Le molestie sul luogo di lavoro nei CCNL
Secondo i dati Istat relativi alle molestie sul luogo di lavoro nel 2022-2023 le persone tra i 15 e i 70 anni che
hanno subito episodi di violenza sul lavoro nel corso della loro vita sono 2,322 milioni, l’81,6% sono donne.
Secondo uno studio ADAPT condotto quest’anno, tutti i 30 contratti collettivi nazionali più applicati
contengono almeno un rimando al fenomeno. La diffusione degli episodi di violenza a sfondo sessuale sul
luogo di lavoro resta consistente, in particolare a danno della componente femminile. I segmenti più colpiti
sono: donne in età compresa fra i 15 i 24 anni, inquadrate come operaie, impiegate e quadri direttivi, con
livelli di incidenza più elevati nel Nord-Ovest.
In questo contesto, ADAPT ha condotto quest’anno uno studio sistematico sulle previsioni stabilite dalla
contrattazione collettiva di I e II livello in materia di violenza di genere: Violenza di genere: il contributo
della contrattazione collettiva nella prevenzione e nel contrasto. L’obiettivo dello studio era quello di
capire quale ruolo hanno le parti sociali nel contrasto e nella prevenzione del fenomeno. Dall’analisi dei 30
CCNL più applicati a livello nazionale emerge che il 56% delle misure introdotte è riconducibile a iniziative
volte alla prevenzione e al contrasto del mobbing e delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro, il 44% è
indirizzato alla tutela specifica delle vittime di violenza di genere. Quindi è poco più della metà ad
intervenire in modo diretto nei contesti lavorativi. 30 CCNL scelti, pur costituendo un campione
numericamente residuale rispetto alla totalità dei CCNL vigenti e depositati al CNEL, coinvolgono una quota
molto elevata di lavoratori, e la diffusa attenzione al tema rappresenta quindi un segnale positivo.
A livello aziendale invece c’è ancora molto margine di espansione, sono infatti soltanto 98 su 1.894 gli
accordi che prevedono misure in materia (Fonte banca dati Farecontrattazione ADAPT). Inoltre la
contrattazione a livello aziendale, a differenza di quanto accade sul piano nazionale, concentra il proprio
intervento nell’ambito della tutela alle vittime di violenza di genere, più che alla prevenzione sul luogo di
lavoro: l’85% delle misure presenti è infatti finalizzato a proteggere in via diretta le vittime di violenza di
genere, tramite strumenti come l’estensione del periodo di congedo retribuito (41%) e, in misura
minoritaria, l’introduzione di previsioni quali la modifica dei recapiti aziendali (2%), il premio aziendale
(4%)e l’anticipazione del TFR (3%). È però positivo il fatto che osservando l’evoluzione nel tempo, tra il
2019 e il 2023, i contratti aziendali contenenti riferimenti alla questione della violenza di genere, siano
aumentati di circa il 21%.
Alla luce delle caratteristiche del tessuto produttivo del nostro Paese e della disomogenea e ridotta
diffusione della contrattazione decentrata, le parti sociali hanno margine d’azione per assumere un ruolo
sempre più rilevante a livello nazionale nei prossimi anni. Il primo passo per favorire una diffusione più
ampia ed efficace delle misure deve avvenire attraverso la condivisione di una nuova progettualità sul
tema da parte degli attori della rappresentanza di imprese e lavoratori con l’obiettivo di incidere sui
modelli organizzativi, sui percorsi di carriera, sui trattamenti retributivi, sulla professionalità e formazione
dei lavoratori e, più in generale, sulla stessa cultura aziendale.
Le molestie sul luogo di lavoro rappresentano una grave violazione dei diritti dei lavoratori e un ostacolo
alla creazione di ambienti lavorativi sani e produttivi. Fortunatamente, negli ultimi anni si è assistito a un
crescente impegno da parte di istituzioni, aziende e sindacati per contrastare questo fenomeno. In Italia, i
contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) svolgono un ruolo fondamentale nel fornire strumenti di
tutela e prevenzione. I CCNL rappresentano uno strumento fondamentale per la tutela dei lavoratori dalle
molestie sul luogo di lavoro. Tuttavia, è necessario un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti
per garantire un ambiente lavorativo libero da ogni forma di violenza e discriminazione.
MAURIZIO DONINI