Giacomo Pompei per le scenografie, Patrizia
Mochi per la comunicazione social, Cristiano Virgili per il marketing, l’associazione Lagrù di cui
con orgoglio faccio parte”.
“Gli spettatori sono scesi in campo con noi”, riferisce Gabriele Claretti “in un campo da tennis
su cui giocare con le battute, chiacchierando, con Piero Massimo arbitro seduto sul suo alto
sgabello a fare da giudice dei costumi, di quella moralità che si può castigare solo ridendo. Ma
nella nostra idea lo sgabello era anche quello del comico – prosegue – quello dello stand up
comedian che riflette sul modo stesso in cui fare comicità”.
Uno spettacolo che nel 2024 è arrivato come un fulmine a ciel sereno per Macchini, dopo il
successo di “110% uno spettacolo di facciata”, ma che si è reso quasi necessario come
sintesi ideale dei lavori individuali dello stesso attore e del regista Claretti.
Una performance in cui il pubblico è pensato per esservi totalmente “incluso”: “Il messaggio
che intendiamo far passare – ricordano Macchini e Claretti – è che gli spettatori non devono
subire gli spettacoli, ma essere protagonisti insieme agli attori dell’avvenimento teatrale.
Bisogna ricordare loro che sono importanti e renderli partecipi”.