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I risultati al 31 marzo 2020 del Gruppo UBI

Il 2020 è iniziato per UBI Banca con la conferma di solidi risultati economici e patrimoniali.
Nel primo trimestre dell’anno, che include i primi impatti dell’emergenza Covid19,
manifestatasi a partire dal mese di marzo, l’utile netto si è attestato a 93,6 milioni (più che
raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni del 4trim2019 e +12,2% rispetto agli 83,4 del 31.3.2019)1,
nonostante significative rettifiche analitiche aggiuntive effettuate in modo mirato sulle
inadempienze probabili nei settori maggiormente colpiti dalla crisi Covid19.
Il CET1 FL ratio è salito significativamente al 12,86% (+57 bps vs 31.12.2019) e il Total capital
ratio al 17,05% (+122 bps vs 31.12.2019), i crediti deteriorati lordi sono scesi ulteriormente del
2,4%, grazie esclusivamente al work-out interno, attestandosi al 7,5% dei crediti lordi (6,7%
pro-forma tenendo conto della cessione massiva di circa 800 milioni di sofferenze in corso di
lavorazione). Il Texas ratio si attesta al 48,8% (era il 55,13% a fine 2019).
La qualità del credito performing è ulteriormente migliorata (componente ad alto rischio scesa
al 2,7%); il tasso di default è conseguentemente diminuito all’1% inclusivo della nuova
definition of default.
La Banca ha saputo reagire con estrema rapidità alla crisi innescata dal Covid19, a tutela dei
dipendenti e della clientela, facendo leva anche sull’efficacia e flessibilità dei sistemi
informatici e delle strutture organizzative che si sono confermati all’altezza dell’emergenza.
Il Gruppo si è immediatamente attivato per poter offrire ogni tipo di supporto alla clientela,
confermando celerità di azione, sistema IT performante e agile, disponibilità ad accompagnare
le necessità espresse con risposte solide e concrete, flessibilità e rapido adeguamento del
modello di business. Tra l’altro,

  • Tutti i gestori small business, premium, private e corporate (oltre 4.700 persone) sono stati
    abilitati alla vendita a distanza, in grado di offrire prodotti e servizi (consulenza finanziaria,
    prodotti di finanziamento, ecc…) gestendo anche la contrattualistica da remoto. Ciò ha
    consentito di proseguire l’attività commerciale anche al picco della crisi.
  • Il 1° aprile UBI Banca ha varato il piano “Rilancio Italia”: un programma di sostegno
    finanziario fino a 10 miliardi di euro per le imprese, le famiglie e il terzo settore. Denaro
    dedicato agli anticipi della cassa integrazione, ai finanziamenti per garantire alle aziende
    nuova liquidità, oltre che alla sospensione delle rate di mutui e finanziamenti, con interventi
    che combinano l’esigenza di affrontare l’urgenza del momento con l’intento di sostenere la
    ripresa economica nei prossimi mesi;

1 Risultati “riesposti” per tener conto della variazione del criterio di valutazione degli immobili. Vedasi nota metodologica e schemi
allegati. L’utile netto precedentemente pubblicato ammontava per il 1trim2019 a 82,2 milioni e per il 4trim2019 a 60,1 milioni.

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  • UBI Banca si è attivata per consentire il miglior accesso – anche a distanza – alle
    opportunità offerte dai Decreti varati dal Governo. Le moratorie concesse hanno raggiunto
    le 130.000 unità, di cui il 50% circa, in termini di debito residuo, in Lombardia. UBI è stata
    riconosciuta la Banca più tempestiva e veloce nel lavorare le richieste di finanziamento fino
    a 25.000 euro, grazie alla definizione di procedure fluide e rapide in collaborazione con SF
    Consulting, partecipata del Gruppo: al 7 maggio, i finanziamenti che hanno ottenuto la
    garanzia e pronti all’erogazione ammontano al 40% del totale di sistema. La solidità
    patrimoniale della Banca e la responsività alle esigenze del territorio hanno comportato la
    realizzazione di iniziative a supporto di famiglie e imprese in proporzioni significativamente
    superiori alle naturali quote di mercato del Gruppo.
    È stata inoltre firmata la convenzione per l’erogazione di finanziamenti con garanzia
    SACE.
    Le misure igienico-sanitarie poste in essere2 hanno consentito al Gruppo di tenere aperte,
    seppur con orari ridotti, tutte le filiali con l’eccezione di alcuni mini-sportelli. La possibilità di
    lavorare in smart working è stata abilitata per tutti i dipendenti del Gruppo, con la
    predisposizione di 20.000 postazioni di lavoro remoto, utilizzate al picco della crisi dal 50%
    circa dei dipendenti.
    Il servizio alla clientela è proseguito anche nel contact center, che ha lavorato con piena
    operatività in smart working; per garantire il miglior servizio alla clientela, il contact center è
    stato potenziato con risorse provenienti dalla rete commerciale raggiungendo un totale di circa
    420 persone a contatto con la clientela.

I dati economici del 1° trimestre 2020
Utile netto contabile a 93,6 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni del 4trim 2019
e +12,2% rispetto agli 83,4 del 1trim20193
Si mantiene resiliente il margine d’interesse a 405,2 milioni, sostanzialmente in linea con i 412
milioni del 4trim2019 se si tiene conto del minor numero di giorni del trimestre corrente, nonostante
un minor contributo del portafoglio titoli.
Rispetto al dato del 1trim2019, pari a 445,6 milioni di euro, il risultato 2020 sconta un maggior costo
del funding, anche in relazione al piano di emissioni istituzionali eseguito con successo nel 2019 e
alla riduzione del contributo dell’IFRS9 conseguente alle cessioni massive concluse nel 2019.
Peraltro, il piano di emissioni ha consentito di raggiungere anticipatamente i livelli di MREL richiesti,
rendendo la Banca indipendente da potenziali chiusure dei mercati, mentre la riduzione dei crediti
deteriorati ha permesso alla Banca di affrontare la crisi con maggiore tranquillità e solidità.
Lo spread clientela risulta in crescita all’1,77% (1,75% nel 4trim2019 e 1,76% nel 1trim2019).

2 Il Gruppo ha immediatamente posto in essere tutte le misure igienico-sanitarie possibili, che sono state continuamente rafforzate nel
tempo: pulizie intensificate e potenziate, mascherine, liquidi igienizzanti, separatori in materiale plastico, turnazioni dei dipendenti,
appuntamenti per l’accesso in filiale, ecc. 3 I trimestri di confronto sono impattati dalla variazione dei criteri di valutazione degli immobili. Vedasi nota metodologica e tavole
allegate. L’utile netto precedentemente pubblicato ammontava per il 1trim2019 a 82,2 milioni e per il 4trim2019 a 60,1 milioni.

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Si confermano solide le commissioni nette a 420,5 milioni, +4,9% rispetto ai 400,9 del 1trim2019
(446,3 nel 4trim2019 che beneficiavano di maggiori commissioni di performance su fondi e sicav
tipicamente contabilizzate a fine anno).
Scendono gli oneri operativi – al netto dei contributi sistemici – a 551,6 milioni, in continua riduzione
(-3,6%) rispetto ai 572,2 milioni del 4trim2019 e (-1,7%) rispetto ai 561 del 1trim2019 nonostante
l’appesantimento derivante dall’applicazione del nuovo CCNL
Costo del credito a 155,6 milioni, di cui circa 50 milioni di maggiori rettifiche principalmente
analitiche appostate nel marzo 2020 su inadempienze probabili nei settori maggiormente impattati
dall’emergenza Covid19 (vs. 128,6 milioni nel 1 trim2019 e 208,2 nel 4trim2019 che includevano una
parte significativa del costo dell’annunciata cessione di circa 800 milioni di sofferenze SME in corso
di lavorazione)


I dati patrimoniali
1) Scendono ulteriormente i crediti deteriorati e sale il capitale

  • Scendono i crediti deteriorati lordi a 6,7 miliardi, in diminuzione del 2,4% rispetto al
    31.12.2019 e del 29,4% rispetto al 31.03.2019.
    Il ratio dei crediti deteriorati lordi si attesta al 7,5% del totale crediti lordi (7,8% al
    31.12.2019 e 10,4% al 31.03.2019). Prosegue la preparazione della cessione di un
    portafoglio di circa 800 milioni lordi di sofferenze SME, il cui costo è già stato
    significativamente assorbito nelle rettifiche su crediti dell’ultimo trimestre del 2019.
    Includendo tale operazione, attesa concludersi nel 3trim2020, i crediti deteriorati lordi
    pro-forma si attesterebbero al 6,7%4 del totale crediti lordi
  • Default rate5 nel 1trim2020 all’1% (1,1% nel 2019)
  • Texas ratio6 al 48,8% (55,1% a fine 2019)
  • CET1 ratio fully loaded al 12,86% (12,29% a fine 2019) e un MDA buffer (CET1) a 361
    bps7 (459 bps nell’ipotesi di piena applicazione dell’art 104a della CRD5)
  • Total Capital ratio fully loaded al 17,05% (15,83% a fine 2019)
    2) Si confermano solidi gli indici di liquidità e regolamentari
  • Il Gruppo eccede già ampiamente i livelli assegnati di MREL (totale e subordinato)
  • LCR>1
  • NSFR >1 anche al netto del contributo del funding TLTRO2
  • Attivi liquidi per 36,8 miliardi, di cui disponibili 23,8 miliardi

4 Il ratio è stato calcolato escludendo dal numeratore (crediti deteriorati lordi) e dal denominatore (totale crediti lordi) l’importo di
800 milioni.
5 Default rate: flussi lordi annualizzati da crediti performing a crediti deteriorati/ consistenze iniziali di crediti performing lordi (voce

  1. 2) dello Stato Patrimoniale consolidato riclassificato).
    6 Calcolato come crediti deteriorati netti / (patrimonio netto esclusi gli utili-attività immateriali). 7 L’MDA buffer rappresenta lo spazio disponibile massimo per la distribuzione di dividendi. Nel caso di UBI, viene raffrontato il
    CET1 ratio con il livello di SREP (9,25%)

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Milano, 8 maggio 2020 – Il Consiglio di Amministrazione di Unione di Banche Italiane Spa (UBI
Banca) ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre del 2020.
Nota Metodologica
Si sottolinea che, a partire dal 31 marzo 2020, il Gruppo UBI ha modificato il criterio di valutazione del patrimonio
immobiliare, adottando il “fair value” in sostituzione del costo.
In conseguenza di quanto sopra, conto economico e stato patrimoniale sono stati “riesposti” nei periodi di raffronto e
differiscono da quanto pubblicato alla data di riferimento dei medesimi.

Nel rispetto delle previsioni dello IAS 8, i dati comparativi relativi ai periodi precedenti sono stati oggetto di re-
statement a seguito dell’applicazione retrospettica (a partire dall’1.1.2019) del cambiamento di criterio di valutazione

degli investimenti immobiliari, disciplinati dallo IAS 40.
Diversamente, il cambiamento nel criterio di valutazione degli immobili strumentali, ex IAS 16, ha trovato applicazione
prospettica a partire dal 31 marzo 2020, nel rispetto delle disposizioni dello IAS 8.
A seguito del cambiamento nel criterio di valutazione del patrimonio immobiliare, a partire dalla presente informativa si
specifica che:
 la voce “Attività materiali” di Stato Patrimoniale include la valorizzazione degli “Immobili strumentali” ex IAS 16 e
degli “Investimenti immobiliari” ex IAS 40, rispettivamente al “valore rivalutato” e al “fair value”;
 la voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali e immateriali” di Conto Economico include, per
quanto concerne il patrimonio immobiliare, i soli ammortamenti relativi agli “Immobili strumentali” non essendo gli
“Investimenti immobiliari” valutati al fair value oggetto di ammortamento;
 la voce “Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali” include il risultato della
variazione di fair value degli immobili nel periodo, in ossequio al nuovo criterio di valutazione adottato.
Si rinvia agli schemi riesposti in allegato.
L’andamento economico del Gruppo
Il primo trimestre del 2020 ha registrato un utile netto di 93,6 milioni, più che raddoppiato rispetto ai
38,1 milioni8 conseguiti nel quarto trimestre del 2019 e in crescita del 12,2% rispetto agli 83,49 del
primo trimestre 2019.
Nel 1trim2020, il risultato della gestione operativa si è attestato a 320 milioni, in leggera crescita
rispetto ai 317,7 milioni registrati nel 1trim2019 e in riduzione rispetto ai 371,9 del 4trim2019
essenzialmente per effetto di maggiori contributi sistemici (42 milioni nel 1trim2020 rispetto a 4,4 nel
4trim2019).
Nel dettaglio, il margine d’interesse si è attestato a 405,2 milioni (-1,7% vs 4trim2019 e -9,1% vs
1trim2019), con le seguenti componenti:

  • il margine derivante dall’attività di intermediazione creditizia con la clientela, al netto dell’effetto
    dell’IFRS9, si è attestato a 359 milioni rispetto ai 364,5 milioni circa del 4trim2019 e ai 383,1 del
    1trim2019.
    Il dato risulta in linea con il 4trim2019, se si tiene conto del fatto che il primo trimestre dell’anno
    presenta un giorno in meno (-4 milioni di euro) mentre sconta, nel confronto con il 1trim2019, un
    maggior impatto della componente funding dovuto sia all’importante piano di emissioni istituzionali
    effettuato durante il 2019 che alla diminuzione dei tassi di mercato, che hanno influito
    complessivamente sul mark down per circa 10 punti base.
    Grazie alla buona performance del mark up sugli impieghi, cresciuto anche nel 1trim2020, la forbice
    clientela10 è salita a 177 punti base dai precedenti 175 e dai 176 nel 1trim2019.
    8 Vedasi nota metodologica e schemi allegati
    9 Vedasi nota metodologica e schemi allegati
    10 Trattasi di spread che non include i benefici del TLTRO2.

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Il contributo dell’IFRS9 è rimasto pressoché stabile a 11,2 milioni nel 1trim2020 rispetto al
4trim2019, mentre risulta inferiore di circa 15 milioni al dato del 1trim2019, essenzialmente a
motivo dell’effetto delle cessioni massive effettuate nel corso del 2019.
Peraltro, si sottolinea come il piano di emissioni effettuato nel 2019 abbia consentito di raggiungere
anticipatamente i livelli di MREL richiesti, rendendo la Banca indipendente da potenziali chiusure
dei mercati, mentre la riduzione dei crediti deteriorati ha permesso alla Banca di affrontare la crisi
con maggiore tranquillità e solidità;

  • il contributo delle attività finanziarie si è attestato a 36,8 milioni, in contrazione dai 50,7 del
    4trim2019 e dai 44,4 del 1trim2019 per effetto della minor redditività del portafoglio titoli e
    dell’impatto negativo dei derivati di copertura;
  • il risultato dell’attività sull’interbancario e altro risulta per contro favorevole, con un impatto
    negativo in riduzione a -1,9 milioni nel 1trim2020 rispetto ai -12,7 milioni del 4trim2019 e ai -7,9
    milioni del 1trim2019.
    Le commissioni nette sono cresciute a 420,5 milioni, registrando un incremento del 4,9% rispetto ai
    400,9 milioni registrati nel 1trim2019 (446,3 milioni nel 4trim2019, che includevano le maggiori
    commissioni di performance su fondi e sicav tipicamente contabilizzate a fine anno).
    Nel trimestre è salito il contributo dei servizi legati all’attività in titoli a 243 milioni di euro dai 225,5
    del 1trim2019 (252,9 milioni del 4trim2019). Al netto delle commissioni di performance e up front
    legate a fondi, Sicav e prodotti assicurativi, il contributo dei servizi legati all’attività in titoli sale a
    circa 183,2 milioni nel 1trim2020 dai 177,1 del 4trim2019 e dai 171,3 del 1trim2019, registrando il
    miglior risultato di sempre per tale aggregato grazie al buon contributo delle commissioni da
    negoziazione di strumenti finanziari e collocamento titoli.
    L’apporto delle commissioni relative all’attività bancaria tradizionale è stato pari a 177,5 milioni, in
    crescita rispetto ai 175,4 milioni del 1trim2019 ma in contrazione rispetto ai 193,4 milioni del
    4trim2019 che peraltro comprendevano poste stagionali tipicamente contabilizzate nell’ultimo periodo
    dell’anno (ad esempio rappel e altri).
    Il risultato della finanza è stato positivo per +53,6 milioni nel 1trim2020 grazie al buon “risultato da
    cessione/riacquisto di attività e passività finanziarie” conseguito dalla parziale dismissione del
    portafoglio corporate bonds in un momento di mercato favorevole. Il dato si raffronta ai +58,2 milioni
    conseguiti nel 4trim2019 e ai +37,4 milioni del 1trim2019.
    Il continuo controllo dei costi si è di nuovo riflesso positivamente sugli oneri operativi.
    Si rammenta che UBI Banca, diversamente dalle altre principali banche italiane, include negli
    oneri operativi, e in particolare nelle altre spese amministrative, i contributi sistemici al Fondo di
    Risoluzione e al Fondo Garanzia Depositi. Includendo tali contributi, gli oneri operativi hanno
    totalizzato complessivamente 593,6 milioni nel 1trim2020, rispetto ai 576,7 del 4trim 2019 e ai 602,9
    del 1trim2019.
    Escludendo tali contributi (circa 42 milioni sia nel 1trim 2020 che nel 1trim2019 e 4,4 milioni nel
    4trim2019), quindi in termini comparabili con le altre principali banche italiane, gli oneri operativi
    si sono attestati a 551,6 milioni, in continua riduzione (-3,6%) rispetto ai 572,2 milioni del
    4trim2019 e (-1,7%) rispetto ai 561 del 1trim2019.
    Nel dettaglio,
     le spese per il personale hanno totalizzato 355 milioni, in calo del 2,6% rispetto ai 364,4 nel
    1trim2019 (e sostanzialmente allineate ai 355,5 milioni del 4trim2019), nonostante l’appesantimento
    derivante dall’applicazione del nuovo CCNL, grazie alle uscite di personale avvenute in base agli
    accordi sindacali firmati in periodi precedenti. In base a tali accordi sono ancora previste a partire da
    fine marzo 2020 ulteriori 133 uscite di personale;
     le altre spese amministrative, al netto dei contributi sistemici (circa 42 milioni sia nel 1trim 2020
    che nel 1trim2019 e 4,4 milioni nel 4trim2019), evidenziano una contrazione significativa,
    attestandosi a 139,4 milioni nel 1trim2020, in discesa dell’11,9% rispetto ai 158,2 milioni del
    4trim2019 e del 3,2% rispetto ai 144 del 1trim2019;

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 le rettifiche di valore su attività materiali e immateriali ammontano a 57,2 milioni nel 1trim2020
e si raffrontano con i 52,5 milioni del 1trim2019 (58,5 milioni nel 4trim2019).
Nel primo trimestre dell’anno sono state iscritte rettifiche di valore nette per deterioramento crediti
verso la clientela per 155,6 milioni di euro, di cui circa 50 milioni principalmente relativi a rettifiche
analitiche appostate su inadempienze probabili nei settori maggiormente impattati dall’emergenza
Covid19 (commercio al dettaglio, trasporti, servizi di alloggio e ristorazione, tessile e abbigliamento,
noleggio-agenzie di viaggio-servizi di supporto alle imprese, ecc) portando la copertura media
dell’insieme di tali settori al 35% circa.
L’importo delle rettifiche contabilizzate nel 1trim2020 si raffronta ai 128,6 milioni registrati del
1trim2019 e ai 208,2 milioni nel 4trim2019 che includevano buona parte dei costi collegati
all’annunciata cessione massiva di circa 800 milioni di posizioni SME a sofferenza.
Le rettifiche nette su crediti configurano un costo del credito annualizzato di 73 punti base, che va a
raffrontarsi con i 59 del1trim2019.
Infine, le imposte sul reddito dell’operatività corrente stimate per il 1trim2020 sono risultate pari a
52,4 milioni, configurando un tax rate del 33,96% (rispetto al 27,9% del 1trim2019 e al 18,6% del
4trim2019).
L’utile al netto delle componenti non ricorrenti11 si è attestato a 99,3 milioni rispetto agli 83,9 del quarto
trimestre 2019 e ai 126,1 del primo trimestre 2019.


Gli aggregati patrimoniali
Al 31 marzo 2020, i crediti netti verso la clientela12 si attestano complessivamente a 85,8 miliardi,
rispetto agli 84,6 di fine 2019.
All’interno dell’aggregato,

  • i crediti netti in bonis risultano in crescita a 81,7 miliardi dagli 80,4 di fine dicembre 2019;
  • i crediti deteriorati netti risultano in costante contrazione. Grazie alle azioni di work-out interno,
    essi sono scesi nel trimestre di 138,1 milioni, passando a 4,03 miliardi dai 4,17 del 31 dicembre
    2019 (erano 5,76 miliardi al 31.03.2019).
    Più in dettaglio, per quanto riguarda l’evoluzione dei crediti deteriorati:
  • lo stock13 di crediti deteriorati totali lordi si è attestato a 6.673,2 milioni in diminuzione del
    2,4% (o 165,2 milioni) rispetto al 31 dicembre 2019.
    Il ratio di crediti deteriorati lordi è sceso ulteriormente al 7,51% (7,80% a dicembre 2019 e 10,36%
    a marzo 2019) e a circa il 6,7% pro-forma se si tiene conto della cessione, attualmente in corso di
    lavorazione, di circa 800 milioni di esposizioni a piccole e medie imprese classificate in sofferenza.
    Il Default rate, che misura il passaggio di nuovi flussi lordi di crediti da bonis a deteriorati, si è
    confermato contenuto e pari all’1%, in linea con l’1,1% registrato per l’intero 2019 includendo
    l’impatto della nuova Definition of Default.
    11 Le principali poste non ricorrenti includono, al netto delle imposte e dei terzi:
  • nel 1trim2020: -5,8 milioni netti (-8,7 lordi) relativi alla prima applicazione della valutazione al fair value di immobili
  • nel 1trim2019: -42,6 milioni netti (-63,7 lordi) relativi all’accordo sindacale del marzo 2019;
  • nel 4trim2019: -46,8 milioni di incentivi all’esodo (-70 milioni lordi), +1,2 milioni di utile da cessione investimenti (+1,8 lordi),
    -0,3 milioni di impairment su immobili (-0,4 lordi). 12 Voce 40. 2) dello Stato Patrimoniale consolidato riclassificato. 13 Vedasi tabelle allegate.

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A fine marzo 2020, le coperture dei crediti deteriorati complessivi risultano in leggera crescita sia
in termini di coperture contabili (al 39,56% rispetto al 39,00% a fine 2019) che includendo i write
off (al 52,03% rispetto al 50,92% a fine 2019).

  • In termini netti, gli stock di crediti deteriorati sono scesi a 4.033,4 milioni rispetto ai 4.171,5 del
    dicembre 2019, con una contrazione del 3,3% (o 138,1 milioni). L’incidenza dei crediti deteriorati
    netti sul totale dei crediti netti, passa al 4,70% dal 4,93% del 31.12.2019.
    Grazie alla contrazione degli stock di crediti deteriorati netti, il Texas ratio scende ulteriormente
    al 48,8%, in continuo miglioramento rispetto al 55,1% di dicembre 2019 e al 78% del marzo 2019.
    Al 31 marzo 2020, la raccolta diretta bancaria del Gruppo ammonta a 94 miliardi, in riduzione rispetto
    ai 95,5 del dicembre 2019 per effetto essenzialmente della contrazione della componente “corporate”
    alla voce “conti correnti e depositi” (complessivamente -1,1 miliardi a 68 miliardi), volta anche a ridurre
    le riserve onerose presso la BCE, e della scadenza e riacquisti di obbligazioni retail (-0,3 miliardi a 4,6
    miliardi), mentre le altre voci sono rimaste sostanzialmente stabili. La raccolta diretta bancaria risulta
    per contro in leggera crescita rispetto ai 93,6 miliardi di marzo 2019.
    La raccolta indiretta è stata influenzata dall’andamento dei mercati, attestandosi a fine marzo 2020
    a 92,2 miliardi rispetto ai 101,5 di fine 2019. Al netto dell’effetto performance che ha interessato sia la
    voce risparmio gestito che la voce raccolta amministrata, la raccolta indiretta risulta in flessione dello
    0,5%.
    Nel dettaglio, il risparmio gestito in senso stretto ha totalizzato 41,2 miliardi (-10,1% vs 45,8 a fine
    2019 e +0,3% al netto dell’effetto performance), il risparmio amministrato 23,9 miliardi (-15,6% vs 28,4
    a fine 2019 e -3,9% al netto dell’effetto performance per l’uscita di una posizione istituzionale), mentre
    la raccolta assicurativa risulta sostanzialmente invariata a 27,1 miliardi (+1,5 al netto dell’effetto
    performance).
    Grazie al Piano di Funding realizzato nel corso del 2019 principalmente sui mercati istituzionali, la
    Banca eccede già i requisiti MREL (totale e subordinato) che entreranno in vigore a partire da giugno
    2020.
    A seguito dei rimborsi effettuati per 1,5 miliardi con valuta 25 settembre 2019 e per 1 miliardo con
    valuta 18 dicembre scorso, l’esposizione del Gruppo verso la BCE a titolo di TLTRO2 è pari a 10
    miliardi di euro nominali. Il profilo di scadenza contrattuale di tale esposizione TLTRO2, iscritta tra i
    “Debiti verso Banche” e quindi non inclusa nella raccolta diretta, prevede il rimborso di 7,5 miliardi a
    giugno 2020 e 2,5 miliardi a marzo 2021. Non è stato attualmente fatto ricorso al TLTRO3.
    Il Gruppo continua a beneficiare della solida posizione di liquidità, con indici (Net Stable Funding Ratio
    e Liquidity Coverage Ratio) costantemente superiori a 1. Si conferma che il NSFR è >1 anche al netto
    del contributo del TLTRO2.
    Le attività stanziabili a disposizione del Gruppo sono complessivamente pari, al 31 marzo 2020, a 36,8
    miliardi di euro (di cui 23,8 disponibili) già al netto degli haircut, e inclusi 5,8 miliardi di liquidità
    depositata presso la BCE.
    Le attività finanziarie14 del Gruppo sono cresciute a 20,1 miliardi a fine marzo 2020 (erano 19,2
    miliardi a dicembre 2019) per l’effetto di un leggero incremento delle posizioni in titoli di Stato Italiano
    a breve termine per investimenti di liquidità e nel portafoglio di trading. Complessivamente i titoli di
    Stato Italiano ammontano a 11 miliardi rispetto ai 9,8 a fine 2019 (al netto delle posizioni delle società
    assicurative, a 9,5 miliardi rispetto a 8,4 a fine 2019) e rappresentano il 54,6% del portafoglio titoli.

14 Somma delle voci 20.3), 30.3) e 40.3) – titoli dello Stato Patrimoniale consolidato riclassificato.

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Al 31 marzo 2020, il patrimonio netto del Gruppo, incluso l’utile, ammonta a 10.095.693 mila euro, in
salita rispetto ai 9.539.42415 mila euro di dicembre 2019, grazie all’emissione di AT1 avvenuta nel
corso del gennaio 2020, all’effetto del cambiamento di criterio di valutazione del patrimonio
immobiliare e all’utile del trimestre, e nonostante l’impatto negativo dell’andamento dei mercati sulle
riserve di valutazione titoli.
Sempre a fine marzo 2020, il CET1 Ratio di Gruppo si attesta al 12,86% fully loaded rispetto al 12,29%
di fine 2019; i principali benefici rilevati nel periodo sono riconducibili al cambiamento di criterio di
valutazione del patrimonio immobiliare (complessivamente circa +38 punti base), e alla inclusione della
quota di utile accantonata nel 2019 per i dividendi non deliberati a seguito della raccomandazione BCE
del 27 marzo us (circa 26 punti base), nonché all’utile di periodo (al netto pro quota del dividendo
previsto a Piano Industriale per il 2020), che hanno più che compensato l’impatto negativo
dell’allargamento degli spread sul portafoglio titoli di proprietà e l’inclusione dell’impatto delle ispezioni
TRIM.
Si sottolinea come, anche al netto dell’importo relativo alla quota di utile accantonata nel 2019 per
i dividendi non deliberati a seguito della raccomandazione BCE, il CET1 ratio si attesterebbe a un
livello superiore al 12,5% previsto in ambito Piano Industriale 2022.
Il Total Capital Ratio del Gruppo ammonta al 17,05% fully loaded (era il 15,83% al 31.12.2019) e al
17,08% phased in (era il 15,88% al 31.12.2019), beneficiando sia dell’incremento del CET1 che
dell’emissione di AT1 per circa 400 milioni effettuata nel gennaio 2020.
Infine, a marzo 2020 il leverage ratio del Gruppo si attesta al 5,89% phased-in e al 5,87% fully loaded
(rispettivamente 5,44% e 5,42% a dicembre 2019).


Al 31 marzo 2020, la forza lavoro del Gruppo UBI Banca risultava costituita da 19.629 risorse rispetto
alle 19.940 risorse di fine dicembre 2019.
Sempre al 31 marzo 2020, l’articolazione territoriale nazionale conta 1.566 sportelli (1.575 al 31
dicembre 2019).


Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Elisabetta Stegher, quale Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Unione di
Banche Italiane Spa attesta, in conformità a quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 154 bis del
“Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria”, che l’informativa contabile
contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture
contabili.


15 Riesposto per tener conto della variazione dei criteri di valutazione.

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Prevedibile evoluzione della gestione
L’emergenza Covid19 ha configurato una crisi diversa dalle altre per come si è originata e per come
potrà evolvere, rendendo complesso ogni tipo di previsione; anche in questa crisi però il fattore chiave è
rappresentato dalla qualità del credito. A fronte di questa crisi senza precedenti vi sono stati nel
contempo provvedimenti più veloci e più incisivi da parte delle istituzioni nazionali e internazionali per
mitigarne l’impatto.
Tali provvedimenti, recentemente adottati, dovrebbero consentire alla Banca di preservare il livello del
margine d’interesse; è atteso un indebolimento della componente commissionale derivante dalle
transazioni in relazione al rallentamento dell’economia, mentre la componente commissionale legata al
risparmio gestito risentirà della crisi nella prima parte dell’anno ma dipenderà dall’andamento dei
mercati nella seconda.
Continuerà al massimo l’opera di contenimento degli oneri operativi, seppur in modo diverso, guidato
dallo smart working.
In relazione al costo del credito, esso sarà più elevato di quanto previsto per il primo anno del Piano
Industriale ancorché mitigato dall’utilizzo degli strumenti di sostegno offerti dai recenti provvedimenti.
La Banca ha peraltro già rilevato maggiori accantonamenti sulle inadempienze probabili nei settori più
esposti alla crisi, con un impatto sul primo trimestre di circa 50 milioni di euro (e un costo del credito
complessivamente pari a 73 punti base), e in corso d’anno concentrerà su tali crediti la propria
attenzione, data la qualità dei crediti performing (il livello dei crediti performing a rischio elevato è
ulteriormente sceso nel 1trim2020 al 2,7%, il tasso di passaggi a default è atteso rimanere basso, e il
livello di copertura dei crediti performing è tra i più elevati tra le maggiori banche italiane). Viene
quindi confermata la strategia di gestione interna dei crediti deteriorati.
Sotto il profilo patrimoniale, la dotazione di capitale, la solida posizione di liquidità e la qualità degli
attivi del Gruppo UBI consentono di affrontare con tranquillità la crisi, come già avvenuto in occasione
delle precedenti, continuando a supportare i territori di riferimento e a generare utili in maniera
continuativa a beneficio di tutti gli stakeholders (inclusi i dividendi quando autorizzati da BCE).