Ascoli

Portalettere di Rubbiano

Sin dalla nascita di Poste Italiane nel 1862, quella del portalettere è sempre stata una figura speciale nell’immaginario collettivo, un mestiere storico, uno dei caposaldi del nostro paese, che si è evoluto di pari passo con L’Azienda, ma che ha conservato, soprattutto nelle piccole realtà, una sorta di magia. E’ per questo che abbiamo individuato alcuni tra i borghi più piccoli delle Marche, uno per provincia, serviti dai portalettere di Poste Italiane, che ci faranno da guida alla scoperta di veri e propri gioielli, delle piccolissime perle di bellezza sconosciute ai più, a volte difficili da trovare anche sulle mappe geografiche, luoghi nascosti che rigenerano il corpo e soprattutto l’anima.

Sauro, portalettere da ben 35 anni, è il veterano di Poste che ci fa scoprire una meraviglia di Fermo, Rubbiano, comune di Montefortino, alle pendici delle gole dell’Infernaccio. Qui abitano circa 10 persone, dai 50 ai 70 anni, che hanno evidentemente preferito la calma e il silenzio alla vita frenetica della città. “In dialetto locale – dice Sauro-, questo posto si chiama “Lu fià”, dal  verbo fugghià (fuggire) per via delle fughe a cui gli abitanti sono spesso sottoposti per le slavine che la minacciano in inverno”. “Io quassù ci arrivo con la pioggia, il ghiaccio e la neve, a noi postini non ci ferma nessuno!” Lavorare in questi piccolissimi borghi comporta un guadagno emotivo grazie al rapporto famigliare che si instaura con i cittadini; le potenziali comodità che potrebbero alleggerire le giornate lavorative non sopperiscono alla perdita di qualità che un certo tipo di relazioni aggiunge alla professionalità dal punto di vista delle emozioni. “Mi cercano quando manco dal lavoro per qualche motivo, vogliono sapere sempre come sto, e io faccio lo stesso. La gente di montagna è ospitale, mi offrono sempre il caffè o il dolcetto appena sfornato. Sai quante volte sono andato in giro con il profumo del pane fatto in casa nelle narici!”  Quando gli chiediamo che posta ricevono gli abitanti del borgo, si illumina “Qui c’è gente che riceve cartoline dalla Germania.. sono così rare ormai, eppure consegnarle ha sempre il suo fascino”. Prima di proseguire con la prossima tappa, Sauro vuole aggiungere una cosa: “Scrivi pure che qui lavorare è bello perché c’è sempre qualcuno che ti aspetta, e trovare la porta aperta è l’essenza del mio lavoro.”

Angela Pettinacci

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