Da Infolampo: Pedretti – Effetti sismici
Ivan Pedretti: «L’8 aprile in piazza per il lavoro»
Lavoratori, pensionati, giovani e studenti sono pronti a scendere in piazza a sostegno dei referendum
della Cgil su voucher e appalti. L’appuntamento, convocato dal Comitato per il Sì, è per il prossimo 8
aprile a Roma, in piazza del Popolo. Un sabato, per permettere a tutti di esserci.
Su questi referendum sono state raccolte milioni di firme. Che significano milioni di persone che stanno
chiedendo al governo e al Parlamento un profondo cambio
di rotta sui temi del lavoro. I nodi stanno venendo al
pettine. Da un lato, infatti, il governo è obbligato a trovare
una data in cui far svolgere il referendum. Dall’altro invece
si sta lavorando per rispondere a livello legislativo ai temi
posti dai due quesiti.
È quindi arrivato il momento delle decisioni. Non si può
più tergiversare. Per questo c’è bisogno di ritrovarsi in
piazza, di far sentire la propria voce, di mostrare a tutti che
il futuro di questo paese si gioca sulla possibilità o meno di
fornire la certezza di un posto di lavoro sicuro e
giustamente retribuito.
Fino a oggi non è stato così ed è per questo che il nostro
paese fatica a tirarsi fuori dalla crisi. In questi anni il lavoro
è stato messo nell’angolo. I diritti sono stati ridotti e la
straordinaria impennata di nuova occupazione che tanto era stata sbandierata non c’è stata, se non per il
brevissimo periodo degli incentivi fiscali.
Interi pezzi di società vivono con ansia il proprio futuro. Penso ai giovani pagati con i voucher se non
addirittura con gli scontrini. Penso a tutti quelli, italiani o stranieri che siano, che vivono ancora sotto i
ricatti dei caporali. Penso ai lavoratori degli appalti, a quelli dell’edilizia, alle cassiere dei supermercati
aperti 24 ore su 24, a tutti quegli operatori del cosiddetto e-commerce che non hanno alcun diritto. Sono
solo alcuni esempi della svalutazione del lavoro.
E penso anche a tutti quelli che nonostante abbiano più di qualche capello bianco stanno ancora sul posto
di lavoro mentre vorrebbero andarsene finalmente in pensione, a chi ha cominciato a lavorare a 15-16
anni e che non ne può più di lavorare, alle donne che vorrebbero mettersi a riposo magari per dedicarsi
alla propria famiglia.
Penso infine ai tantissimi pensionati e anziani che vivono ogni giorno con un reddito basso o molto basso
e che nonostante questo continuano a fare da vero ammortizzatore sociale e che si ritrovano a dover far
fronte ai continui tagli al welfare e alla sanità, temi che stanno diventando una vera e propria emergenza
nazionale.
Tutte queste persone meritano delle risposte. Un sindacato generale come il nostro a tutte queste persone
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Donne, la protesta è globale
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Effetti sismici locali
Spesso ci si interroga sulla diversità dei danni agli edifici a seguito di una crisi sismica. All’interno di un
centro abitato, oppure tra diversi centri abitati si osservano danni di gravità anche molto diversi, a volte
si osservano danni causati da terremoti anche ad edifici con una corretta progettazione strutturale
antisismica.
di Andrea Digani – Geologo
Da queste prime considerazioni appare chiaro che una buona progettazione non è da sola sufficiente a
garantire condizioni di sicurezza e che anche strutture adeguatamente dimensionate per resistere a
terremoti forti possono venire distrutte o danneggiate per problemi legati al sito e ai terreni di fondazione.
Durante un terremoto, infatti, gli ammassi rocciosi e i terreni presenti in un dato territorio rispondono in
maniera differente e i rilievi dei danni prodotti dall’azione sismica mostrano sempre irregolarità e
variazioni areali. Tali variazioni, soprattutto laddove le tipologie edilizie presentano caratteristiche simili,
sono chiaramente riconducibili alle caratteristiche geomorfologiche e geotecniche del sito e alle
interazioni tra azione sismica e terreni, che possono dare luogo a fenomeni, quali la focalizzazione delle
onde sismiche o di risonanza. È ormai dimostrato che alcuni siti possono amplificare anche di dieci volte
alcune componenti del moto sismico che li attraversa, altri le attenuano, altri ancora collassano,
coinvolgendo le eventuali sovrastanti costruzioni, ogni sito risponde poi in modo diverso a terremoti
diversi.
È perciò oggi scientificamente riconosciuto che il comportamento di una costruzione durante un
terremoto dipende da tre fattori: dalle caratteristiche energetiche dell’azione sismica (intensità del
terremoto), dalle caratteristiche strutturali del manufatto (progetto della costruzione) e dalle caratteristiche
geologiche locali (sito) (fig. 1).
FIG. 1 – Amplificazione di sito
Per quanto riguarda la risposta geologica ad un determinato terremoto, si possono distinguere due grandi
categorie: condizioni geologiche instabili e condizioni geologiche stabili. Alla prima categoria
appartengono quei terreni nei quali, durante un determinato evento sismico, si possono avere fenomeni di
instabilità, locali o generalizzati, associati a grandi movimenti di massa (movimenti franosi, crolli di
roccia, ecc.) o elevate deformazioni permanenti e cedimenti (causati ad esempio dalla presenza di cavità,
da fenomeni di liquefazione dei terreni sabbiosi saturi, dalla densificazione di terreni granulari sopra
falda, dalle deformazioni indotte da faglie attive, nuove condizioni idrogeologiche, ecc.). Tali fenomeni
causano immancabilmente il collasso delle sovrastanti strutture, anche se dimensionate con criteri
antisismici.
Alla categoria delle condizioni geologiche stabili appartengono invece quei terreni nei quali, durante il
terremoto, gli sforzi indotti dall’azione sismica risultano inferiori alla loro resistenza al taglio. In questo
caso si ha una modificazione del moto sismico in arrivo al sito, di cui vengono esaltate alcune componenti
e altre attenuate, i cui effetti globali sono una maggiorazione o riduzione delle azioni sismiche, che
possono essere trasmesse alle sovrastanti strutture, rispetto a quelle che si avrebbero se alla superficie del
deposito affiorasse la roccia o un terreno molto duro pianeggiante. Da quanto sopra esaminato, appare
evidente che, per valutare in maniera realistica le azioni sismiche sulle costruzioni, è necessario conoscere
le modifiche che subiscono le onde sismiche nel tratto finale del loro percorso dalla sorgente alla
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