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UBI Banca, risultati consolidati al 31.3.2019 – 8 maggio 2019 Intervista al Consigliere Delegato Victor Massiah

Dottor Massiah, dopo i buoni risultati del 2018, la prima trimestrale conferma il trend positivo?
Direi proprio di sì, abbiamo una conferma su tutti gli aspetti, abbiamo un incremento dei ricavi e
soprattutto sottolineo un incremento del margine di interesse proprio nella sua componente
commerciale, abbiamo un’ottima tenuta della componente commissionale e una buona
prestazione per quanto riguarda i risultati della finanza, quindi nell’insieme dei risultati molto
soddisfacenti dal punto di vista dei proventi operativi. Abbiamo poi il solito, continuo, controllo
molto attento della componente costi, che continuano a decrescere e un’ottima performance
anche sotto il punto di vista del credito. Sottolineo in particolare sotto questo aspetto il
dimezzamento confronto all’anno scorso dei tassi di default, cioè la percentuale di credito che
passa a non performing dalla componente in bonis: questa si è più che dimezzata in confronto
all’anno scorso e questo è un segno veramente molto molto buono.

Alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, farà seguito l’elaborazione del nuovo Piano
Industriale: qual è lo scenario economico che verosimilmente affronterà la banca?
Ma abbiamo ritenuto e condiviso con il Consiglio, con il nuovo Consiglio, qui mi permetto di dare il
benvenuto al Consiglio che è stato eletto con il 99% di voti positivi da parte di un’Assemblea
composta sia dal Patto che proponeva che dai fondi d’investimento, quindi un gradimento
eccezionale dal punto di vista del mercato, ecco dicevo il nuovo Consiglio a mio avviso ha meditato
e sta sostanzialmente guidando verso uno scenario economico estremamente conservativo.
Ritengo che andremo verso un’ipotesi con tassi che rimangono negativi per tutto il 2019 e che
comunque in arco piano non vanno sopra lo zero quindi questo è evidentemente uno scenario che
penalizza la componente ricavi della banca, ma ciò nonostante il piano cercherà, proprio sotto
stress per certi aspetti, di andare a identificare nuove forme di ricavi che ci permetteranno
comunque di crescere. D’altra parte – e torno ai risultati di questo trimestre – in un contesto di
tassi negativi, siamo comunque riusciti a far crescere i ricavi e questo non è poco.
Secondo l’ISTAT l’Italia è fuori dalla recessione tecnica, un contesto apparentemente favorevole
per le famiglie ma soprattutto per la classe delle imprese uscita rigenerata dagli anni della crisi.
Ma, abbiamo diverse componenti e non tutte positive. Io resto preoccupatissimo dal tasso
demografico, nel senso che sostanzialmente questo è un Paese che non fa bambini e quindi è un
Paese che difficilmente può crescere nel momento in cui la sua popolazione non cresce. Giusto o
sbagliato che sia, ognuno resta delle sue opinioni, si è comunque ritenuto in questo periodo di
bloccare il flusso di nuova immigrazione resta vero che il saldo complessivo è di crescita
demografica negativa e quindi devono essere altre le componenti che permettono di far crescere
l’economia del Paese; quindi si parla di una maggiore produttività, questa maggiore produttività al
momento sta avvenendo solo dal settore privato e torno al punto che lei sottolineava e cioè quello
delle aziende che sono uscite molto rafforzate dalla crisi perché ovviamente è stata una selezione
darwiniana e le aziende più deboli, purtroppo, non sono con noi ma le aziende che sono riuscite a
sopravvivere sono diventate sempre più forti e stanno performando molto bene. Va detto però

che contemporaneamente il contesto intorno a noi è complicato perché stiamo assistendo in
questi giorni alla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, che comunque fa danni a chi è un paese
esportatore come il nostro, quindi complessivamente una situazione estremamente articolata.
Resto però ottimista sulla componente aziende e spero che si torni a far figli.