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E le stelle stanno a guardare!

000muroungheriaL’Europa è morta, viva l’Europa! Forse proprio morta definitivamente non lo è, ma di sicuro non gode più di buona salute. La stanno uccidendo a poco a poco nuovi e più pericolosi nazionalismi, egoismi mai sopiti, una politica di ampliamento del perimetro europeo alla quale non è seguita una politica di integrazione, l’autoritarismo economico esercitato dalla Germania a scapito degli altri Paesi membri e non ultima una crisi economica senza precedenti che coinvolge molti dei paesi membri. Sarebbe lungo e stucchevole dilungarsi sulle politiche dell’accoglienza, sulle differenze che si vorrebbero stabilire tra profughi per motivi umanitari da migranti per motivi economici, come se morire di fame o sotto il tiro di un cecchino o per una granata facesse una qualche differenza.  Il nodo è quale scelta fare dinanzi ad un esodo biblico del quale non abbiamo visto che le prime avvisaglie. Non è la fuga dalla Siria a dover preoccupare, tanto in capo a qualche mese il Paese sarà in qualche modo stabilizzato e magari parcellizzato tra i vari contendenti in guerra. Sono le ondate migratorie dai Paesi a più alta instabilità politica ed economica, l’Afghanistan, il Pakistan, l’Africa sub sahariana, il Bangladesh e via di questo passo a dover preoccupare i Paesi occidentali e l’Europa in primo luogo. Un Europa incapace di trovare una sintesi efficace, ridotta a dover passare da un bilaterale ad un trilaterale per poi arrivare al compromesso di convocare l’Assemblea per il 22 Settembre senza neppure essere in grado di ipotizzare una qualche soluzione condivisa. Condivisa poi con chi? Con coloro che alzano un muro di filo spinato alla frontiera? Nonostante alte si siano levate le condanne per il comportamento dell’Ungheria, del Montenegro o della Serbia, nessuno ha fino ad ora considerato in tutta la sua gravità la decisione ungherese e i comportamenti conseguenti. Hanno generato sì sdegno e repulsione, tanto da spingere centinaia di cittadini austriaci a farsi carico del trasporto in territorio nazionale dei migranti respinti dall’Ungheria, ma le conseguenze socio politiche sul medio lungo periodo e le analogie storiche non sono state neppure indagate. Queste ultime potranno essere il detonatore della deflagrazione dell’Europa o la scintilla dalla quale l’Europa stessa può rigenerarsi e ripartire con spirito nuovo, magari con confini meno dilatati, almeno fino a quando lo spirito “costruttivo” e fondativo non avrà pervaso tutti gli aspiranti europei.

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