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Tassi usurari azienda vince contro Banca

0usuraOttantottomila euro. A tanto ammonta la cifra che una banca aveva chiesto ad una azienda della provincia di Macerata in più rispetto a quello che in realtà avrebbe dovuto restituire.
Si tratta di «tassi usurai», che avevano fatto impennare la pendenza economica della ditta nei confronti dell’istituto di credito. Sono sempre di più le aziende e i privati che finiscono ingoiati dai debiti nei confronti delle banche, ma da qualche tempo a questa parte si è squarciato il velo che copriva le ragioni di tante situazioni difficili e di tanti casi di indebitamento.

La cosiddetta «usura bancaria» è venuta alla ribalta di recente in conseguenza della sentenza 350 del 9 gennaio 2013 della Corte di Cassazione, che ha previsto in tema di mutui la nullità del contratto laddove ci siano fenomeni di usura. L’avvocato Leonardo Teodori di Tolentino segue da qualche tempo aziende e privati in quello che si sta rivelando un fenomeno molto diffuso. Tra questi casi, c’è appunto quello di un’azienda del Maceratese, che stava per essere realmente messa in difficoltà.

«Ad una azienda di Macerata – spiega l’avvocato Teodori – una banca aveva chiesto di rientrare per 191 mila euro. Il titolare si è rivolto a me e subito abbiamo chiesto una perizia tecnico contabile. Abbiamo fatto opposizione al decreto ingiuntivo e al termine di questa causa, davanti al Tribunale di Macerata, il consulente tecnico nominato dal giudice Pietro Merletti ha verificato che ben 88mila euro di questi 191 che la banca pretendeva in restituzione non erano dovuti proprio perché il conto era in usura. Non è infrequente verificare degli sforamenti del tasso soia anche del cento per cento del tasso di interesse massimo». L’azienda ha dovuto restituire quindi solo 103mila euro.

L’usura bancaria si verifica laddove i tassi di interesse convenuti, insieme ai tassi di mora, e altre spese che correntemente vengono addebitate al consumatore, le commissione di massimo scoperto le varie spese generiche, comportano uno sforamento del tasso soia che viene indicato dalla Banca d’Italia ogni tre mesi. «Se si verifica questo sforamento – spiega il legale – il contratto è in usura, che a sua volta comporta la nullità del contratto e la restituzione degli interessi pagati indebitamente e quindi percepiti indebitamente dalla banca». Diverse aziende e privati – una trentina circa – si sono rivolti all’avvocato Teodori per avere chiarimenti sul contratto di mutuo per l’acquisto della prima casa.

«Il correntista – conclude Teodori – è l’anello debole di tutta questa vicenda. La banca che decidesse di risolvere un rapporto metterebbe in ginocchio sia un’impresa sia un privato. Molti di questi soggetti evitano una qualsiasi azione seppur esplorativa nei confronti della banca per il timore di eventuali ritorsioni».