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JOBS ACT: LA CGIL MARCHE INCONTRA I PARLAMENTARI MARCHIGIANI

004jobsactLa Cgil Marche ha illustrato oggi ai Parlamentari le proposte del sindacato e le preoccupazioni

legate ai contenuti del Jobs Act, in discussione in Parlamento e alla proposta di legge di stabilità

2015 approvata dal Consiglio dei Ministri.

LE PROPOSTE CGIL – In particolare, la Cgil ritiene che i problemi dell’economia e

dell’occupazione vanno affrontati puntando sugli investimenti (pubblici e privati) e sulla crescita

della domanda interna, e non sulla riduzione dei diritti dei lavoratori, in particolare eliminando la

possibilità del reintegro nei casi di licenziamento immotivato, intervenendo sul demansionamento

dei lavoratori e sui controlli a distanza.E non si risolvono neanche puntando tutto su una

competizione basata sulla riduzione dei costi: nella Legge di stabilità non vengono previste le

risorse per gli investimenti, per il sostegno alla ricerca ed all’innovazione.

Per la Cgil è inoltre importante contrastare la precarietà del lavoro e per far questo è necessario

che il “contratto unico a tutele crescenti” sia sostitutivo di altri contratti che generano precarietà,

come cocopro, cococo, contratti a termine senza causali, lavoro a chiamata, associazione in

partecipazione, vaucher, finte partite iva. Nel Jobs Act, oltre ad affermazioni generiche, non vi è

nulla di preciso e tutto fa pensare che il contratto a tutele crescenti non sia sostitutivo ma aggiuntivo

alle altre forme contrattuali.

Per quanto concerne gli ammortizzatori sociali, la Cgil da sempre sostiene l’esigenza di un loro

riordino garantendo a tutti i lavoratori, la possibilità di accedere alla cassa integrazione e ai contratti

di solidarietà, e a tutte le persone che non hanno lavoro di poter contare su un sostegno al reddito ed

una politica attiva del lavoro che le aiuti a trovare una occupazione. Ma nel Jobs act si rimane nel

vago. Sulla legge di stabilità, la Cgil rileva che mancano del tutto le risorse per creare occupazione

certa, sostenendo gli investimenti, ed i tagli previsti alle Regioni ed agli Enti Locali, comporteranno

delle conseguenze pesantissime per la popolazione, in termini di aumento delle tasse locali,

aumento delle tariffe, tagli ai servizi, taglio all’occupazione. L’insieme di questi problemi toccano in

particolare una regione come le Marche, particolarmente colpita dalla crisi e più esposta al rischio

di declino, di perdita di occupazione e di crescita della povertà.

Per queste, ed altre ragioni, la Cgil chiede ai Parlamentari delle Marche di prendere in

considerazione le sue preoccupazioni e le sue proposte, per correggere gli atti in discussione in

Parlamento, ascoltando la voce che viene da una parte importante e vasta del mondo del lavoro, che

sarà protagonista della manifestazione del 25 ottobre.

L’IMPEGNO DEI PARLAMENTARI – “Sono venuto con l’idea di ascoltare e fare un confronto

nel merito rispetto alla posizione del sindacato verso il passaggio alla Camera del Jobs Act”,

dichiara il deputato Pd, Emanuele Lodolini. E ancora: “Spero non ci sia bisogno della fiducia e che

si possano introdurre miglioramenti rispetto al testo uscito dal Senato che, comunque, rappresenta

un passo avanti. In ogni caso, credo che la sfida debba essere raccolta tenendo conto della

situazione reale del Paese”. Lara Ricciatti, parlamentare di Sel, sostiene che “noi stiamo lavorando

per la manifestazione del 25 ottobre, per cercare di mobilitare più persone possibili. Questa è una

riforma che a noi di Sel non piace perché, in questo momento, c’è bisogno di più diritti e più lavoro.

Proprio non riesco a capire come questo Governo pensa di creare più posti di lavoro riducendo i

diritti di chi un lavoro fortunatamente ce l’ha”.