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Aspettando il vaccino di Oxford

In Europa l’emergenza si è notevolmente ridotta, nelle altre parti del mondo peggiora. Dopo i dati lanciati dall’Oms, il ritorno
di focolai sembrano la maggior paura del momento, come l’ultimo scoppiato in un mercato di Pechino. Intanto si aspetta il
vaccino di Oxford, previsto per l’ autunno, ora in fase sperimentale. Il Ministro Speranza ha già chiuso l’accordo con l’azienda,
insieme ad altri 3 paese europei capofila del progetto, Germania, Francia e Olanda. Per l’Italia l’investimento è stato di 185
milioni . Il rischio finanziario è enorme. “Se non funzionerà, butteremo tutto” . Lo dice Pascal Soriot, amministratore delegato
dell’azienda AstraZeneca, che si occuperà della fabbricazione su larga scala del vaccino. Il prezzo per ogni dose di vaccino è
già stato fissato a 2,50 euro. Con i soldi investiti l’Italia avrebbe un numero per 75 milioni di persone, ma si conta che gli altri
paesi entrino nella partita e acquistino le dosi dai quattro che hanno siglato il primo contratto, in pratica anticipando il
denaro. L’accordo prevede un secondo arrivo di altri vaccino entro giugno 2021, dopo la prima consegna di autunno. Una
delle incognite rimangono le dosi da fare a persona. In questo vaccino di Oxfort, tutto il mondo si sta muovendo. Gran
Bretagna e Brasile lo stagno sperimentando su volontari per capire come funziona. E prima ancora di avere dati sull’efficacia,
gli stabilimenti sono già pronti per la produzione delle dosi sperimentali, come per esempio l’Ibrm di Pomezia. Entro fine
giugno verranno pubblicati gli effetti collaterali dei vaccini. Sull’ efficacia ad oggi possiamo interrogare solo i macachi,
vaccinati e sottoposti a dose abbondanti di coronavirus , che continuano ad albergare il coronavirus nelle vie respiratorie. Se
questi risultati fossero confermati, il vaccino di Oxford sarebbe un aiuto prezioso, ma non metterebbe fine alla pandemia.
Paola Pieroni