Amara Festa del Lavoro per gli 897 mila iscritti a Garanzia Giovani
Una Festa del Lavoro e un compleanno davvero amaro per i giovani iscritti numerosi a Garanzia Giovani dotata di 1,5 miliardi di euro da Bruxelles nel maggio 2014 e finita nel più completo fallimento. Uno dei tanti flop del Ministero del lavoro guidato dall’improbabile Ministro poletti. In tanti avevano riposto speranze in questo strumento innovativo, tale da poter inviare i giovani iscritti ad un tirocinio e farne l’anticamera di un lavoro, vero. Invece, come abbiamo più volte scritto e denunciato, senza che una voce si levasse dalle istituzioni, per prime quelle regionali, a fronte di oltre 800 mila iscritti alle liste di Garanzia Giovani, solo 300 mila hanno avuto una proposta di tirocinio e di questi effettivamente solo 30 mila lo hanno concretamente effettuato. I problemi non sono finiti con i tirocini, le Agenzie per il lavoro presso le Provincie erano totalmente impreparate a sostenere i colloqui e a profilare i giovani disoccupati, così come il coordinamento con l’INPS era ed è precario, per cui ancora molti giovani tirocinanti aspettano di avere le loro spettanze. In tanti ci hanno creduto e in tanti sono stati amaramente delusi, come accade oramai sempre più spesso questo governo vive di annunci di lanci enfatici, di numeri che non corrispondono alla reale situazione del Paese. E’ di questi giorni l’annuncio del calo della disoccupazione, dato di Febbraio, mai e poi mai che si contino gli occupati, forse il premier avrebbe delle sorprese non certo piacevoli. Tornando a Garanzia Giovani a parte il muro di silenzio che è stato eretto intorno a questo progetto, siti internet mai più aggiornati, bocche cucite a tutti i livelli, la certificazione del fallimento arriva da prestigiosi centri studi, Adapt con Michele Tiraboschi, docente di Economia all’Università di Modena e Reggio Emilia e da testate nazionali fra le più sensibili ai temi dell’economia e del lavoro. Peraltro occorre sottolineare come la maggior parte dei tirocini sono di nessun valore formativo e già quest’anno l’utilizzo di Garanzia Giovani è esclusa da molte aziende per il cambio di regime fiscale. Altro elemento fondamentale è la trasparenza, a fronte delle costanti analisi positive del Ministro poletti è certificato come le Regioni non hanno report aggiornati sull’evoluzione del progetto e gli stessi dati non sono consultabili. La stessa commissione Europea nei sui report specifici in un recente dossier (Country Report Italy) ha messo in luce le carenze e le disfunzioni del sistema italiano, oltre alle preoccupazioni per l’enorme massa di neet in età compresa tra i 15 e i 24 anni perennemente esclusa dal mercato del lavoro. Resta purtroppo l’illusione, la delusione e financo la rabbia di quanti si erano con fiducia affidati a questo strumento per uscire dall’inerzia e dalla disaffezione, con la constatazione amara che in questo Paese valgono sempre e solamente gli annunci e mai i fatti concreti. Parole, promesse delle quali la classe politica restia ad affrontare concretamente i problemi si riempie la bocca, senza il coraggio di affrontare la realtà, mentre di Garanzia Giovani qualcuno ha anche fatto una passerella mediatica.
ARES