Europa

Supervisione dell’UE sugli aiuti di Stato alle banche: l’adeguatezza va verificata, secondo la Corte

La Commissione europea ha i poteri giuridici e le risorse per controllare gli aiuti di Stato alle istituzioni finanziarie. Tuttavia, non è sempre stata in condizione di sfruttarli al meglio, stando a una nuova relazione della Corte dei conti europea. Tra il 2013 e il 2018 ci sono state debolezze sia nella valutazione della compatibilità che nel monitoraggio della performance. Inoltre, le norme per il controllo degli aiuti di Stato, seppur generalmente chiare e semplici, non hanno subìto modifiche dal 2013 nonostante il profondo mutamento del contesto in cui si applicano. La Corte invita pertanto a riconsiderare le norme in vigore.

Il sostegno finanziario pubblico è generalmente vietato nel diritto dell’UE. Tuttavia, sulla scia della crisi finanziaria del 2007‑2008, c’è stata una forte e inedita ondata di aiuti di Stato alle istituzioni finanziarie, poiché si è ritenuto necessario contenere la minaccia che le banche ponevano per la stabilità finanziaria. Da allora, l’UE ha introdotto importanti riforme al proprio quadro di riferimento per il settore finanziario, in modo da rendere i salvataggi bancari non più necessari in futuro. Nondimeno, vi sono ancora casi in cui le banche percepiscono denaro dei contribuenti. Spetta alla Commissione valutare la compatibilità di queste misure con il mercato interno dell’UE. La Corte ha verificato se, dall’adozione della nuova comunicazione sul settore bancario nell’agosto 2013 alla fine del 2018, il controllo della Commissione abbia adeguatamente accertato che gli aiuti di Stato rimanessero eccezionali e limitati al minimo necessario, come sanciscono i trattati dell’UE.

“Rispetto agli anni successivi alla crisi finanziaria del 2007‑2008, le circostanze sono decisamente cambiate, tanto più se si considera la crisi in corso dovuta alla pandemia di COVID-19. Il quadro di regolamentazione è stato molto rafforzato: le banche sono quindi divenute più resilienti e hanno minore necessità di ricorrere al sostegno dei contribuenti. Al contempo, vi è l’obiettivo riconosciuto di perseguire un settore bancario più integrato nell’UE”, ha dichiarato Mihails Kozlovs, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “La Corte invita quindi la Commissione a considerare una razionalizzazione del controllo degli aiuti di Stato al settore finanziario, sotto il profilo sia delle norme che lo disciplinano che delle pratiche”.

Nel complesso, la Corte riconosce che l’UE ha definito strumenti e poteri adeguati per il controllo efficiente degli aiuti di Stato alle banche. La Commissione ha destinato le risorse e le competenze necessarie e ha creato un solido quadro etico. Ha inoltre introdotto processi pertinenti e le attività da essa svolte per la gestione dei casi erano in generale conformi. Le procedure, tuttavia, sono talvolta durate troppo a lungo e non sono state sempre del tutto trasparenti, principalmente a causa dell’ampio ricorso a informali contatti pre-notificazione.

La Corte ha constatato che le norme per il controllo degli aiuti di Stato al settore finanziario sono in genere ben redatte e chiare. I trattati dell’UE ammettono il sostegno pubblico alle banche in via eccezionale per porre rimedio a gravi perturbazioni nell’economia di uno Stato membro. Tuttavia – osserva la Corte – le norme UE non sono sufficientemente esplicite al riguardo e non definiscono in che cosa consista una grave perturbazione. La Corte rileva, inoltre, che la Commissione non ha contestato le dichiarazioni degli Stati membri riguardanti, per ogni singolo caso, l’esistenza di una grave minaccia per la stabilità finanziaria. Inoltre, la Commissione, pur richiedendo misure volte a limitare le distorsioni della concorrenza, non ha analizzato l’impatto effettivo di ciascuna misura sulla concorrenza stessa. Gli indicatori di performance della Commissione, peraltro, non erano del tutto adatti allo scopo, in quanto non sempre rispecchiavano il lavoro da questa svolto, bensì fattori esterni che esulavano dal suo controllo.

Infine, la Corte lamenta il fatto che dal 2013 la Commissione non abbia proceduto ad una adeguata valutazione ex post delle norme in caso di crisi. Di conseguenza, queste sono rimaste invariate nonostante la profonda revisione del quadro di regolamentazione (compreso il fatto che la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche limita le possibilità di erogare aiuti alle banche senza innescare procedure di insolvenza) e malgrado un clima economico e finanziario notevolmente migliore (prima della pandemia di COVID-19). Le norme UE in vigore, quindi, rischiano di non essere più allineate alla realtà dei mercati, avverte la Corte.

Alla luce delle precedenti considerazioni e per razionalizzare il controllo dell’UE sugli aiuti di Stato al settore finanziario, la Corte invita la Commissione europea a:

·       valutare entro il 2023 se le norme in vigore siano ancora appropriate e, all’occorrenza, modificarle;

·       rafforzare ulteriormente l’osservanza dei processi interni e delle migliori pratiche;

·       migliorare la misurazione della propria performance.