Pesaro-Urbino

Sanità: ci sono le Case della Salute e poi c’è …Sassocorvaro

Ci vorrebbe la fantasia di Lina Wertmuller per dare un titolo a questa storia, ma molto più
prosaicamente noi potremmo dire che con una Delibera di Giunta Regionale e con un Decreto
della Dirigente della PF Accreditamenti si è dato origine nelle Marche a una nuova casa di cura
privata.
Infatti, qualche settimana fa la Regione Marche ha autorizzato “la realizzazione di una
rimodulazione, ampliamento strutturale e di funzioni della struttura sanitaria denominata Villa
Montefeltro” di Sassocorvaro.
Dietro a queste poche righe si nasconde di fatto la trasformazione di un Ospedale di comunità
(Casa della Salute) in una casa di cura privata a tutti gli effetti.
Una casa di cura che da una dotazione iniziale di 12 posti letto di day surgery, si troverebbe ad
avere 64 posti letto di cui 12 posti letto di chirurgia generale, 12 posti letto in regime diurno, 8 posti
letto di ortopedia, 20 posti letto di lungodegenza, 12 posti letto di cure intermedie. Si aggiungono
poi un Punto prelievi esterno, un Punto pasti esterno e un Servizio mortuario.
“Se da un lato si comprendono le ragioni del territorio di avere adeguate risposte ai bisogni di
salute in termini di servizi e assistenza sanitaria, meno chiare sono le risposte a una serie di
interrogativi che vorremmo sottoporre alla Regione e al Presidente Ceriscioli” – dichiarano Daniela
Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari generali di CGIL CISL UIL
delle Marche.
“Innanzitutto vorremmo sapere com’è possibile che posti letto che negli anni sono stati soppressi
dal sistema sanitario pubblico, chiudendo i piccoli ospedali, quegli stessi posti letto ricompaiono
miracolosamente per essere riattivati a beneficio di strutture private?”
“E se si sono “trovati” posti letto per Sassocorvaro, perchè non fare altrettanto con Fossombrone,
Cagli, Chiaravalle, Cingoli e tanti altri?”
E se quei posti letto vengono destinati a Sassocorvaro, come si pensa di garantire i 50 posti letto
(che peraltro non basterebbero per l’accreditamento) destinati alla Casa di cura che dovrà nascere
a Fano, scelta che abbiamo sempre considerato discutibile sia nel merito che nel metodo?
“E poi vorremmo sapere se è davvero inarrestabile l’emorragia che dal pubblico continua a togliere
posti letto, risorse, prospettive per continuare ad alimentare le strutture private” – proseguono
Barbaresi, Rossi e Fioretti.
E quale sarà il destino del personale sanitario attualmente occupato nell’Ospedale di Comunità di
Sassocorvaro?
“Ed ha ancora senso parlare di Piano Sanitario Regionale se, ancora una volta, importanti atti di
programmazione vengono adottati con Delibere o Decreti? Ed è cosi che si garantisce la

partecipazione di cittadini, associazioni, comunità, oltre al rispetto della funzione degli organi
regionali a partire dal Consiglio?
Vorremmo poi capire come si intende rispettare il DM 70/2015 che prevede che non siano più
accreditabili nuove strutture con meno di 60 posti letto per acuti, poiché il limite dei 40 posti letto
vale solo in caso di strutture accreditate già esistenti al 1 gennaio 2014 (ed essere in una rete
d’impresa con almeno 80 posti letto per acuti) e questo non vale per Villa Montefeltro.
Inoltre, vorremmo sapere sulla base di quali criteri e valutazioni, la Regione Marche, che attraverso
l’Agenzia Regionale Sanitaria in un primo momento aveva dato parere negativo a tale operazione,
ritenuta non compatibile rispetto al fabbisogno definito dal Piano Sanitario e dagli atti di
programmazione, dopo un riesame della documentazione ha cambiato parere.
Queste sono solo alcune delle tante risposte che, sempre meno fiduciosi attendiamo da questa
Regione”.
Ancona, 22 giugno 2019