Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltcus Uil Marche: Covid-19 e commercio Marche
La situazione sanitaria nel nostro Paese si sta facendo di giorno in giorno più
drammatica: i casi di contagio da COVID19 crescono e purtroppo anche i decessi.
Le OO.SS. Filcams Fisascat e Uiltucs delle Marche, consapevoli che il settore della
distribuzione alimentare è essenziale per la popolazione e che per tale ragione è stato
consentito alle aziende di continuare la loro attività, chiedono con forza che ciò avvenga
nel pieno rispetto delle norme sanitarie a protezione di tutti i lavoratori e dei cittadini.
Il protocollo sottoscritto il 14 marzo e recepito interamente dal decreto del Governo
definisce le linee guida da adottare in tutte le aziende affinché si eviti il contagio da
COVID19.
È necessario che le aziende si attengano a tali norme, in modo da attuare rigorosamente
gli interventi di prevenzione collettiva e individuale.
Purtroppo continuiamo a registrare carenze nelle misure messe in campo e carichi di
lavoro insostenibili.
La mancanza di dispositivi di sicurezza, l’assenza di controllo e sorveglianza, lo stress di
massacranti turni di lavoro mettono a grave rischio gli addetti del settore.
Per tale ragione chiediamo che le soluzioni, gli strumenti e gli interventi quali:
- dotazione dei DPI a tutti i lavoratori;
- controllo rigido e contingentato dell’afflusso delle persone;
- rispetto rigoroso della distanza interpersonale;
- installazione di pannelli di plexiglass alle casse;
- sanificazione costante di ambienti e superfici;
- rimodulazione dell’organizzazione del lavoro con turni di lavoro più contenuti che
prevedano il riposo la domenica;
vengano concretamente realizzati da tutti gli operatori commerciali.
I negozi alimentari nei fatti restano a tutt’oggi l’unico luogo in cui si realizza una elevata
circolazione di cittadini e conseguentemente una maggiore possibilità di diffusione del
contagio. Riteniamo pertanto che la misura di contenimento più efficace sia proprio la
minore esposizione al rischio realizzabile attraverso la restrizione degli orari di apertura
con un provvedimento omogeneo su tutto il territorio nazionale che disponga da subito la
chiusura in domenica degli esercizi di vendita. L’apertura per sei giorni la settimana
costituisce infatti un lasso temporale più che adeguato per garantire gli
approvvigionamenti alimentari alle famiglie italiane. Valutiamo pertanto negativamente la
decisione del Governo di mantenere l’apertura illimitata e subordinata alla libertà del
singolo esercente. L’autoregolamentazione degli operatori del settore non solo ha creato
disparità tra gli addetti che sono sottoposti a nastri orari diversi, ma ha creato anche
difformità negli orari commerciali del medesimo comune generando confusione tra gli
utenti.
Gli operatori più sensibili ed avveduti hanno chiuso la domenica e previsto l’apertura sino
alle 19 altri hanno mantenuto gli orari di sempre inclusa l’apertura in domenica.
In assenza di interventi governativi, abbiamo chiesto una tempestiva regolamentazione
omogenea del settore da parte della Regione Marche, affinché la cittadinanza non sia
disorientata ed abbia una univoca indicazione confidando in misure restrittive per una
Regione che sta pagando un prezzo altissimo in termini di numero di contagi e di vittime.
IN MOLTE REGIONI, DAL VENETO ALLA SICILIA, DALL’EMILIA ROMAGNA ALLA
SARDEGNA, DAL FRIULI ALLA CALABRIA, PERALTRO LA CHIUSURA IN DOMENICA
INSIEME AL CONTENIMENTO DEGLI ORARI E’ GIA’ STATA ASSUNTA CON
ORDINANZE SPECIFICHE.
L’assenza di ogni risposta da parte della Regione Marche rischia invece di tradursi in una
scarsa attenzione delle Istituzioni nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici del settore
che svolgono “eroicamente “ un servizio indispensabile per la collettività mettendo a
rischio se stessi e le proprie famiglie.
A tutto ciò si aggiunge la richiesta irricevibile che talune aziende del settore alimentare
stanno avanzando alle Organizzazioni sindacali per l’utilizzo dell’ ammortizzatore sociale
della Cassa Integrazione Guadagni in Deroga in costanza di continuità lavorativa.
Tale richiesta, in seno all’emergenza e alla drammaticità del momento non può che essere
condannata perché operata a mero vantaggio economico da aziende che hanno visto
aumantare considerevolmente i loro fatturati in queste settimane. Ricorrere ad un
ammortizzatore sociale straordinario senza che si sia delineato un consistente ed
improvviso calo di lavoro, significa nei fatti sottrarre risorse pubbliche ad altre aziende
che hanno dovuto al contrario, loro malgrado, interrompere la propria attività a
salvaguardia della salute pubblica e del bene comune e che versano per questo in seria
difficoltà.
Per tutte queste ragioni le scriventi OO.SS. dichiarano su tutto il territorio
regionale marchigiano lo
STATO DI AGITAZIONE
delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio alimentare.
Filcams Fisascat e Uiltucs, nelle realtà in cui si verificherà la carenza delle
necessarie misure di sicurezza sanitaria o che scelgano senza ragioni valide
di avvalersi degli ammortizzatori sociali si dichiarano pronte a sostenere
tutte le azioni, anche di mobilitazione, a tutela dei lavoratori e della
popolazione.
Per le Segreterie Regionali Unitarie
Filcams CGIL Marche – Fisascat CISL Marche – Uiltucs UIL Marche
Barbara Lucchi Selena Soleggiati Fabrizio Bontà