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CNA Terr.le Fermo: Pensionati, piano sanitario regionale, servizi domiciliari e nuovi ospedali

Pensare un sistema di servizi sanitari che metta al centro la persona, partendo dall’affidamento di un
ruolo diverso al medico di base, per seguire il paziente dalla fase della ricerca fino alla diagnosi e alla
cura. Seguire le esperienze virtuose di altre regioni per snellire la procedura che regola le liste di
attesa, nodo da risolvere per alleggerire il percorso del cittadino paziente.
Sono alcuni degli aspetti evidenziati dal gruppo Pensionati della CNA di Fermo nell’incontro
organizzato venerdì pomeriggio all’Hotel Astoria, partecipato da un pubblico numeroso e attento.
Un confronto con Agenzia Regionale Sanitaria, Asur e Ambito Sociale XIX, al quale hanno
partecipato anche il Presidente Nazionale di CNA Pensionati Giovanni Giungi, il Presidente
regionale dei Pensionati Ilario Persiani e che ha ricevuto anche il saluto del Sindaco Paolo
Calcinaro. Presente il consigliere comunale Laura Ilari, presidente della III Commissione
consiliare.
“Un incontro fortemente voluto dal nostro gruppo Pensionati – commenta il Direttore Generale
Alessandro Migliore – da cui sono emersi spunti interessanti. Penso, tra le altre, alle notizie relative
al Piano Socio Sanitario Regionale, scaduto da ormai cinque anni e che CNA chiede a gran voce: la
Dirigente dell’Agenzia Regionale Sanitaria, Lucia Di Furia, ha evidenziato come il nuovo Piano avrà
al centro le fragilità e sarà redatto secondo alcune direttrici strategiche prioritarie quali la dignità
della persona e l’equità. Una sanità uguale per tutti: è quanto chiedono i pensionati CNA”.
Nel suo intervento infatti Di Furia ha ricordato l’azione nell’immediato post sisma e chiarito gli
obiettivi strategici del Piano 2018/2020: tenere al centro fragilità e cronicità, dal neonato all’anziano,
mirando a qualità e adeguatezza dei servizi, tendendo ad accessibilità e prossimità, garantendo equità
del sistema.
Mettere la persona al centro è il principio seguito anche dall’Ambito Sociale XIX per
l’organizzazione delle rete di servizi socio sanitari sul territorio dei 40 comuni del Fermano, come ha
chiarito il Coordinatore Alessandro Ranieri: “Il welfare di comunità deve integrarsi con la parte
sanitaria, assolvendo a funzioni specifiche quali accoglienza, valutazione del fabbisogno di servizi,
presa in carico, accreditamento delle strutture. In particolare, si sta lavorando sui servizi domiciliari,
formando sia gli assistenti familiari che i care givers, per dare la possibilità alla comunità di
crescere meglio e di stare più in salute. Stiamo sperimentando anche nuovi servizi di trasporto
sociale e uno “smart village” nell’entroterra, con l’ausilio della telemedicina per una risposta h24”.
A Licio Livini, direttore Asur, il compito di illustrare i numeri dell’Area Vasta 4: 40 comuni, 863 km
quadrati,174.849 residenti, 300 milioni euro annui di spesa corrente, 1760 dipendenti.
“Livini – ricorda Migliore – ha evidenziato come nel Fermano si sia fatto il massimo per quanto
riguarda le cure domiciliari, visto che la rete familiare nel nostro territorio è ancora forte. I dati
regionali lo dimostrano, anche se il confronto con il Nord Italia è ancora molto difficile”.
Il direttore Livini ha ricordato quanto fatto in materia di cure intermedie, case della salute, la Potes in
più, i punti di primo intervento, oltre ai due ospedali in cantiere: “Amandola, merita il massimo
rispetto, perché quella zona merita una risposta: siamo alla fase esecutiva del progetto, credo che nel

giro di circa 3 anni lo porteremo a conclusione. Per l’ospedale di Fermo siamo ai lavori di bonifica
dell’area, entro l’anno dovrebbero partire lavori di realizzazione: stavolta che verrà fatto ci credo sul
serio”.

Fermo, lì 16 giugno 2018 L’Ufficio Stampa