Confabitare a cura di Renzo PaccapeloUltimissime Notizie

IMU e Tasi le sorprese, “amare”, nella Legge di Bilancio

Il governo del cambiamento, cambia, ma non sempre in meglio. Così da un lato con un ministro dell’Interno che vuole riesumare le Provincie, un Calderoli che vorrebbe di nuovo l’elezione dei consigli provinciali direttamente con una consultazione elettorale, c’è anche l’On. Gusmeroli della Lega presentatore di un emendamento alla Legge di Bilancio teso a prevedere l’accorpamento di IMU e Tasi. Si tratterebbe in buona sostanza della eliminazione del tributo Tasi e il suo accorpamento all’interno dell’IMU. Premesso anche il significativo parere positivo espresso dall’ Anci in proposito permangono non pochi dubbi sula fatto che tutto ciò costituisca una ottimizzazione o una semplificazione del meccanismo di riscossione. Intanto di pari passo andrà in Commissione anche un provvedimento di sblocco delle aliquote locali in grado di trasformarsi in un ulteriore salasso a carico dei proprietari di immobili, in secondo luogo occorre tener presente la problematica relativa alla imputazione dell’imposta, in parte dovuta anche dall’inquilino in caso di locazione. Non finisce qui, infatti dietro un buon proposito, quello relativo alla semplificazione delle procedure di riscossione si cela un “piccolo” ritocco alle aliquote, un aumento neppure troppo mascherato. La nuova aliquota verrebbe fissata all’11,4% con un aumento massimo dello 0,6%, anche se nella norma è prevista, quando si dice la curiosità, anche la clausola di invarianza, cioè la disposizione secondo la quale dalla fusione tra IMU e Tasi non dovrebbe scaturire un aumento degli attuali importi. L’operazione prevede il pagamento delle due imposte unificate nella stessa misura dell’anno 2018 per l’acconto, entro il 16 giugno,  dando il tempo ai comuni di deliberare in merito in tempo per il pagamento del saldo entro il 16 dicembre. Di pari passo come dicevamo la nuova IMU sarà affiancata dallo sblocco della leva fiscale dei Comuni e questo non ci vengano a dire, che con la fame di fondi dei Comuni non comporterà un ulteriore aggravio di spesa per i cittadini e soprattutto per i proprietari di immobili.

r.p.