Regione

Le Marche al bivio: ora però è il momento di agire

Finalmente ci siamo lasciati alle spalle un tragico 2020 che era già iniziato con l’economia
marchigiana in affanno sulla quale è poi piombata la pandemia che ha sconvolto vite e
prospettive e, oltre al pesante carico di dolore e sofferenza, ha portato con sé altissimi
costi in termini economici e sociali.
La situazione sul versante occupazionale è in continuo peggioramento. Nei primi 9 mesi
del 2020 nelle Marche si sono registrate 109 mila assunzioni, ovvero -54 mila rispetto
all’anno precedente (-33,2%) e a fare le spese maggiori sono stati soprattutto i lavoratori
precari con contratti a termine, in somministrazione e apprendistato.
Sono diminuite anche le cessazioni, in misura minore grazie soprattutto al blocco dei
licenziamenti, ma il saldo tra assunzioni e cessazioni è comunque negativo per -13 mila
rapporti di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato.
Nel 2020, poi, sono state autorizzate quasi 100 milioni di ore di cassa integrazione,
equivalenti al mancato lavoro di 60 mila lavoratori a tempo pieno.
Dunque, il prezzo pagato dal lavoro è già stato enorme, con oltre 35 mila occupati in meno
in un anno, soprattutto donne (-25 mila) e giovani, e altrettanti che rischieranno di perdere
il lavoro quando cesserà il blocco dei licenziamenti, se non prorogato, e con il sistema di
ammortizzatori sociali assolutamente insufficienti e inadeguati, con un evidente rischio per
la tenuta sociale del Paese e. in particolare. delle Marche.
La difesa dell’occupazione è il primo obbiettivo da porci. Stiamo chiedendo al Governo di
riformare in sistema degli ammortizzatori per aumentarne la capacità di tutela.
Alla Regione Marche abbiamo chiesto di aprire una discussione per essere pronti a
fronteggiare il probabile aumento dei disoccupati, per contrastare le diseguaglianze e le
nuove povertà, ma soprattutto per definire urgentemente le strategie necessarie a creare
lavoro di qualità, agganciando il prima possibile la ripresa.
E’, dunque, il lavoro la prima vera priorità che dovrebbe essere al centro della discussione
politica, a partire dalla discussione con la Regione.
Ma se guardiamo tutti i principali indicatori che per le Marche risultano in picchiata, oltre ad
essere tutti peggiori della media nazionale (PIL -10,6%, investimenti -16,1%, spesa delle
famiglie -12,3%, esportazioni al netto di farmaceutica e nautica -16,6%), le prospettive che
abbiamo di fronte appaiono davvero a tinte fosche, soprattutto se non si agisce
rapidamente per garantire alle Marche il necessario cambio di passo.
Siamo, quindi, di fronte a un bivio: o si costruiscono subito le condizioni perché il 2021 sia
l’anno della ripartenza o le Marche saranno irrimediabilmente destinate a un declino
irreversibile, schiacciate nella morsa tra le regioni del Nord che, pur subendo i pesanti

CONFEDERAZIONE
GENERALE ITALIANA
DEL LAVORO

effetti della pandemia, rappresentano la locomotiva del Paese e quelle del Sud che già
beneficiano di specifiche misure di sostegno, a partire dalla fiscalità di vantaggio.
In questo quadro veramente preoccupante, è urgente aprire una discussione su come far
ripartire l’economia con una prospettiva di ampio respiro, sulle direttrici da seguire anche in
relazione alla programmazione europea e sul ruolo che la nostra Regione dovrebbe avere
nel confronto con il Governo in relazione al NextGenerationUE.
Il momento delle scelte è adesso. Per questo è necessario e urgente recuperare i ritardi
accumulati e aprire al più presto una discussione e un confronto su quale progettualità e
quali azioni di sistema, superando la logica degli incentivi o contributi a pioggia, per
costruire le condizioni per un nuovo modello di sviluppo che accompagni la transizione
verso un’economia digitale e green, coniugando coesione e sviluppo, per rendere il
territorio sempre più sostenibile sul piano sociale e ambientale, attrattivo e competitivo sul
piano economico.
In assenza di una strategia chiara e definita da parte della Regione Marche, nel 2021 le
conseguenze per l’occupazione e per le prospettive di sviluppo potrebbero essere davvero
pesanti e irreversibili.
Ancona, 11 gennaio 2020

Daniela Barbaresi
Segretaria Generale CGIL Marche