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Un nuovo rapporto con forze politiche e istituzioni: le istanze dei professionisti, le conseguenze economiche del Coronavirus, l’emergenza liquidità

Il programma di videoconferenze di Confprofessioni Marche

Primo ospite: Antonio Mastrovincenzo,

Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Marche

Confprofessioni Marche ha incontrato il presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Marche, Antonio Mastrovincenzo, nell’ambito del programma di videoconferenze “Un nuovo rapporto con forze politiche e istituzioni: le istanze dei professionisti le conseguenze economiche del Coronavirus, l’emergenza liquidità”. Un’iniziativa promossa dalla delegazione regionale della Confederazione italiana libere professioni per porre al centro le istanze dei lavoratori del settore, ancor più rilevanti nel periodo di incertezza economica dovuta al Coronavirus.

Il virtual meeting ha rappresentato un’importante occasione perdiscutere gli esiti del sondaggio, a cui hanno risposto 900 professionisti, che riguarda i lavoratori del settore libero professionale e le criticità vissute durante la situazione pandemica del Covid-19. Per i professionisti, infatti, le prospettive sono nettamente al ribasso: tra i dati più allarmanti che emergono, l’aspetto dell’emergenza sanitaria che ha più influito sul benessere individuale è “la chiusura o limitazione dei servizi” (37,8%) ma le difficoltà economiche sono un fattore di rilievo (28,3%). Ancora più critica la posizione degli intervistati sulle misure di sostegno economico: una netta maggioranza lo considerano negativamente, con il 42,3% che lo ritiene “molto inadeguato” e il 39,9% “inadeguato”. Giudizio simile in merito all’efficacia degli interventi di integrazione salariale, “inadeguata” per il 43,8% e “molto inadeguata” per il 24,9%, così come in ambito di finanziamenti garantiti dal fondo di garanzia Pmi (“inadeguati” per il 40,8% e “molto inadeguati” per il 24,6%). Anche a livello regionale, gli interventi per fronteggiare l’emergenza sono giudicati insufficienti, “inadeguati” per il 51,2% e “molto inadeguati” per il 20,1%. Complessivamente, poi, la prospettiva di ripresa della propria attività professionale è “negativa” per il 58,3 % del campione, per quanto ancora un 20,8% la veda invariata, nonostante la crescente incertezza della congiuntura attuale e delle aspettative macroeconomiche future. Più positiva per una ripartenza, invece, è la considerazione delle proprie capacità professionali e di quelle dei propri colleghi e collaboratori per far fronte a queste difficoltà: il personale del proprio studio “è adeguatamente formato ad affrontare le nuove problematiche post emergenza (privacy, accountability, rapporti con i clienti etc..)” secondo il 57,8% degli intervistati, anche se il 27,2% (“forse”) non ne è del tutto sicuro.

Nel confronto, infine, la Confederazione delle libere professioni ribadisce il suo appello a forze politiche, istituzioni e sistema bancario, in merito alla crisi di liquidità, per accelerare le pratiche di intervento su sostegno al reddito e finanziamento di professionisti, imprese, e persone fisiche del nostro tessuto economico e produttivo, gravemente danneggiate dall’emergenza Coronavirus:“Cassa integrazione e accesso al fondo di garanzia delle Pmi sono aspetti ancora fortemente deludenti – ha affermato il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli – e i 2/3 dei professionisti intervistati confermano un giudizio insoddisfacente su queste misure, specie in merito a quelle regionali, anche se più dal punto di vista pratico-operativo che da quello della natura dei provvedimenti. Inoltre, siamo stati penalizzati, vista l’impossibilità di accedere come professionisti al contributo a fondo perduto”. In effetti, le risorse messe a disposizione a livello regionale dalla Legge 20 per affrontare le conseguenze dell’emergenza sanitaria, sembrano una coperta sempre piuttosto corta: “In totale sono previsti 210 milioni di euro – ha spiegato il presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Marche – di cui circa 57-58 milioni destinati alla manutenzione-sanificazione delle strutture ricettive, alberghiere e delle imprese, il resto va a famiglie ed altre categorie di lavoratori, in cui rientrano anche i professionisti, ma si deduce che la finalità è ampliare i destinatari”.

L’obiettivo, inoltre, è rafforzare la fattiva interlocuzione tra Confprofessioni Marche – parte sociale nelle iniziative politiche, ufficiali e informali, che riguardano tematiche occupazionali ed economico-sociali afferenti al settore – e i principali soggetti istituzionali del territorio regionale. “C’è un divario di rappresentatività – ha aggiunto Giacobelli –ed entro questa legislatura vorremmo un provvedimento normativo regionale che lo colmi”. E i tempi stringono: “la legislatura volge alla sua parte conclusiva– ha osservato Mastrovincenzo –, mi impegno a verificare quali possibilità vi siano”.
Confprofessioni Ufficio Stampa Marche