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SINDACATI SU RINCARO COSTI EDILIZIA: OLTRE MILLE OPERAI BLOCCATI NEI 300 CANTIERI APERTI DELLE MARCHE

Fillea CGIL, Filca Cisl e Feneal UIL delle Marche esprimono forte preoccupazione per la
situazione che si è venuta a creare in regione e nel Paese e, in particolare, nel settore dell’edilizia e
dei materiali da costruzione come legno, cemento e lapidei per l’aumento incontrollato dei costi
energetici e per la scarsità nell’approvvigionamento delle materie prime.
Oggi circa 300 cantieri e, si stima, circa 1000 operai edili, sono fermi per la protesta intrapresa dai
costruttori. Solo poche settimane fa, dai dati delle casse edili, si evidenziava una ripresa sostenuta;
i superbonus per l’edilizia (2728 asseverazioni al 1 marzo), l’edilizia infrastrutturale e la
ricostruzione post sisma avevano fatto volare il settore delle costruzioni in regione: +37% di
massa salari anno su anno, più 21% degli addetti, le aziende censite erano oltre 21000 nel 2021 ed
erano aumentate dell’8% rispetto ad anno precedente. Oggi, con la crisi energetica, aggravata da
una guerra terribile, si è determinato un’impennata repentina del costo delle materie prime, dei
costi energetici e le difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali rischiano in brevissimo tempo
di assorbire tutti gli importanti interventi fatti sul settore e di riportare il paese in una crisi
profonda. “Siamo allarmati – affermano Boccetti Daniele, Luca Tassi e Christian Fioretti, segretari
regionali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil delle Marche – perché stiamo vivendo un paradosso e un
effetto montagne russe estremamente pericoloso: da una parte ci sono lavori e commesse
importanti, con una rincorsa a sfruttare tempi e risorse, dall’altra in pochissime settimane si rischia
il cortocircuito e non più (e non solo) perchè mancano i ponteggi o il personale ma perchè
l’aumento dei costi energetici si scarica sui prezzi dei materiali non previsti nei contratti o nei
bandi di gara” Questo, spiegano i sindacati, “s’impatterà sulle imprese e quindi sui lavoratori
rendendo nullo ogni intervento per far ripartire il settore, motore di sviluppo per tutto il paese”. Da
una parte pertanto rischiano di bloccarsi i lavori già appaltati o contrattualizzati per mancanza di
materiali e impossibilità di stare dentro i prezzi, dall’altra, per i nuovi lavori, difficilmente le
aziende si presenteranno alle gare o, nei lavori privati, rischiano di andare totalmente fuori
mercato.
E’ chiaro che, pur condividendo in parte le ragioni dei costruttori dei giorni scorsi, dopo anni di
crisi, i lavoratori del settore non possono farsi carico di fermi cantiere, di lavori sospesi e rischiare
il posto, oltre ovviamente ai rincari che subiscono quotidianamente come privati cittadini. “Non
vorremmo – proseguono i sindacati – che, dopo tutte le importanti conquiste di questi mesi per
regolarizzare il settore, durc per congruità, lotta al dumping contrattuale e alle irregolarità, ma
anche un importante recentissimo rinnovo del CCNL, si torni a stare sul mercato risparmiando su
sicurezza, qualità e lavoratori. Perderemmo tutti”.
E’ quindi necessario che i cantieri ripartano, che i lavoratori vengano pagati e che si ragioni su un
sistema di revisione dei prezzi negli appalti pubblici che permetta di rivedere i contratti in essere e
intervenga sui prezzari per attualizzare i nuovi bandi. Nello stesso tempo, serve un sistema di
calmierizzazione dei costi, oltre che di difesa dei salari, perchè tale impennata rischia di essere
irreversibile e di colpire le famiglie e i lavoratori che non riusciranno a tutelare il proprio potere

d'acquisto. Chiediamo un immediato intervento del Governo e valuteremo apposite iniziative di
sensibilizzazione anche nei confronti della Regione.