Confabitare chiede l’intervento del Ministro dell’Interno a Fermo
Ill.mo
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri
On. GIORGIA MELONI
Ill.mo
Sig. Ministro dell’Interno
Dott. MATTEO PIENTEDOSI
caposegreteria.ministro@interno.it
Fermo 16.10.2025
OGGETTO: Sicurezza …. sicurezza…..sicurezza, organici e vertici istituzionali
Ill.mo Sig. Presidente,
è per noi a questo punto l’unico punto di riferimento possibile, unitamente al Ministro dell’Interno visto quanto accade ed in particolare l’aggravamento della situazione sul territorio della provincia di fermo e le difficoltà nel rapporto con i vertici istituzionali, sempre più restii a dare ascolto ad alcune componenti sociali e sindacali.
C’è una amministrazione comunale focalizzata sull’implementazione della videosorveglianza, sulla creazione di strutture ricreative, sulla dotazione di body cam alla Polizia Locale, che dovrebbe pattugliare il quartiere, mentre questo non avviene mai. Le strutture ricreative o sono vandalizzate o peggio male utilizzate e la sicurezza è un tema da trattare con apparente sufficienza, neppure in momenti come gli attuali dove la recrudescenza si fa sfida aperta e le piazze di spaccio a cielo aperto invadono il centro cittadino di fermo e dei centri limitrofi.
Non sentiamo il Prefetto da mesi e comunque è difficile cavare un ragno da un buco con chi ritiene il cittadino, una associazione non certo spuria o “clandestina”, che lancia allarmi reali e circostanziati poco più di una seccatura, da utilizzare quando serve se serve a scansare qualche “grana”, mentre dobbiamo esser grati all’eccellente lavoro svolto dalla Questura e dalle forze dell’ordine in generale, ma non è sufficiente.
Non basta più difronte all’alleanza di forze criminali nelle quali si saldano legami tra albanesi, tunisini e famiglie camorristiche in cerca di sbocchi su mercati meno esposti alla pressione e alla repressione delle unità investigative, che peraltro su questo territorio eccellono con pochi mezzi e meno uomini di quanti ne sarebbero necessari.
Davvero non sappiamo più se la sicurezza sia una priorità in questo Paese e se il cittadino può ragionevolmente essere d’aiuto, casomai qualcuno sia disposto ad ascoltarlo. Noi abbiamo fatto la nostra parte, forse ha avuto modo di scorrere il memorandum sulla sicurezza, che le inviammo tempo fa, firmato nel 2020. Il nostro impegno c’è e rimane, pur nella consapevolezza del nostro ruolo di denuncia e sensibilizzazione dei cittadini……………….. gli altri cosa hanno fatto o fanno?
Chi ci ha ascoltato sul serio? Perché l’autorità di Governo sul territorio ritiene “a torto” di poter sconfiggere i fenomeni malavitosi solo con la repressione, la quale comunque non comporta soggiorni nelle patrie galere per i colpevoli di reati. Perché tutti i segnali di una forte recrudescenza malavitosa, di stampo camorristico/mafioso, vengono sottovalutati, senza tener conto di quanto la DIA scrive a proposito dei rischi di infiltrazione mafiosa sul territorio?
Tutta la riviera ed ora il ricco e operoso entroterra è sotto scacco, come potrà leggere anche dalle ultime di cronaca che le sottoponiamo. Come non leggere negli atti contro la proprietà, contro le strutture economiche, i mezzi aziendali dati alle fiamme, le attività di infiltrazione e danno nei confronti dei locali notturni, spesso anche loro distrutti dal fuoco, un segnale evidente di un salto di qualità del fenomeno malavitoso e la contaminazione del territorio da parte di soggetti adusi a ben altri reati già in uso in altre regioni del Paese.
Vi sono criticità nei Daspo, allontanati da un territorio i soggetti diventeranno protagonisti di malefatte altrove, quando, come spesso accade ce li ritroviamo direttamente sul campo, complici i ridotti organici delle forze dell’ordine e i buchi normativi.
Non vengono rispettate le norme a fondamento della detenzione domiciliare, così da dover registrare qualche decina di soggetti tutti ospiti dello stesso condominio, dove proprietari noti e compiacenti per poche centinaia di euro si prestano alla bisogna, su iniziativa sempre dello stesso legale.
Come possiamo difenderci da tutto ciò? Soprattutto chi dovrebbe difenderci? Nelle scorse settimane come le ho già scritto ci sono state numerose azioni criminose lungo la costa contro abitazioni private ed attività economiche, in qualche caso anche con aggressioni e violenza contro gli esercenti, senza contare le scorribande estive delle maranza, cosa deve accadere ancora per avere risposte adeguate.
Lei mi potrà dire che non siamo Caivano o Milano, ma siamo abbastanza in alto nella classifica dei reati… denunciati, mancano e non sono pochi quelli non denunciati per sfiducia nella capacità degli investigatori di trovare il bandolo della matassa.
Il nodo come denunciamo da tempo sono le investigazioni, gli investigatori di livello sul campo, che peraltro come ho detto ora ci sono e di livello, ma occorre una coerente attività di intelligence in grado di scoperchiare il sistema criminale, non solo i livelli più bassi. Qualche arresto ogni tanto per dare corpo alla rassegna stampa, ma smantellare una rete vecchia e nuova di criminali con le loro pattuglie sempre in campo nella convinzione che la coperta di protezione dei cittadini e delle attività economiche è sempre più corta è impresa ardua, ma non impossibile. Servono uomini, mezzi, capacità e volontà investigativa per eradicare dal territorio i soggetti promotori delle attività criminali, evitando accuratamente di fare delle Marche il paradiso dei collaboratori di giustizia, pentiti o furbastri della stessa specie, che in questo territorio hanno trovato il modo di riciclarsi non senza conseguenze per i cittadini.
renzo paccapelo Confabitare Fermo