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DENUNCIA E PREOCCUPAZIONE DELLA COMUNITA’ MARCHIGIANA : IN RUSSIA VIOLENZE E TORTURE PER I TESTIMONI DI GEOVA

Tutte le 99 comunità dei Testimoni di Geova delle Marche, comprese quelle
russe di Pesaro e Civitanova Marche, manifestano tutta la loro
preoccupazione per ciò che sta accadendo nella Federazione Russa.
Il 4 ottobre scorso, a Irkutsk in Siberia, agenti armati dell’OMON (Unità mobile
speciale della Guardia Nazionale russa) hanno fatto irruzione in 12 case di
testimoni di Geova e hanno brutalmente aggredito due coppie di Testimoni: Anatolij
e Greta Razdobarov e Nikolaj e Lilija Merinov. Alla crescente persecuzione subita
dai Testimoni di Geova nella Federazione Russa, accusati di essere estremisti, si
aggiungono adesso brutali torture fisiche e il sequestro di persona
Tutto è cominciato alle 6 di mattina, quando gli agenti speciali sono entrati con la
forza nella casa di Anatolij e Greta. Subito li hanno ammanettati con le braccia
dietro la schiena e li hanno colpiti ripetutamente. Anatolij è stato preso a calci
all’addome e alla testa, afferrato per le mani ammanettate e sollevato con violenza
da terra. Anatolij si è contorto dal dolore mentre il peso del suo corpo gli provocava
l’iperstensione delle spalle. Non contenti, gli uomini dell’OMON hanno continuato a
torturarlo cercando di inserire con la forza una bottiglia di vetro tra le sue natiche.
Gli agenti sono rimasti nella casa dei Razdobarov per più di otto ore di violenza e
terrore.
Anche Nikolaj e Lilja Merinov hanno subito torture. Quando gli agenti hanno fatto
irruzione nella loro casa per prima cosa hanno colpito Nikolaj al volto facendogli
perdere i sensi. Quando ha ripreso conoscenza, si è ritrovato con un agente seduto
sopra di lui che lo picchiava. L’agente gli ha rotto i denti davanti. Anche Lilja è stata
aggredita più volte e ammanettata,e solo dopo diverso tempo le hanno permesso di
vestirsi adeguatamente.
Dal 2017, quando la Corte Suprema di Mosca ha dichiarato estremiste le attività
degli oltre 175 mila Testimoni di Geova russi, la situazione della comunità è andata
peggiorando. Al 15 ottobre scorso sono state condotte in tutta la Federazione

Russa 1583 perquisizioni nelle case di Testimoni di Geova alla ricerca di
pubblicazioni religiose considerate materiale “eversivo”, tra cui la Bibbia stessa,
559 Testimoni hanno subito un processo penale, 299 fedeli in totale sono stati
incarcerati e sono state già pronunciate 143 sentenze con condanne fino a 8
anni di carcere (fonte: jw-russia.org).
La Comunità Internazionale si è più volte espressa contro questa incredibile e
ingiustificabile persecuzione. Il 9 gennaio 2020 Rachel Denber, vicedirettrice
di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia centrale, ha affermato che “non
c’è nulla di nemmeno lontanamente giustificabile in tutto questo”.
Anche il Ministero degli Affari Esteri Italiano, in risposta a due interrogazioni
parlamentari nel 2019 e nel 2020, ha affermato che la situazione dei
Testimoni di Geova in Russia “rappresenta oggi una delle più evidenti
criticità in materia di diritti umani nel Paese”.