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Il Regno Unito si ritira dal Tribunale unificato dei brevetti. Grazie al no di Londra, la Divisione Centrale del TUB potrebbe andare a Milano

Secondo Luke McDonaghesperto di proprietà intellettuale alla City Law SchooI (City University of London)la decisione di Londra “non è una sorpresa” ma una diretta conseguenza della Brexit.

Londra, marzo 2020. Il 27 febbraio 2020 il governo britannico ha confermato che si ritirerà dal Tribunale unificato dei brevetti (TUB), nonostante il Regno Unito abbia ratificato un accordo nell’aprile del 2018.

Esperto di proprietà intellettuale e docente alla City Law School (City University of London), il Dott. Luke McDonagh, ha affermato che la decisione di non fare parte del TUB sarà una delusione per i detentori di brevetti e gli avvocati del Regno Unito, ma “non è una sorpresa, data l’attuale posizione del governo sulla giurisdizione della Corte di giustizia dell’Ue.

Il Tribunale unificato dei brevetti (TUB) è un tribunale internazionale istituito da 25 stati membri dellUnione europea quale istanza giurisdizionale competente per le controversie in materia di brevetti europei. Le sue sentenze si applicheranno a tutti paesi che hanno ratificato laccordo sul TUB.

Il TUB comprende un Tribunale di primo grado, una Corte d’appello (in Lussemburgo), un Centro di arbitrato e di mediazione e una Cancelleria comune. Il Tribunale di primo grado sarà composto da una Divisione Centrale a Parigi (con sezioni tematiche a Londra e a Monaco di Baviera), insieme a diverse divisioni locali e regionali.

Il Dott. McDonagh ha affermato che la City di Londra sembrava essere sulla buona strada per accogliere il nuovo tribunale. Tuttavia, in assenza del Regno Unito, i giudici del TUB avranno l’autorità di prendere decisioni sulle controversie che saranno vincolanti in una vasta area geografica dell’Ue.

“I giudici del TUB saranno competenti per le controversie in materia di brevetti e per formulare sentenze che saranno vincolanti in un’area che copre quasi tutta l’UeSi tratta di un enorme cambiamento rispetto al goffo sistema attuale, che richiede un contenzioso nazionale in ogni singolo paese membro. 25 dei 28 Stati membri dell’Ue, tra cui inizialmente il Regno Unito, avevano accettato di aderire al TUB, mentre Spagna, Polonia e Croazia erano stati gli unici paesi a non partecipare. Fino al referendum sulla Brexit, il Regno Unito sembrava essere sulla buona strada per la piena ratifica del TUB. Negli ultimi anni, infatti, il governo britannico aveva pianificato di ospitare una delle divisioni centrali della nuova corte ad Aldgate, nella zona est di Londra, dove un edificio era stato appositamente affittato e ristrutturato. Negli ultimi anni vi si sono persino svolti dei finti processi.”

Il Dott. McDonagh ritiene che, sebbene il TUB avrà la propria giurisdizione per decidere in merito alla maggior parte delle questioni relative ai brevetti, come la violazione di quelli sui farmaci, dovrà rinviare alla Corte di giustizia europea (CGUE) per un piccolo numero di settori del diritto comunitario – questioni che emergono ai sensi della Direttiva europea sulle biotecnologie o questioni relative ai Certificati di protezione complementare.

Per lCorte europea solo gli Stati che accettano la supremazia del diritto dell’Ue e la giurisdizione della CGUE possono firmare. Il precedente governo del Regno Unito, con la Premier May, ha ratificato laccordo nel 2018. Tuttavia, alla fine, questo legame con la CGUE si è rivelato troppo vincolante per il governo attuale.

L’Italia si è già candidata per ospitare la divisione centrale del TUB – che avrebbe dovuto avere sede a Londra – a Milano. Dopo la perdita dell’Agenzia del farmaco (EMA) a favore di Amsterdam, la perdita del TUB è un altro colpo per il settore britannico delle scienze della vita.