Attualità a cura di Maurizio Donini

Le nuove frontiere del sesso: l’8 marzo per celebrare la donna

L’8 marzo, Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, è da sempre un momento di riflessione sulle
conquiste sociali, politiche e culturali delle donne, ma anche un’occasione per porre l’attenzione su ciò che
ancora deve cambiare. Tra i temi che, troppo spesso, restano ancora ai margini del discorso pubblico c’è la
sessualità femminile: un aspetto fondamentale dell’identità e della libertà personale che, per secoli, è stato
negato, censurato o relegato a ruoli passivi e stereotipati. L’8 marzo non è solo un giorno di mimose e
auguri: è una data che affonda le sue radici nella lotta per i diritti, l’autodeterminazione e la dignità delle
donne. Celebrare questa giornata significa anche riconoscere l’importanza della libertà sessuale femminile
come parte integrante dell’identità, del benessere e dell’emancipazione.
Per troppo tempo la sessualità delle donne è stata controllata, stigmatizzata o relegata al silenzio. Le
culture patriarcali hanno spesso trasformato il corpo femminile in un terreno da regolare, giudicare o
possedere. Oggi, grazie al femminismo e alla crescente consapevolezza sociale, si sta aprendo spazio a un
discorso più libero e autentico, in cui le donne rivendicano il diritto a vivere la propria sessualità in modo
consapevole, soddisfacente e autodeterminato. Parlare di sessualità femminile significa parlare di
autonomia, consapevolezza e diritti. In molte culture e per lungo tempo, il desiderio sessuale delle donne è
stato invisibilizzato o giudicato negativamente. L’8 marzo diventa allora anche un momento per rivendicare
il diritto al piacere, alla conoscenza del proprio corpo e a una sessualità libera da vergogna o sensi di colpa.
La sessualità femminile non è un tabù né un mistero da temere, ma una parte vitale della personalità e
della salute psicofisica. Negli ultimi decenni, il dibattito pubblico ha iniziato lentamente a includere anche
la voce delle donne sul piacere e sulla masturbazione, rompendo tabù radicati e creando nuovi spazi di
libertà. L’emancipazione sessuale non è un dettaglio secondario nella battaglia per la parità: è un atto
politico, un gesto di cura e un modo per reclamare la piena proprietà del proprio corpo. Riconoscerla
significa superare i pregiudizi, educare alle emozioni, e favorire una cultura del rispetto e del consenso. Il
piacere, la scoperta del desiderio, e la possibilità di esprimere il proprio corpo senza vergogna sono
conquiste che parlano di libertà, di uguaglianza e di umanità.
In questo percorso di consapevolezza, i sex toys hanno assunto un ruolo sempre più importante. Lungi
dall’essere semplici oggetti di piacere, rappresentano per molte donne strumenti di esplorazione,
benessere e connessione con sé stesse. In un’epoca in cui il corpo femminile viene ancora spesso
strumentalizzato o normato, riscoprirlo in autonomia può essere un atto profondamente liberatorio.
Celebrare l’8 marzo oggi significa riconoscere che la battaglia per i diritti delle donne è onnicomprensiva.
Include il diritto alla parità sul lavoro, alla sicurezza, all’istruzione, ma include imprescindibilmente anche il
diritto alla piena sovranità sul proprio corpo e sulla propria sessualità. Parlare apertamente di piacere
femminile, normalizzare l’uso di strumenti come i sex toys (dall’economico al premium come il Soraya 2),
combattere la sessuofobia e i tabù sono passi cruciali verso una liberazione autentica.
Tra i prodotti che si distinguono per attenzione al design, alla tecnologia e al benessere femminile, il
Soraya™ 2 di Lelo (https://www.lelo.com/it/soraya-2) è diventato un vero e proprio simbolo di questa
rivoluzione silenziosa. Si tratta di un massaggiatore doppio per la stimolazione simultanea del punto G e
del clitoride, che unisce eleganza e potenza, con materiali di alta qualità, silicone ultra-soft e un motore
silenzioso, ma intenso. Il Soraya 2, come molti altri dispositivi di qualità, rappresenta più di un semplice
prodotto. Incarna un’idea: che il piacere femminile meriti attenzione, ricerca, design e investimento. Che
sia degno di essere celebrato e ricercato attivamente.

In questo senso, l’8 marzo è anche un’occasione per riflettere su quanto cammino resti ancora da fare:
educazione sessuale inclusiva, lotta alla violenza di genere, diritti riproduttivi e accesso alla salute sono
temi ancora aperti e fondamentali. L’autodeterminazione sessuale è potere. È conoscenza. È benessere. È
un diritto fondamentale che l’8 marzo ci ricorda di rivendicare, celebrare e difendere, ogni giorno
dell’anno. Perché una donna veramente libera lo è anche nel proprio letto, nel proprio desiderio e nel
proprio piacere. Celebrando la donna in tutte le sue sfaccettature, riconosciamo che la sessualità non è un
privilegio né una colpa: è una parte del vivere, da vivere, con dignità, rispetto e libertà.
MAURIZIO DONINI