RICOSTRUZIONE POST-SISMA: IMPORTANTI RITARDI E MOLTE OMBRE
A distanza di due anni dalle scosse del 2016, la Fillea Marche fa il punto su
emergenza, ricostruzione e sisma. Nell’ambito della tavola rotonda di oggi,
presso la Tensostruttura di Muccia, alla presenza di diverse istituzioni (Sindaci,
Regione Marche e Commissario), si ribadiscono le forti criticità attraversate
dalla nostra regione, a partire della fase dell’emergenza.
La lentezza e le difficoltà riscontrate nell’emergenza sono un pessimo biglietto
da visita per la partenza della ricostruzione vera e propria. Si pensi che, nelle
sole Marche, sono 42265 gli edifici pubblici e privati inagibili, gli uffici speciali
per la ricostruzione hanno iniziato ad occuparsi degli edifici con danni lievi che
sono 38147 nella nostra regione. Al primo dicembre scorso, sono prevenute
solo 3945 richieste di contributo, pari a circa 10% del totale. Quindi, ad oltre
due anni dalle principali scosse, quelle approvate dalla nostra Regione sono
circa il 30% di quelle presentate (neanche 3% circa del totale del cratere).
Sempre al primo di dicembre, sono stati aperti 1172 cantieri.
Nella fase dell’emergenza, purtroppo, i cantieri delle SAE si sono contraddistinti
per gravi irregolarità e per ricorso al lavoro nero: si sono registrati numerosi
aspetti problematici, tra questi, la sicurezza, la legalità, la qualità della
ricostruzione (e del ricostruito).
Non è andata meglio su altro grande appalto inerente il campus dell’Università
di Camerino: nel corso di un controllo dell’Ispettorato del Lavoro e dei
Carabinieri sono stati rilevati lavoratori “in nero” di diverse nazionalità, così le
autorità hanno messo sotto sequestro il cantiere, hanno sospeso l’attività di
due aziende e comminato una multa € 40.000 (quarantamila).
È importante, anche da questa sede, ribadire la necessaria azione di
prevenzione e controllo negli appalti e subappalti nell’area del sisma 2016.
Tanti appalti, e molti soldi che fanno gola a organizzazioni criminali e mafiose,
si prestano a fenomeni di possibile corruzione, forme diffuse di illegalità e
sfruttamento dei lavoratori. Per prevenire e contrastare tutto questo, il
sindacato fa ovviamente la propria parte, agendo con: negoziazione
preventiva confronto istituzionale, stretto rapporto con gli organi di vigilanza
preposti ai controlli. In particolare, negli ultimi mesi, il sindacato ha attivato il
DURC per congruità (che consente di stabilire un rapporto tra il valore
dell’appalto e numero di persone che ci lavorano) e il settimanale di cantiere
(previsto dalle III linee guida antimafia) che monitorizza in anticipo le
dinamiche produttive di ogni singolo cantiere trasmettendo alle Prefetture locali
e alle Casse Edili il programma dei lavori della settimana successiva con
l’elenco nominativo, la qualifica, il nome dell’impresa e l’elenco delle singole
partite iva e dei lavoratori che verranno impegnati su quel singolo sito
produttivo. Il buon esito della ricostruzione dipende anche dall’impegno che
ciascun soggetto è in grado di portare: il sindacato sta svolgendo il proprio
ruolo , la speranza è che ciascuno sia all’altezza della sfida che lo attende.
Muccia, 15 dicembre