Pesaro-Urbino

A Dimitri Atanasov un’aula dell’Istituto

Il conservatorio statale Rossini ha fatto molto passi avanti nel processo di
internazionalizzazione: numerosi studenti stranieri, prestigiosi docenti esteri,
concerti in diversi paesi, scambi culturali. Ed anche un ruolo non secondario nel
riconoscimento da arte dell’UNESCO di “Pesaro città della Musica” e nella scelta di
“Pesaro capitale della cultura 2024”. Ma sono traguardi che vengono da lontano. Fu
il direttore Pietro Mascagni a lanciare in Europa l’allora Liceo Musicale Rossini ed i
suoi musicisti. Come allievi dall’Europa vennero “ a lezione” dal celebre Maestro.
Così il bulgaro Georgi Atanasov, che dopo studi in patria, si laureò in composizione
con Pietro Mascagni nel 1903. Ed in suo ricordo il consiglio di amministrazione del
conservatorio, presieduto dall’avvocato Salvatore Giordano, in raccordo con i
comune di Pesaro, ha deliberato la intitolazione di un’aula dell’Istituto. E sarà
proprio Giordano ad aprire i lavori del convegno sul compositore bulgaro di cui
parlerà ampiamente la professoressa Silvia Dimitrova mentre recheranno i rispettivi
saluti il vicesindaco Daniele Vimini ed il console generale della repubblica di Bulgaria
a Milano Tanya Dimitrova. Il presidente del consiglio comunale Marco Perugini,
molto attivo nel promuovere l’evento, concluderà il convegno. Pesaro ha forti
motivi per ricordare ed onorare questo suo “allievo”. Compositore e direttore
d’orchestra, “fondò” l’opera in Bulgaria che prima li lui non aveva conosciuto questo
genere di musica. E le opere furono la sua passione: ne compose sette. Atanasov si
dimostrò anche celebre direttore d'orchestra. I suoi concerti eseguirono per la prima volta
in Bulgaria le opere di Ludwig van Beethoven, Carl Maria von Weber, Wolfgang Amadeus
Mozart, Johann Sebastian Bach. Diresse bande militari e fu direttore della banda
dell'Orchestra delle guardie a Sofia e della scuola militare, oltre che dell'Opera nazionale
di Sofia.
Nato a Plovdiv, deliziosa città che conosco per avervi soggiornato, peraltro “capitale
europea della cultura 2019”, Atanasov affrontò fin da piccolo le difficoltà della vita, che per
lui fu assai avara essendo venuta meno dopo una grave malattia, in Italia a Fasano del
Garda, quando non aveva raggiunto neppure i cinquant’anni.