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Frecce Tricolori, analisi sull’investimento dell’amministrazione comunale

Il 9 Giugno San Benedetto ospiterà il magnifico show delle Frecce Tricolori, un evento che sarà un’opportunità per slanciare la nostra città. 

Verranno spesi 15 mila euro da parte dell’amministrazione comunale.

Una cifra irrisoria se si pensa alla portata dello spettacolo, che tra l’altro, sarà l’unica tappa marchigiana. 

Molto angustiato mi appresto a leggere alcuni commenti avversi ed ostili tramite varie testate giornalistiche della Riviera, in cui si contesta l’impegno economico preso dal comune. 

Nel contempo trovo triste e ridicolo che un ragazzo di appena 20 anni come me debba dare lezioni di politiche del turismo a chi, avendo vissuto a San Benedetto per molto più tempo di me, dovrebbe saperne qualcosa in più.

Mi auguro che la loro ottica offuscata sia dovuta solamente ad una diatriba politica.

Non me ne faccio una colpa ed umilmente provo a fare una mia analisi.

Prima di iniziare è doveroso apportare una premessa fondamentale quanto scontata, SAN BENEDETTO VIVE DI TURISMO.

Dai primi anni del 900’ la nostra città si è affermata come una delle più note ed apprezzate stazioni balneari italiane, seppur vivendo una realtà prettamente immatura rispetto a ciò che le riserverà il futuro. 

A causa delle due guerre mondiali questa realtà rimase congelata e tornò a svilupparsi soltanto dopo la prima metà del XX secolo quando con l’avvento del turismo di massa – conseguenza del boom economico e l’evoluzione dei mezzi di trasporto – San Benedetto riuscì ad attestarsi la prima meta turistica delle Marche.

Ciò conseguì la nascita di sempre più numerose attività ricettive a conduzione familiare e proprio in quel periodo si affermò la classica “villeggiatura” al mare, dove al turista bastava una pensione completa e la spiaggia.

Da quel periodo storico ad oggi sono passati decenni e con il passare del tempo abbiamo assistito alla nascita di nuove offerte turistiche da tutto il mondo che hanno strappato via il monopolio del turismo all’Italia, San Benedetto non ne è esente.

Nel contempo sono cambiate le esigenze del turista ed al giorno d’oggi possiamo affermare che offrire la classica “villeggiatura” al mare non basta più.

Oggi San Benedetto ha bisogno di un piano di “marketing territoriale” che vada a formare delle reti di attività con i privati che, invece, devono essere protagonisti del “marketing turistico”.

Dando per scontato il mio parere su questo piccolo investimento, voglio concludere la mia analisi dichiarando che la nostra città ha grandissime potenzialità su questo fronte e ha l’obbligo di effettuare una svolta positiva nell’incremento della stagione estiva e nella destagionalizzazione.

Samuel Tavoletti, rappresentante d’istituto Alberghiero “Buscemi” di San Benedetto del Tronto