Attualità a cura di Maurizio DoniniUltimissime Notizie

AYZAD – Intervista sul BDSM

Nato nel 1969, sono un giornalista pentito, uno scrittore e un esperto di sessualità
alternative. Vivo l’eros insolito da una trentina d’anni, e  Ayzad  è lo pseudonimo con cui nel 2004
ho scritto il libro BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo, nel quale ho riportato ciò
che ho imparato in tanto studio di un argomento davvero infinito. Quel manuale è divenuto un
best seller da cui sono nate collaborazioni con sessuologi e studiosi che mi hanno portato a
espandere la ricerca a tutte le forme insolite di sessualità. Il primo risultato è stato un altro libro
intitolato XXX – Il dizionario del sesso insolito, seguito da molti altri progetti descritti in questo sito
fra cui anche il romanzo Peccati originali, la biografia La Padrona e la guida alle relazioni erotiche
estreme I love BDSM. Oggi mi occupo a tempo pieno di divulgazione e formazione sulle sessualità
non normative. Per cercare di migliorare un po’ il mondo, fra le altre cose, ho lanciato l’iniziativa
del Manifesto degli esploratori sessuali e sono un personal coach per le problematiche legate alle
sessualità insolite. Ayzad.com è nato per raccogliere e condividere giorno dopo giorno le mie
scoperte sugli aspetti meno noti del sesso, sicuramente per divertirci insieme e – come capita
sempre con queste cose – per conoscere meglio noi stessi. Pare che stia funzionando, visto che
sono stato premiato fra i migliori sex blogger al mondo. Buona lettura!

Buongiorno Ayzad, ti definisci un giornalista pentito? Perché?
Un poco si tratta di una boutade, lo ammetto. In gran parte però è vero: prima di dedicarmi a
tempo pieno alla divulgazione delle sessualità insolite ho dedicato troppi anni al mestiere di
convincere i lettori a comprare merci di dubbia necessità o ad avere paura o rabbia nei confronti
del babau del giorno. Senza offesa per i presenti, purtroppo ormai il “giornalismo” è tutto così, e
non ne sento proprio la mancanza.
Sessualità alternativa, come si può definire e quali sono i confini tra sessualità ‘normale’ a
‘alternativa’?
Quando si parla di senso la normalità è solo quella statistica, nel senso di ‘comportamento
quantitativamente più comune’. Immagina una curva a campana che ha come cuspide una coppia
eterosessuale che lo fa alla missionaria. Da lì scendono poi due declivi su cui si trovano migliaia di
pratiche via via meno diffuse, dai rapporti gay al BDSM, ai feticismi, ai furry, e via sfumando verso
territori davvero bizzarri tipo la dendrofilia. Escluse le forme di sessualità illegali, non consensuali o
che causano disagi non esiste un sesso “sbagliato”, ma solo tante varianti di pari dignità, con più o
meno appassionati. Io preferisco studiare quelle più particolari.
Sesso ‘Vanilla’ e ‘Kinky’ si identificano nelle due precedenti definizioni?
Per ‘Vanilla’ si intende il sesso praticato in maniera tradizionale. ‘Kinky’ invece è un termine che
raccoglie tutte le pratiche atipiche, quelle che in sessuologia vengono definite ‘parafilie’… quindi sì,
certo: la sessualità kinky è un sottoinsieme dell’eros in generale.
Perché si fa fatica a parlare ed esprimersi sulla sessualità alternativa? Quando se ne parla gli altri
ti guardano in maniera ‘strana’, eppure i dati dicono che la parola sesso ed i termini relativi a
quello fuori dai canoni sono le parole più cercate, così come la visione di video in materia, siamo
di fronte ad una forma di ipocrisia borghese?

Riassumendo un discorso molto complesso, l’istintiva curiosità che proviamo un po’ tutti per il
sesso – non solo quello insolito – ci costringe a fronteggiare quella che Jung chiamava l’Ombra:
quella parte di noi che nutre desideri primordiali, un po’ inquietanti e inappropriati da citare in
pubblico. Esplorare, educare ed integrare l’Ombra è però un processo necessario per maturare
come persone, anche se impegnativo. Spesso viviamo nella frustrazione di non riuscire a far
conformare la nostra sessualità a un modello ideale impossibile, fondato su moralismi che non
tengono conto della realtà. E dire che basterebbe seguire l’etica invece che la morale…
Il sesso fra adulti consenzienti non dovrebbe essere espresso liberamente invece di essere
avversato in ogni maniera? I social così pronti a vendere i nostri dati, lo sono altrettanto per
censurare qualunque riferimento alla materia ad esempio.
I social network sono prodotti commerciali che fanno benissimo il loro lavoro: il problema non sono
le loro policy, ma essere convinti che abbiano la stessa importanza della vita reale, offline. Fuori
dagli schermi la sessualità è molto più libera di quanto sembri, e purtroppo anche molto più
problematica per via della grande ignoranza collettiva nei suoi confronti. Nel mio piccolo ho
provato a consigliare una soluzione con il Manifesto degli esploratori sessuali, che trovi anche su
ayzad.com e che raccoglie semplici principi per costruire insieme una società più sana e felice.

Sadomaso, bondage e fetish, tutte parti di uno stesso unicum o entità separate che si possono
mescolare assieme o altresì tenere divise?
Qui bisogna fare un po’ d’ordine. Cominciamo dicendo che il sadomasochismo è la forma
patologica di istinti di dominazione e sottomissione erotica del tutto naturali e innocui, che
vengono invece indicati col termine ‘BDSM’. Quella ‘B’ nell’acronimo sta proprio per bondage, cioè
legami sia fisici che affettivi, e si riferisce a una parte delle pratiche che costituiscono il BDSM nel
complesso. Il fetish infine è l’estetica dell’esasperazione dei feticismi, che sono a loro volta forti
preferenze erotiche per stimoli fuori dal comune. Di solito io dico che il fetish è seduzione portata
agli estremi, e il BDSM l’estremo di quel che succede dopo la seduzione. La risposta alla tua
domanda comunque è sempre la stessa: a meno che qualcosa non crei disagio a noi stessi o a chi ci
sta vicino, tutto è sempre perfettamente lecito.

Puoi spiegare ai lettori cosa si intende per cultura BDSM? Intendo dire, non si tratta solo di sesso
alternativo, ma di una vera e propria cultura che abbraccia moltissimi aspetti artistici.
A conti fatti il BDSM prende quell’istinto primordiale per dominazione e sottomissione sessuale di
cui parlavamo prima e lo filtra attraverso una serie di regole e conoscenze pratiche che ne
eliminano gli aspetti pericolosi. Strumenti come la negoziazione, le safeword, il cosiddetto ‘SSC’
(cioè ‘Sano, Sicuro e Consensuale’) sviluppano rispetto ed empatia fra i partner disinnescando
potenziali derive patologiche. Riassunta così sembra una cosa noiosa, ma in realtà c’è da divertirsi
parecchio, come ho spiegato nei miei libri BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo e I
love BDSM.

La domanda precedente non era casuale, ho recentemente intervistato i ragazzi del Granadilla
Lab, il disegno erotico sul bdsm è arte grafica, personalmente trovo buffo che nomi come
Manara siano, giustamente, osannati quali artisti, ed altri che trattano lo stesso tema, magari

con spettacoli piuttosto che la penna, siano visti come depravati o pervertiti. Forse un poco di
invidia e del ‘vorrei ma non posso dirlo’?
Ma c’è davvero tutta questa riprovazione, o è solo un atteggiamento di facciata? Secondo me c’è
sempre lo zampino di quell’Ombra di cui parlavamo prima… senza contare che capita spessissimo
che la gente giudichi certi temi per come li immagina, senza preoccuparsi di osservare come siano
in realtà.
I Granadilla Lab hanno esposto al Sadistique, locale che mi ha gentilmente girato verso di te, sei
fra i fondatori, io purtroppo non ho avuto occasione di visitarlo ancora, come tanti altri, ci vuoi
raccontare di cosa si tratta, la mission che guida il locale, cosa succede fra quelle affascinanti
mura?
Credo che la risposta migliore sia invitarti a visitare almeno il sito ufficiale sadistique.com, dove è
tutto spiegato molto chiaramente e dove si trovano anche molte immagini tratte dall’evento. In
due parole, comunque, è una festa che si svolge ogni mese a Milano da 14 anni e riunisce
appassionati di BDSM e fetish provenienti da tutta Italia. Ogni edizione ha un tema di
abbigliamento consigliato, e oltre a mettere a disposizione spazi sicuri per praticare, offre una
mostra d’arte a tema e un workshop in cui approfondire un diverso aspetto di questa cultura
erotica. Oggi è considerato uno degli eventi BDSM più importanti in Europa, e come in tutto ciò che
faccio il principio di fondo è semplicemente aiutare le persone a vivere più serenamente e
consapevolmente le proprie sessualità alternative.
Della trilogia delle 50 sfumature ho avuto la pazienza di leggerne solo il primo, trovandolo
infarcito di banalità ed anche molto leggero nell’oggetto, a mio avviso se ne è parlato molto
senza che ce ne fosse motivo. Tu cosa ne pensi? Una storia come questa ha riflesso veramente il
mondo e la cultura bdsm? Ha fatto del bene verso il bdsm sdoganandolo e portandolo alla
portata di tutti o del male dandone una versione errata?
50 sfumature di grigio è stata soprattutto una eccezionale operazione di marketing,
dichiaratamente centrata su quello che l’autrice stessa definisce un comune romanzo rosa senza
alcuna pretesa di insegnare il BDSM. Se ha ottenuto così tanto successo è perché evidentemente
questi argomenti solleticavano già le fantasie di moltissime lettrici (solo in Italia i praticanti sono
oltre quattro milioni), che d’un tratto si sono sentite autorizzate ad ammettere di gradire certe
atmosfere. Sotto questo aspetto trovo che abbia avuto un ruolo importantissimo nello sdoganare
l’eros insolito fra gli argomenti di cui si può parlare senza troppi imbarazzi; peccato che i romanzi
siano davvero scritti coi piedi, e soprattutto che tante persone li abbiano presi come dei manuali
nonostante presentino un’idea errata e piuttosto pericolosa dell’eros estremo. Se ti vuoi fare due
risate, sul mio sito trovi tutta una serie di recensioni e articoli dedicata alla serie.
Vuoi aggiungere qualcosa di tuo?
Il messaggio che cerco sempre di trasmettere è che, con qualsiasi tipo di sessualità, ogni minuto
dedicato a informarsi è un investimento che migliora enormemente la qualità della vita.
L’importante è usare fonti serie, non confondere il porno con la realtà e godersi ogni passo di
un’esplorazione che, volendo, non finisce mai.

MAURIZIO DONINI