Al Museo Macro di Roma presentazione del libro Hey, Mr. Mario Vespasiani
Scrive Gian Ruggero Manzoni: Innegabilmente è sempre piacevole ricevere i libri-cataloghi dell’amico Mario Vespasiani e, in essi, oltre alle opere, scoprire gli scatti fotografici che lo immortalano da solo o assieme alla sua splendida musa-moglie Mara. Mario Vespasiani è un artista che oltrepassa le più comuni classificazioni e che si muove su più versanti, con una vitalità invidiabile. Nato in quel golfo di Venezia i cui toni di colore arrivano fino alle Marche, al compimento dei quarant’anni e dei venti di attività si svela in questo libro che rispecchia il suo essere, tra leggerezza e profondità, semplicità della parola e potenza del messaggio. “Hey, Mr. Mario Vespasiani” è il titolo che proprio Mara ha scelto per la pubblicazione, cioè il richiamando-saluto dei tanti amici stranieri dell’artista, e sempre Mara ha imposto il ritmo delle pagine come una sorta di narrazione cinematografica che ferma, oltre alle opere del marito, anche momenti privati, inaugurazioni, allestimenti, alternando le immagini con frasi e considerazioni di Mario. Così Mara ha scritto del libro: “Il risultato è quello di un manuale di volo, con flashback avanti e indietro, sul questo ventennio di carriera di un artista che ha saputo fondare regole proprie, in uno spazio mobile ma ben definito, dove l’etica corrisponde all’estetica, la luminosità delle opere alla brillantezza dei suoi occhi”. Finora quaranta, tra libri e cataloghi personali, hanno immortalato la ricerca di Vespasiani e questo volume sembra essere un segnale di come lui voglia porsi, anche fisicamente, sottolineando la sparizione del confine tra arte e vita e attualizzando il senso del sacro in ogni tema trattato come in ogni giorno speso in studio, indifferente se la nostra società ha puntato invece a desacralizzare anche quelli che venivano considerati, da sempre, dei valori indiscutibili. Il volume si apre con la personale “Cosmogonia”, un’inaspettata e minuziosa descrizione degli elementi di cui è composta la sua ricerca, elencando sia quelli visibili che quelli invisibili di cui si nutre. Un grazie quindi a Mario, ma, soprattutto, a Mara, per come lo ha celebrato con amore e dedizione.