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Dal Jobs Act alla decontribuzione un buco per l’Inps

2286730Gli sgravi fiscali e non il Jobs Act hanno dato una mano ad allentare la morsa della disoccupazione. Dei 764 mila nuovi contratti, la metà fanno riferimento a trasformazioni di vecchi rapporti lavorativi precari. Il vero nodo è venuto alla luce con le ricadute negative sui conti dell’Inps. Infatti a lanciare l’allarme è proprio l’Istituto di previdenza il quale dichiara un buco di svariati miliardi per effetto della contribuzione. Passivo ancora più grave e preoccupante se il trend dovesse crescere, mantenendo l’incentivo della decontribuzione, l’assenza di nuovi assunti per i quali l’Inps incasserebbe contributi freschi farebbe lievitare le difficoltà delle casse previdenziali. E’ di alcuni giorni addietro l’allarme lanciato dal Presidente dell’Inps Boeri per un passivo intorno ai 100 miliardi, oltre a difficoltà operative legate al mancato turn over dei dipendenti che mette a rischio l’erogazione dei servizi. Ha poco da stare sereno il premier Renzi, incapace di affrontare i veri problemi del Paese, sprecando settimane e mesi dietro provvedimenti sicuramente utili e attesi, ma non certo prioritari per un Paese in stallo economico che vede a rischio la coesione sociale. Basterebbe solo l’esame degli ultimi provvedimenti, il decreto Boschi sulle banche, altro regalo alle istituzioni finanziarie, la norma pasticciata sull’esenzione dell’IMU per genitori e figli che locano con contratto di comodato e via di questo passo, per accorgersi di provvedimenti malamente assortiti, con uno scopo preciso, aiutare e convenire sugli interessi delle grandi lobby economico finanziarie. Non certamente il massimo per un presunto governo di centro sinistra!

Ares