Mutui Casa in forte ripresa
I segnali di ripartenza sul mercato del credito sono sempre più evidenti. Le prime avvisaglie di
miglioramento si notano già dalla seconda metà del 2013, quando la contrazione dei volumi aveva
cominciato a rallentare, ma è dal 2014 che si hanno delle concrete note di ottimismo. Il primo trimestre
2015 si è chiuso con un ulteriore aumento delle erogazioni, che conferma il trend positivo degli ultimi
cinque trimestri. Il dato è suffragato anche dalle performance riscontrate mensilmente, che vedono
incrementi notevoli a partire dalla fine della scorsa estate e ben superiori al 50% da Febbraio 2015.
La domanda di mutui da parte delle famiglie è in crescita da Luglio 2013 e la Banca Centrale Europea sta
operando ormai da tempo per sostenere le erogazioni di finanziamenti sia alle famiglie sia alle imprese. Il
settore però rimane condizionato dalla situazione economica e finanziaria del nostro Paese e dell’intera
Eurozona, sarà perciò determinante l’andamento del mercato del lavoro e, di conseguenza, il clima di
fiducia delle famiglie. L’offerta bancaria è in miglioramento, si registrano infatti riduzioni degli spread sui
mutui destinati alla prima abitazione e con bassa percentuale di intervento sul valore dell’immobile. Le
politiche di erogazione rimangono prudenziali; la qualità del portafoglio degli istituti è un fattore
determinate che condiziona le scelte di erogazione.
In questo contesto risulta significativa l’analisi del prodotto elaborata dal Gruppo Tecnocasa, che verterà
sui primi sei mesi del 2015 e prenderà in esame parametri quali: finalità dell’operazione, tipologia, durata e
importo medio di mutuo di tutti coloro i quali hanno sottoscritto un finanziamento ipotecario attraverso le
agenzie a marchio Kìron ed Epicas.
FINALITÀ DELL’OPERAZIONE
Gli istituti di credito erogano mutui ipotecari per svariati motivi, pertanto si è preferito aggregarli in
categorie, secondo la seguente suddivisione:
Acquisto: finanziamento acceso allo scopo
di acquistare un immobile.
Consolidamento: finanziamento con il quale
si estinguono i debiti accumulati nel breve
periodo, sostituendoli con una nuova forma di
finanziamento con una diversa rata o una
differente tempistica di rimborso.
Sostituzione e surroga: l’oggetto del
contratto non è una compravendita, in quanto si
richiede un altro mutuo per migliorare le
condizioni economiche del primo o per ottenere
altro denaro.
Costruzione e ristrutturazione:
finanziamenti richiesti per provvedere in
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa
autonomia alla realizzazione della propria abitazione oppure all’acquisto della casa e alla sua
successiva ristrutturazione.
Liquidità: finanziamento concesso per motivazioni diverse da quelle dell’acquisto dell’abitazione, a
fronte di garanzie patrimoniali.
Altro: categoria residuale che include tutte le finalità non rientranti nelle tipologie precedenti
(consolidamento, acquisto di spazi non residenziali, ecc.)
L’acquisto è, come logico aspettarsi, la motivazione principale per la quale si sottoscrive un mutuo e
rappresenta l’88% del totale delle richieste, mentre chi opta per la sostituzione o la surroga incide solo per
il 9%. Le operazioni di consolidamento dei debiti costituiscono l’1,2%, chi invece fa ricorso al finanziamento
per ottenere maggiore liquidità rappresenta l’1% del totale.
TIPOLOGIA DI TASSO
Gli istituti di credito erogano molteplici prodotti ipotecari, che in questa analisi sono stati raggruppati come
segue:
Tasso variabile: prevede una rata collegata nel tempo ad un tasso di riferimento (solitamente
l’Euribor, oppure il tasso BCE) e ogni variazione positiva o negativa di tale tasso si traduce
automaticamente in un aumento o in una diminuzione della rata.
Tasso variabile con CAP: ha le stesse caratteristiche del variabile puro, ma con l’opzione di avere un
tetto massimo (definito in fase di stipula del contratto) che il tasso non può superare.
Tasso fisso: la rata non varia durante l’operazione in quanto il tasso applicato è definito nel
momento in cui viene sottoscritto il contratto in funzione del parametro di riferimento
(generalmente il tasso EurIRS).
Tasso misto: prevede un mutuo flessibile perché offre la possibilità al mutuatario di passare da una
rata a tasso fisso ad una a tasso variabile, o viceversa, a scadenze predefinite al momento della
stipula del contratto.
Rata costante: mutuo a tasso variabile con rata costante, in cui le variazioni del tasso di riferimento
incidono sulla durata del rimborso del mutuo.
Le dinamiche degli indici di riferimento evidenziano tassi che hanno raggiunto nuovamente valori
storicamente minimi e un costo del prodotto (spread) medio più contenuto rispetto agli anni passati. In
questo contesto si registra il sorpasso dei mutui a tasso fisso rispetto a quelli a tasso variabile: più della
metà dei mutuatari (il 57,6%) ha optato per la programmazione certa e sicura dell’impegno economico,
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa
mentre il 31,4% ha preferito il tasso variabile puro. Rispetto a un anno fa è raddoppiata la quota di chi
sceglie il tasso fisso, passando da 27,6% nel primo semestre 2014 a 56,4%; dall’altra parte, invece,
diminuiscono le percentuali di tutte le tipologie variabili. Il tasso variabile “puro” adesso raccoglie poco
meno di un terzo delle preferenze, mentre un anno fa era il più richiesto e rappresentava il 43,3%; continua
la discesa del tasso variabile con CAP (da 7,3% a 0,7%), tengono meglio i mutui a rata costante, ma
comunque la loro incidenza è diminuita (da 20,8% a 11,1%).
DURATA DEL MUTUO
A livello nazionale la durata media del mutuo è stata
di 24,7 anni. Ragionando per fasce di durata, risulta
che quasi il 70% dei mutui è compreso tra 21 e 30
anni e il 29,9% si colloca nella fascia 10-20 anni.
I prestiti ipotecari di durata inferiore a 10 anni
rappresentano solamente lo 0,3% del totale a causa
dei costi elevati della rata mensile, ma il discorso è
diverso per le operazioni con periodi superiori a 30
anni. Queste tipologie hanno rate più economiche e
sono più accessibili alla clientela ma, poiché
vengono giudicate eccessivamente rischiose da
parte delle banche, sono poco praticate (infatti non
registriamo operazioni di tale durata).
Guardando la durata del mutuo per ripartizione geografica, si evince innanzitutto che quelli di durata più
elevata sono concentrati maggiormente nel Nord Italia, mentre al Sud e nelle Isole prevalgono duration
inferiori. I mutui compresi tra 21 e 30 anni sono il 77,5% nel Nord-Est, mentre nel Mezzogiorno tale fascia
incide per il 59,6%. L’Italia Centrale, invece, segue sostanzialmente la media generale.
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa
IMPORTO DEL MUTUO
Nel primo semestre 2015 l’importo medio di mutuo erogato sul territorio nazionale è stato pari a circa
110.200 €. Il ticket medio varia in funzione della ripartizione geografica di riferimento, infatti nel Nord-
Ovest e nel Centro Italia si eroga mediamente più che a livello nazionale; nel Mezzogiorno e nelle Isole,
invece, il ticket medio risulta inferiore al dato complessivo, mentre il Nord-Est si mantiene sostanzialmente
in linea. In generale i valori più alti sono nelle regioni del Nord Italia (111.400 € nel Nord-Ovest e 109.900 €
nel Nord-Est), più bassi nelle Isole (104.900 €) e ancor di più nel Sud (101.800 €). La macroarea dove il
mutuo è risultato più elevato è quella dell’Italia Centrale, con un ticket medio pari a 118.800 €.
Segmentando il campione per fasce di erogato, si nota come la ripartizione sia più sbilanciata verso importi
di media entità. Il 40% dei mutui erogati è compreso tra 100 e 150.000 €, mentre il 38,5% si colloca nella
fascia inferiore (50-100.000 €). Poco più del 17% dei mutuatari, invece, ha ottenuto un finanziamento
superiore a 150.000 €.
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa