slider

PESCA, I SINDACATI ALLA REGIONE: “NO AL RADDOPPIO DEL FERMO BIOLOGICO”

Con la pubblicazione del Decreto Direttoriale n. 8941 del 11 gennaio
2021, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, attraverso la
Direzione Generale Pesca e Acquacoltura ha disposto delle giornate di fermo
obbligatorio aggiuntivo per le imprese che esercitano la pesca mediante
l’utilizzo di attrezzi trainati con rete a strascico e volante.
L’aumento delle giornate valgono per le imbarcazioni iscritte nella GSA 17
(Adriatico Settentrionale e Centrale), e sono diverse a seconda del tipo di
imbarcazione. Si passa da 30 giorni di fermo pesca biologico, generalmente
nel periodo tra agosto e settembre, ad un ulteriore periodo di fermo di 21
giorni, per barche di lunghezza fuori tutto (LFT) inferiori a 24 metri, di 30
giorni per le imbarcazioni comprese tra i 12 e 24 metri a 39 giorni per le
barche di lunghezza superiori a 24 metri. Tali giornate dovranno essere
effettuate entro il 31/12/2021 a scelta dell’armatore.
Questa decisione serve solo a danneggiare un settore già in crisi da anni e
oggi messo alla dura prova dalla grave emergenza sociale ed economica
causata dalla Pandemia che incombe da circa un anno.
Le conseguenze di questa decisione, da parte della Direzione Generale
Pesca, di raddoppiare le giornate di fermo biologico, mette a rischio la
sostenibilità delle imprese con inevitabili ripercussioni sul fronte
occupazionale.
Questo accanimento porta ad un’ulteriore diminuzione di fatturato per le
imprese, già in difficoltà, e una ripercussione sulla forza lavoro inevitabile
perché se le aziende non riescono a mantenersi, non si potrà salvaguardare
l’attuale livello occupazionale. Non si parla solo di pescatori imbarcati ma di
tutto l’indotto; si assisterà ad un progressivo declino del settore, che dura
ormai da anni.
Non si comprende come queste decisioni, che tra l’altro, si sommano alle
altre decisioni di normative prese a livello nazionale e comunitario, vadano
tutte verso una sola direzione, quella direzione che porta a continue riduzioni
e limitazioni, quasi punitive, nei confronti del settore della pesca e dei
pescatori.
Per questi motivi, i rappresentanti sindacali regionali del settore pesca,
Paolo Grossi (FLAI-CGIL), Danilo Santini e Stefano Pepa (FAI-CISL)
chiedono alla Giunta regionale delle Marche ed in particolare dell’Assessore
Mirco Carloni, di condividere le preoccupazione del sindacato facendosi
portavoce a qualsiasi livello istituzionale ed in particolare verso il Governo
Nazionale ed il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, delle
istanze dei lavoratori e imprese della pesca, affinché si modifichi il
provvedimento che raddoppia i giorni di fermo pesca, e si punti a riaprire il
tavolo con le Organizzazioni sindacali nazionali di settore. Il tutto per

cambiare il Decreto, nel vero interesse dei lavoratori e imprese della pesca
evitando gravi ripercussioni socio-economiche devastanti.

FLAI-CGIL — FAI-CISL – Marche / Dip. Pesca

Paolo Grossi Danilo Santini e Stefano Pepa