Attualità a cura di Maurizio Donini

Le ragioni del voto o non voto

Voto o non voto? Perché stupirsi della crisi di governo che avevo già pronosticato a novembre, così
come il prof. Cacciari che intervistai e tanti altri analisti che non si limitano a basarsi su Fb?
Politicamente l’esito delle elezioni europee ha ingolosito la parte più intransigente della Lega
vogliosa di tesorizzare il raddoppio dei voti costruito in questo anno di governo e diventare il
primo partito d’Italia. Avere scoperchiato gli studi fasulli costruiti secondo i desideri di Toninelli è
stato semplicemente il casus belli per rompere gli indugi. Ma il vero scoglio è la legge finanziaria e
un consenso costruito sui debiti, volendo possiamo aggiungerci il sale messo sopra da Moscopoli e
il desiderio di insabbiare il tutto, ma non è certo questo motivo sufficiente, gli italiani dimenticano
in fretta.
Semplicemente non c’erano i soldi per il reddito di cittadinanza così come vi erano quelli per la
quota 100, tantomeno ci saranno per la flat tax, scolorita bandiera issata a Pontida. La finanziaria
dovrà turare le falle aperte, sterilizzare l’aumento dell’iva, mettere sotto controllo il debito.
Questo può essere fatto aumentando l’avanzo primario, portandolo al 3,5-4% contro l’attuale
1,5%. Fatto reso ancora più difficile dalle continue dichiarazioni fatte da Di Maio e Salvini che
fanno impennare lo spread aumentando la spesa per interessi e quindi rendendo ancora minore
l’avanzo primario.
L’idea dei due improvvisati vice-premier è di innescare un circuito virtuoso mettendo a
disposizione denari freschi alle persone invitandole a incrementare la domanda, sistema che ha già
mostrato in passato la sua inadeguatezza. La via facile del finanziamento delle promesse elettorali
a deficit è chiaro che non funziona, serve piuttosto aumentare la produttività e quindi la
competitività dei nostri prodotti. Risultato che si può raggiungere con riduzione delle tasse
tagliando il costo del lavoro, sburocratizzando, semplificando, lottando in maniera seria contro
l’evasione. Strade sicuramente meno popolari (come diceva un vecchio politico, anche gli evasori
votano), ma obbligate per risanare il disastrato bilancio nazionale. Per intanto è urgente per Salvini
evitare di dover produrre una finanziaria lacrime e sangue, quale occasione migliore che a farlo ci
pensi un altro governo?
MAURIZIO DONINI