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UBI Banca – risultati consolidati 31 dicembre 2017

Solidi indicatori patrimoniali
– CET1 consolidato all’11,43% fully loaded1

(era 11,54% al 30 settembre 2017), incluso
l’aggiornamento delle serie storiche (-27 bps) e due cartolarizzazioni sintetiche di crediti
performing (+23 bps), come previsto da Piano Industriale
Si rammenta che le 3 Banche Acquisite sono incluse a modello standardizzato; l’estensione
del modello IRB è attesa nel 2018
– Il CET1 include la proposta di un dividendo di 11 centesimi per azione, per un monte
dividendi di 125,5 milioni (era 107,1 milioni nel 2016)
– LCR e NSFR > 100%
– Leverage ratio al 5,85% phased in e 5,78% fully loaded (rispettivamente 5,82% e 5,77% al
30 settembre 2017)
Prime indicazioni IFRS9
– E’ stata deliberata la vendita nel corso dei prossimi 3 anni di un pacchetto significativo di
crediti deteriorati al fine di accelerare il raggiungimento di un ratio di crediti deteriorati
lordi inferiore al 10% a cavallo tra il 2019 e il 2020, in funzione delle condizioni di mercato
– L’impatto sul CET1 in sede di First Time Adoption interesserà quindi i crediti in Stage 2
(previsto a Piano Industriale) e Stage 3 (non previsto a Piano Industriale)
– L’impatto fully loaded della First Time Adoption dell’IFRS9 è atteso, inclusivo di tutte le
componenti previste, complessivamente pari a circa -12 punti base stimati sul CET12
– Il Gruppo ha deliberato di optare per l’adesione alle disposizioni transitorie che
prevedono il phase-in dell’IFRS9 in 5 anni3, rendendo l’impatto della FTA inferiore a -1
punto base per il 2018.
Andamento positivo dei risultati economici nel 2017 (12 mesi UBI Banca + 9 mesi 3Banche
Acquisite):
– Utile dell’esercizio per il Gruppo allargato a 690,6 milioni di euro (rispetto a una perdita
di 830,2 milioni per UBI stand alone nel 2016)
– Utile per il Gruppo allargato al netto delle componenti non ricorrenti a 188,7 milioni di
euro4
(rispetto a una perdita di 474,4 milioni per UBI stand alone nel 2016 )

4 trim 2017 / 3 trim 2017: andamento della gestione positivo nei primi mesi di integrazione
delle 3 banche acquisite
– Utile del 4trim al netto delle poste non ricorrenti a 21,4 milioni rispetto ai 37,3 del
3trim2017
Utile contabile del 4trim a -11,9 milioni (+6,3 milioni nel 3trim2017)
– Proventi operativi a 983,2 milioni e Risultato della gestione operativa a 345,6 milioni,
entrambe in crescita sia rispetto al 3trim2017 (rispettivamente +14,8% e +53,5%) che
rispetto al 2trim2017 (rispettivamente +4,5% e +13,5%)
– Margine d’interesse a 478,9 milioni (incluso l’effetto TLTRO2 per 68,8 milioni
contabilizzato nel 4trim2017), rispetto ai 402,5 del 3trim2017.
Escludendo l’effetto TLTRO2, il margine d’interesse risulta in crescita per il terzo
trimestre consecutivo a 410,1 milioni (era 402,5 nel 3trim2017 e 398 nel 2trim2017) grazie
al buon andamento del contributo dell’attività di intermediazione con la clientela cresciuto
a 376 milioni (era 368 nel 3trim2017 e 356 nel 2trim2017)
– Commissioni nette a 395 milioni di euro (erano 389,8 milioni nel 3trim2017 e 410,5 del
2trim2017). Al netto di performance fees e up-front fees, le commissioni ricorrenti
risultano in crescita a 344,4 milioni rispetto ai 339,4 del 3trim2017 e sostanzialmente in
linea con i 349,4 milioni del 2trim2017, nonostante l’impatto dell’integrazione delle banche
acquisite e della ri-portafogliazione della clientela avvenute nel 4trim2017

– Oneri operativi a 637,5 milioni, senza significativi scostamenti nonostante la stagionalità,
rispetto ai 631,3 milioni del 3trim2017 e ai 636,2 del 2trim 2017, grazie ai risparmi di costo
conseguiti in UBI. Peraltro, gli oneri operativi non beneficiano ancora appieno delle uscite
di personale avvenute in corso d’anno (complessivamente 1.3795

), alle quali andranno ad

aggiungersi nel 2018 circa 550 uscite previste dagli accordi sindacali firmati
– Rettifiche su crediti a 310,7 milioni. Questo dato risente degli effetti ad oggi rilevabili
dell’ispezione in corso da parte di BCE sul portafoglio crediti Imprese (Specialised
Lending, Large Corporate, Corporate, Small Business con l’esclusione delle Imprese
Retail) del Gruppo (UBI Banca, UBI Leasing e UBI Factor, performing e non).
L’iter, avviato a fine settembre 2017, si concluderà nella prima parte dell’anno. Sulla
base delle evidenze finora raccolte dalla Banca, la sostanziale correttezza della
classificazione dei crediti analizzati, sia in bonis che deteriorati, appare confermata.
– Per l’esercizio 2017, le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti ammontano,
nonostante l’aggravio del 4trim2017, a 79 punti base del totale crediti.
I dati patrimoniali (UBI Banca+3 Banche Acquisite) rispetto al 31 dicembre 2016:
– Impieghi netti verso la clientela a 92,3 miliardi, in diminuzione di 1,4 miliardi rispetto a
dicembre 2016, essenzialmente per il calo dei crediti deteriorati netti, scesi di 1,1 miliardi
rispetto a dicembre 2016 a 8,2 miliardi (pari all’8,8% del totale crediti netti rispetto al
9,9% del dicembre 2016)

Crediti deteriorati lordi a 13,8 miliardi (-4% vs 14,4 miliardi al 31 dicembre 2016) pari al
14,03% del totale crediti lordi.
A seguito dell’allocazione definitiva del badwill, avvenuta nel 4trim2017, si è provveduto a
registrare i crediti provenienti dalle 3 banche acquisite al fair value alla data di
acquisizione, vale a dire al prezzo di acquisizione (valore lordo-rettifiche–badwill allocato)
indicando unicamente il valore netto di bilancio, come previsto dall’IFRS3 per le
Aggregazioni aziendali6
.

A seguito di tale contabilizzazione, i crediti deteriorati lordi al 31 dicembre 2017
ammontano a 12,7 miliardi, con un’incidenza del 13,01% sul totale crediti lordi.
– Raccolta gestita + bancassurance a 65,4 miliardi, +11,7% vs 58,6 al 31 dicembre 2016 e in
ulteriore crescita del +2,7% rispetto a settembre 2017
– Raccolta totale da clientela ordinaria7

del Gruppo (diretta e indiretta) a 176,9 miliardi,
nonostante l’uscita di 4,1 miliardi relativi alla cessione di UBI International nel 4trim2017
(176,1 a dicembre 2016)

L’esercizio 2017
L’esercizio 2017 si è chiuso per il Gruppo UBI allargato con un utile contabile di 690,6 milioni di euro
(rispetto a una perdita di 830,2 milioni per UBI stand alone nel 2016) ed un utile al netto delle
componenti non ricorrenti a 188,7 milioni di euro (rispetto a una perdita di 474,4 milioni per UBI
stand alone nel 2016).
Al risultato hanno contribuito i proventi operativi generati dal Gruppo UBI allargato per 3.578,5
milioni, in crescita di circa 459 milioni rispetto ai 3.119,5 milioni conseguiti da UBI stand alone nel
2016, mentre gli oneri operativi, che non riflettono ancora i risparmi di costo previsti dal Piano
Industriale, si sono attestati a 2.427 milioni, in crescita di soli 274 milioni rispetto ai 2.153,5 milioni
registrati da UBI stand alone nel 2016, grazie alle azioni di contenimento poste in essere nel 2017.
Nel dettaglio, il 2017 ha registrato i seguenti principali risultati:
– un margine d’interesse a 1.626,6 milioni (+8,6% vs UBI stand alone nel 2016), che include 68,8
milioni di “bonus” TLTRO2 a seguito della conferma della crescita prevista nel perimetro degli
impieghi di riferimento;
– commissioni nette per 1.546,3 milioni (+15,8% vs UBI stand alone nel 2016), che confermano la
bassa incidenza delle commissioni up-front e delle commissioni di performance (complessivamente
14,2% del totale rispetto a 16,7% per UBI stand alone nel 2016) e quindi la focalizzazione virtuosa
sulle commissioni “ricorrenti”;
– un utile netto dell’attività di negoziazione e copertura a 252,6 milioni (153,7 milioni 2016),
essenzialmente riferito all’attività di UBI, che comprende un importante apporto della vendita di
titoli di debito AFS e HTM (circa 170 milioni nel 2017 vs 120 nel 2016) e la valorizzazione,
nell’ambito del risultato della negoziazione, delle opzioni sul portafoglio partecipativo del Gruppo
per 62,7 milioni di euro;
– un risultato positivo delle società assicurative apportate al Gruppo dalla Banca Tirrenica, pari a
12,4 milioni, non presente nei risultati 2016 del Gruppo UBI stand alone;
– spese per il personale attestatesi a 1.480,9 milioni includendo le 3 Banche rispetto a 1.275,3 per
UBI stand alone a fine 2016. L’incremento è ascrivibile all’ingresso nel Gruppo di 3.500 risorse
medie provenienti dalle Banche acquisite per un costo teorico di circa 224 milioni sui 9 mesi,
mitigato dai Piani di incentivazione all’esodo firmati negli ultimi anni (-48 milioni) che hanno
consentito anche di compensare incrementi inerziali delle retribuzioni.
Complessivamente, nel Gruppo allargato sono uscite nell’anno 1.379 risorse8

, alle quali andranno ad

aggiungersi circa 550 risorse la cui uscita è prevista nel 2018;
– altre spese amministrative per il Gruppo allargato per 787,6 milioni rispetto ai 734,7 di UBI stand
alone nel 2016 e rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali a 158,4 milioni
rispetto ai 143,5 di UBI stand alone nel 2016 che non beneficiano ancora, dato il processo di
integrazione in corso, delle sinergie di risparmio attese in arco Piano. Peraltro, le migrazioni di
Banca Adriatica nell’ottobre 2017 e di Banca Tirrenica nel novembre 2017 sul sistema IT di UBI
Banca hanno già consentito la chiusura di oltre 100 sportelli, portando il totale sportelli domestici
del Gruppo da 1.524 a fine dicembre 2016, a 1.948 dopo l’inclusione delle 3 banche, a 1.838 a fine
2017.
Nel 2017, le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti si sono attestate a 728,3 milioni9
o
79 punti base del totale crediti netti, e includono nel 4 trimestre dell’anno gli effetti ad oggi rilevabili
dell’ispezione in corso da parte di BCE sul portafoglio crediti Imprese (Specialised Lending, Large
Corporate, Corporate, Small Business con l’esclusione delle Imprese Retail) del Gruppo (UBI Banca,
UBI Leasing e UBI Factor, performing e non). L’iter, avviato a fine settembre 2017, si concluderà nella
prima parte dell’anno. Le rettifiche su crediti del 2016, riferite a UBI banca stand alone (1.565,5 milioni),

includevano invece gli impatti delle misure di Piano Industriale che hanno portato in tale anno alla
chiusura della shortfall.
Nel periodo sono stati contabilizzati circa 134 milioni di rettifiche di valore nette per altre attività e
passività, essenzialmente legate alla svalutazione dell’investimento nel Fondo Atlante per 89,3 milioni
e all’onere sostenuto per l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a favore di CR
Cesena, Rimini e S. Miniato, per 42 milioni, tutti non ricorrenti. 10
Le imposte sul reddito dell’esercizio si sono attestate a 120,4 milioni, definendo un tax rate del
42,84% (39,32% normalizzato) e si riferiscono alle sole imposte di competenza dell’esercizio, senza
quindi alcun beneficio derivante dall’iscrizione delle DTA sulle perdite pregresse delle 3 banche
acquisite i cui presupposti per la rilevazione si manifesteranno a fronte degli imponibili fiscali futuri
attesi. Si precisa che le imposte sul reddito includono euro 40 milioni di imposte correnti, circa 130
milioni di imposte relative al rilascio di imposte differite attive su componenti di costo di esercizi
precedenti la cui deducibilità fiscale si è manifestata nel corrente esercizio e che hanno determinato un
imponibile negativo in capo a UBI Banca, a fronte del quale sono state iscritte imposte anticipate per
circa euro 50 milioni.
Anche nel 2017 sono stati registrati oneri una tantum in relazione al Piano industriale di Gruppo e
all’integrazione in corso delle 3 Banche acquisite: sono stati contabilizzati, al netto di imposte e terzi,
oneri per piani di incentivi all’esodo (essenzialmente in relazione all’accordo sindacale firmato
nell’ottobre 2017) per 41 milioni netti, oneri residuali per il progetto Banca Unica per 6,6 milioni e oneri
per il progetto di integrazione delle 3 Banche Acquisite per 33,2 milioni, oltre a impairment su immobili
per 2,9 milioni. Il 2016 aveva invece visto la contabilizzazione di oneri legati all’avvio del Piano
Industriale di UBI stand alone per un totale di 261,3 milioni.
Infine, l’esercizio ha beneficiato dell’iscrizione a conto economico di un totale di 640,8 milioni di euro
conseguenti l’allocazione definitiva del badwill, per la maggior parte già inclusi, in via provvisoria, nei
risultati al 30 giugno e al 30 settembre 2017.

* * *

I risultati economici del 4trim2017 rispetto al 3trim2017 (UBI Banca + 3 Banche Acquisite)
Il 4 ° trimestre dell’anno è stato particolarmente importante sul fronte dell’integrazione delle tre Banche
Acquisite nel maggio 2017. Si rammenta infatti che si è proceduto alla migrazione di Banca Adriatica e
Banca Tirrenica e delle relative banche controllate rispettivamente a ottobre e novembre 2017, mentre la
migrazione di Banca Teatina è confermata per l’ultima settimana di febbraio 2018. Al contempo, sono
state – tra l’altro – consolidate le sette nuove Macro Aree commerciali a copertura del territorio
nazionale, definendone responsabili e riporti, si è proceduto alle previste chiusure di sportelli ed è stata
portata a termine la ri-portafogliazione commerciale della clientela, tutte azioni abilitanti la nuova
struttura evolutiva di Gruppo e la generazione di sinergie di costo e di ricavi, come previsto nel Piano
Industriale.
Nonostante l’importante attività di riorganizzazione, il 4° trimestre dell’anno ha registrato proventi
operativi a 983,2 milioni, in crescita sia rispetto al 3trim (+14,8%) che al 2trim dell’anno (+4,5%).
Nell’ambito dell’aggregato:
 il margine d’interesse è salito a 478,9 milioni, beneficiando sia della crescita organica che
dell’apporto del “bonus” TLTRO2 contabilizzato dopo verifica del raggiungimento delle crescite
prescritte nel perimetro di impieghi di riferimento. Al netto dell’apporto del TLTRO2, il margine

10 Nel 2016 la voce ammontava a circa 130 milioni, di cui 73 non ricorrenti relativi alla svalutazione dell’investimento nel Fondo
Atlante e il resto essenzialmente correlato alla svalutazione di partecipazioni.

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d’interesse si attesta a 410,1 milioni dai precedenti 402,5 e dai 398 del 2trim2017, in crescita costante
grazie all’apporto dell’attività di intermediazione con la clientela, salita a circa 376 milioni (era 368
nel 3trim2017 e 356 nel 2trim2017). Si conferma la riduzione del costo del funding, con un mark
down sceso a -78 punti base nel 4trim2017, rispetto a -83 pb nel 3trim2017 (e -87pb nel 2trim2017),
consentendo allo spread di risalire di 2 punti base a 162 pb nel 4trim2017 nonostante la continua
pressione sul mark up. Per contro, scende l’apporto del portafoglio titoli, a motivo essenzialmente del
ridimensionamento della quota di titoli di stato italiani (11,2 miliardi a dicembre 2017 rispetto a 16,6
miliardi a dicembre 2016);
 le commissioni nette sono cresciute a 395 milioni, +1,3% rispetto ai 389,8 milioni del 3trim2017
(410,5 nel 2trim2017), nonostante una minor attività di collocamento titoli e di distribuzione di
prodotti assicurativi nel 4trimestre rispetto ai precedenti11, legata alle attività di integrazione delle
banche acquisite e alla riorganizzazione commerciale, in presenza di commissioni da attività di
intermediazione con la clientela sostanzialmente stabili. Le commissioni up front e di performance
risultano complessivamente pari a circa il 13% del totale, percentualmente invariate rispetto al
3trim2017 e in riduzione rispetto al 2trim2017;
 il risultato dell’attività finanziaria si è attestato a 67,5 milioni, in crescita rispetto al 3trim2017
(36,4 milioni) essenzialmente a motivo della valorizzazione, nell’ambito del risultato della
negoziazione, delle opzioni sul portafoglio partecipativo del Gruppo per 62,7 milioni di euro;
 il risultato della gestione assicurativa, riferito alle società apportate al Gruppo da Banca Tirrenica,
si è quantificato in 3,7 milioni nel 4trim 2017, rispetto ai precedenti 4,6 nel 3trim e 4,1 nel 2trim;
Gli oneri operativi hanno totalizzato 637,5 milioni nel 4trim2017, con la consueta stagionalità rispetto
al 3trim dell’anno (631,3 milioni) e sostanzialmente in linea con il 2trim2017 (636,2 milioni). In
particolare:
 le spese per il personale ammontano a 384,3 milioni, e includono, rispetto al 3trim 2017 (379,8
milioni), alla voce “salari e stipendi”, voci stagionali, tipiche dell’ultimo trimestre dell’anno tra cui
aumenti CCNL e riconoscimenti al personale (complessivamente oltre 9 milioni), nonché oneri legati
alle migrazioni (circa 2 milioni) e accantonamenti per accordi aziendali, non pienamente compensati
dai risparmi legati all’evoluzione degli organici (circa 8 milioni a fronte della riduzione nel trimestre
di 379 risorse medie) e dal contenimento delle retribuzioni variabili;
 le altre spese amministrative sono diminuite a 209,8 milioni nel 4trim2017 rispetto ai 211,8 del
3trim2017. Il beneficio di minori oneri contributivi al Fondo di Risoluzione (8,1 milioni rispetto ai
33,6 del 3trim2017) è stato parzialmente compensato dai maggiori oneri in relazione all’esecuzione
di attività progettuali, collegate anche alle migrazioni e alle chiusure di sportelli, nonché alle
campagne pubblicitarie lanciate nell’ultima parte dell’anno. Gli ammortamenti, cresciuti rispetto al
3trim di circa 4 milioni a 43,5 milioni, includono nuovi ammortamenti relativi a nuovi investimenti
effettuati, soprattutto a sostegno dei ricavi, nonché l’impatto dei write-off legati alle chiusure di
sportelli conseguenti alle migrazioni dell’ultimo trimestre.
Grazie agli andamenti sopra descritti, il risultato della gestione operativa si è attestato a 345,6 milioni,
in crescita del 53,5% rispetto ai 225,1 milioni del 3trim2017 e del 13,5% rispetto al 2trim2017.
Nel quarto trimestre dell’anno sono state iscritte rettifiche di valore nette per deterioramento crediti
per 310,7 milioni12, in crescita rispetto ai precedenti trimestri da un lato per la consueta stagionalità,
dall’altro a seguito dell’inclusione degli effetti ad oggi rilevabili dell’ispezione in corso da parte di BCE
sul portafoglio crediti Imprese (Specialised Lending, Large Corporate, Corporate, Small Business con
l’esclusione delle Imprese Retail) del Gruppo (UBI Banca, UBI Leasing e UBI Factor, performing e
non). L’iter, avviato a fine settembre 2017, si concluderà nella prima parte dell’anno. Sulla base delle

11 Circa 2 miliardi di Fondi/Sicav e polizze vita collocati nel 4trim2017 rispetto a 2,8 nel 3trim2017 e 3,3 nel 2trim2017. 12 Incluso il riversamento della PPA che è stato di 9,8 milioni nel 4trim2017.

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evidenze finora raccolte dalla Banca, la sostanziale correttezza della classificazione dei crediti
analizzati, sia in bonis che deteriorati, appare confermata.
Anche nel 4 trim2017 sono stati registrati oneri una tantum in relazione al Piano industriale di Gruppo
e all’integrazione in corso delle 3 Banche acquisite: sono stati contabilizzati, al netto di imposte e terzi,
oneri per piani di incentivi all’esodo (essenzialmente in relazione all’accordo sindacale firmato
nell’ottobre 2017) per 37,5 milioni netti, oneri per il progetto di integrazione delle 3 Banche Acquisite
per circa 12 milioni e impairment su immobili per 2,9 milioni.
Infine, nel 4trim dell’anno si è proceduto all’allocazione definitiva del badwill derivante dall’operazione
di acquisizione delle 3 Banche, che ha portato nel 4trim un’integrazione di 24,6 milioni al capital gain
già provvisoriamente contabilizzato per 612,9 milioni nel 2trim2017 e per 3,3 milioni nel 3trim2017.

* * *
Gli aggregati patrimoniali (UBI Banca + 3 Banche Acquisite)
Al 31 dicembre 2017, gli impieghi netti verso la clientela si attestano complessivamente a 92,3
miliardi, risultando in flessione di 1,4 miliardi rispetto ai 93,8 miliardi di dicembre 2016 essenzialmente
per effetto della riduzione di 1,1 miliardi registrata dai crediti deteriorati netti, che ammontano a fine
anno a 8,2 miliardi (l’8,8% dei crediti totali netti rispetto al 9,9% di fine 2016).
In termini di crediti lordi, nel quarto trimestre dell’anno, a seguito dell’allocazione definitiva del
badwill, in ottemperanza alle previsioni dell’IFRS3 in tema di aggregazioni aziendali, si è proceduto ad
esporre i crediti deteriorati relativi alle tre Banche acquisite al “fair value” alla data di acquisizione,
vale a dire per l’importo acquistato (ovvero al netto dei fondi rettificativi e del badwill allocato). Tale
esposizione ha effetto sia sull’ammontare dei crediti deteriorati lordi che sulle rettifiche, mentre non ha
impatto sui crediti deteriorati netti.
Tale impostazione è in linea anche con quanto previsto dall’IFRS9 così come confermato nel recente
aggiornamento alla circolare 262 (POCI).
In allegato si riporta l’esposizione IFRS3 “a saldi chiusi” che verrà adottata d’ora in avanti.
I commenti che seguono si riferiscono alla nuova impostazione sotto IFRS3 descritta nelle tabelle A.1
e A.2 in allegato.
A fine dicembre 2017, lo stock di crediti deteriorati lordi, pari a 12.652 milioni, si è ridotto (-1,6%
rispetto a settembre 2017) e rappresenta il 13% del totale crediti lordi.
I flussi di crediti da performing a deteriorati, attestatisi complessivamente a 1.684,4 milioni per il nuovo
perimetro UBI, si mantengono contenuti.
Includendo i crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati si attesta al 45,59% (era il
44,57% a settembre 2017). I crediti stralciati ammontano a 2,3 miliardi. Escludendo i crediti stralciati,
la copertura del totale crediti deteriorati è pari al 35,5%, in rialzo rispetto al 34,5% del settembre 2017.
I crediti deteriorati netti si attestano a fine 2017 a 8.160,7 milioni (erano 8.418,9 milioni a settembre
2017 e 9.258 milioni a dicembre 2016), rappresentando l’8,8% del totale dei crediti netti.
In termini di composizione per classi:
– lo stock di sofferenze nette ammonta a 4.035,6 milioni (in riduzione di circa 40 milioni rispetto a
settembre 2017). Includendo i crediti stralciati, la copertura delle sofferenze si attesta a fine 2017 al
58,36% (57,95% a settembre 2017). Analoga dinamica caratterizza la copertura delle sofferenze al
netto dei crediti stralciati che raggiunge il 45,05% (44,62% a settembre 2017);
– la categoria delle inadempienze probabili ammonta in valori netti a 3.970 milioni (4.069 milioni a
settembre 2017), esprimendo una copertura del 22,8% (21,65% a settembre 2017);

8

– le posizioni scadute/sconfinanti nette ammontano a 155,2 milioni rispetto a 272,6 a settembre 2017,
con una copertura del 6,4%.
Per quanto attiene il profilo della raccolta, si rammenta che nel 4trim2017 si è perfezionata la vendita
di UBI International, con l’uscita di circa 1 miliardo di raccolta a vista e di 3,1 miliardi di raccolta
indiretta.
A dicembre 2017 si consolida la positiva evoluzione dell’aggregato di raccolta totale da clientela
ordinaria (che accoglie la raccolta diretta da clientela ordinaria e la raccolta indiretta) attestatosi a
176,9 miliardi nonostante l’uscita di 4,1 miliardi di pertinenza di UBI International nel 4trim2017
(rispetto a 181,4 miliardi a settembre 2017 e 176,1 miliardi a dicembre 2016 che includevano UBI
International).
Più in dettaglio, la raccolta diretta da clientela ordinaria, pari a 80,4 miliardi (82,6 miliardi a
settembre 2017 e 86,3 miliardi a dicembre 2016) risulta in contrazione sia a seguito dell’uscita di circa 1
miliardo relativo al UBI International nell’ultimo trimestre, sia per effetto della progressiva scadenza
degli stock di obbligazioni collocate sulla clientela captive, non sostituite anche nel contesto della
normativa sul bail-in e della diminuzione delle voci più onerose del funding, ossia i depositi a termine e
i certificati di deposito.
A dicembre 2017, la raccolta indiretta si conferma ottima interprete delle esigenze di investimento
della clientela e raggiunge i 96,5 miliardi, nonostante l’uscita di 3,1 miliardi di pertinenza di UBI
International, dai precedenti 98,8 miliardi a settembre 2017 e 89,8 miliardi a dicembre 2016. In
particolare a fine anno:
– il risparmio gestito in senso stretto raggiunge i 43,8 miliardi (+1,3% rispetto a settembre 2017 e
+ 9,2% rispetto a dicembre 2016);
– la raccolta assicurativa si attesta a 21,6 miliardi (+5,5% rispetto a settembre 2017 e +17,2% rispetto a
dicembre 2016);
– la raccolta amministrata ammonta a 31 miliardi (in calo rispetto ai 35,1 del settembre 2017 per
effetto dell’uscita di 3,1 miliardi di pertinenza di UBI International, ma inlinea con i 31,2 miliardi di
dicembre 2016.
Con valuta 29 marzo 2017, l’esposizione del Gruppo verso la BCE a titolo di TLTRO2 è salita a 12,5
miliardi di euro, dai 10 miliardi ottenuti a giugno 2016; l’intero importo è riferito a UBI Stand Alone.
Il profilo di scadenza contrattuale di tale esposizione TLTRO2, iscritta tra i “Debiti verso Banche” e
quindi non inclusa nella raccolta diretta, prevede 10 miliardi a giugno 2020 e 2,5 miliardi a marzo 2021.
Il Gruppo continua a beneficiare della solida posizione di liquidità, con indici (Net Stable Funding Ratio
e Liquidity Coverage Ratio) costantemente superiori a 1, e uno stock di attività stanziabili
complessivamente pari, al 31 dicembre 2017, a 26 miliardi di euro (di cui 12,1 disponibili) già al netto
degli haircut.
Le attività finanziarie del Gruppo si sono ulteriormente ridotte nel 4 trimestre, raggiungendo a fine
anno una consistenza al mark to market di 16,8 miliardi di euro (17,5 a settembre 2017 e 21,9 a
dicembre 2016), di cui 11,2 miliardi relativi a titoli di stato italiani (12 a settembre 2017 e 16,6 a
dicembre 2016).
Sempre a fine dicembre 2017, il patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI Banca, incluso il
risultato di periodo, si attesta a 9.925,2 milioni di euro.
In termini di indici patrimoniali, a fine 2017 il CET1 ratio fully loaded è pari all’11,43% (11,54% a
settembre 2017); il CET1 ratio phased in si attesta all’11,56% (11,65% a settembre 2017); il dato
include l’effetto dell’aggiornamento delle serie storiche (-27bps) e di due cartolarizzazioni sintetiche di
crediti performing (+23 bps). A fine anno, il Total Capital Ratio risulta pari, in termini fully loaded, al

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13,99%, e in termini phased in al 14,13% (era rispettivamente il 14,20% e il 14,32% a fine settembre
2017).
Infine, il Leverage ratio ammonta al 5,85% phased in e 5,78% fully loaded (rispettivamente 5,82% e
5,77% al 30 settembre 2017).

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Al 31 dicembre 2017, le risorse umane del Gruppo UBI Banca risultavano composte da 21.414 unità
rispetto alle 21.818 del settembre 2017 e le 22.122 del giugno 2017.
A fine anno, l’articolazione territoriale nazionale conta 1.838 sportelli, rispetto a 1.881 al 1° novembre
2017 e a 1.948 a giugno 2017.

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IFRS9: First Time Adoption
Nell’ambito del progetto di transizione al nuovo principio contabile internazionale IFRS9, sono stati
identificati gli impatti della cosiddetta First Time Adoption. I principali ambiti afferiscono a:
 la classificazione degli strumenti finanziari in coerenza con il Business Model della Banca,
 l’applicazione retrospettiva della cosiddetta Modification & Derecognition Accounting, e
 l’impairment sugli strumenti finanziari (crediti in bonis, crediti deteriorati e titoli di debito).
Gli impatti più significativi afferiscono all’impairment dei crediti in bonis e deteriorati che, per questi
ultimi, recepiscono anche l’inclusione di scenari prospettici di vendita su un portafoglio identificato di
crediti lordi a cui è stata associata una probabilità di cessione elevata, al fine di accelerare il
raggiungimento di un ratio di crediti deteriorati lordi inferiore al 10% a cavallo tra il 2019 e il 2020, in
funzione delle condizioni di mercato.
Complessivamente l’impatto negativo della First Time Adoption sul patrimonio netto contabile all’1
gennaio 2018 è stimato in via preliminare in circa euro 930 milioni, al lordo dell’effetto fiscale teorico.
L’iscrizione delle imposte avverrà in conformità ai principi contabili in materia ed alle politiche
contabili del Gruppo.
Con riferimento agli impatti sul patrimonio di vigilanza (CET1), il Gruppo ha optato per il regime
transitorio previsto dal Regolamento UE 2017/2395 che consente di rilevare gradualmente gli impatti
negativi derivanti dall’applicazione del principio in oggetto. Conseguentemente l’impatto atteso sul
patrimonio di vigilanza del 2018 è inferiore a -1 punto base. L’effetto negativo sul patrimonio di
vigilanza Fully Loaded a regime è stimato in circa -12 punti base in quanto l’evoluzione attesa del
patrimonio di vigilanza nel 2018 e, in particolare, l’attesa validazione dei nuovi modelli interni sul
rischio credito, nonché l’estensione di tali modelli anche al perimetro delle banche acquisite nel 2017,
permetterà di riassorbire quasi completamente l’impatto della First Time Adoption.

Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Elisabetta Stegher, quale Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Unione di
Banche Italiane Spa attesta, in conformità a quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 154 bis del
“Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria”, che l’informativa contabile
contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture
contabili.

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Prevedibile evoluzione della gestione ordinaria
La dinamica dei proventi operativi è prevista in crescita rispetto a quella del 2017 per l’effetto delle
seguenti principali componenti:
• margine di interesse in crescita anche grazie all’ulteriore riduzione del costo del funding;
• apporto ancora crescente delle commissioni sia del comparto risparmio gestito sia dell’attività di
intermediazione con la clientela.
Prosegue il percorso di ottimizzazione degli oneri operativi grazie in particolare ai benefici connessi ai
piani di incentivazione e all’integrazione completa delle nuove Banche anche a seguito della migrazione
informatica.
È inoltre previsto il mantenimento di una rischiosità particolarmente contenuta del portafoglio in bonis,
la riduzione del flusso di nuovi crediti deteriorati e l’incremento delle performance di recupero, con
conseguente contenimento del costo del credito.
Sulla base di queste dinamiche il risultato netto normalizzato del 2018 è atteso in importante crescita
rispetto all’anno precedente.
Sono inoltre previsti nel corso del 2018:
• con la migrazione di Banca Teatina entro fine febbraio, il completamento dell’integrazione delle
nuove banche nel rispetto dei tempi e degli oneri di integrazione previsti;
• la cessione della 1° tranche del portafoglio crediti deteriorati, identificati nel contesto della First
Time Adoption del nuovo Principio contabile internazionale IFRS9 in vigore dal 1° gennaio
2018.